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Coronavirus, dichiarata emergenza nello stato di Washington. Primo caso in Lussemburgo: il paziente era tornato dall’Italia

29 Febbraio 2020 - 21:58 Redazione
Irlanda e Lussemburgo hanno registrato il loro primo caso positivo. In Francia il numero dei contagiati è salito a 100

Il governatore dello stato di Washington, sulla costa del Pacifico, ha dichiarato lo stato di emergenza dopo la prima vittima di coronavirus. Yay Inslee ha ordinato alle agenzie del proprio governo di usare «tutte le risorse necessarie» per prepararsi e rispondere alla diffusione del virus. Finora aveva dichiarato lo stato di emergenza solo la sindaca di San Francisco.

Una decisione che arriva dopo che nello Stato di Washington si è verificato il primo decesso legato al coronavirus. Lo scrive il New York Times. Gli altri casi di contagio nel Paese includono tre persone evacuate dalla città cinese di Wuhan, epicentro dell’epidemia; altre 14 persone tornate dalla Cina: e 42 passeggeri americani presenti sulla nave da crociera Diamond Princess che, dopo lo sbarco, sono stati trasportati in basi militari statunitensi in California e Texas per essere messi in quarantena.

Nel resto del mondo aumenta il numero di contagiati in Gran Bretagna, che passano da 20 a 23 in un giorno, mentre in Germania almeno quattro bambini che frequentavano l’asilo dove insegna la maestra tedesca contagiata dal coronavirus nei giorni scorsi, sono risultati positivi ai test. Anche l’Irlanda ha fatto registrare il suo primo caso.

Gran Bretagna

Secondo quanto riporta il sito di The Independent, il numero di contagi in Gran Bretagna sono passati da 20 a 23 nelle ultime ventiquattro ore. I tre nuovi malati sono in GloucestershireHertfordshire e Berkshire. Due di loro sono tornati da poco dall’Italia, mentre la terza persona arriva dall’Asia. Il dipartimento di Sanità sta ancora ricostruendo con chi sono entrati in contatto negli ultimi giorni i nuovi “positivi”. Nel frattempo, continuano i controlli sulle persone che accusano sintomi o ricoverati: finora sono stati eseguiti 10.483  tamponi.

Germania

A parlare del contagio in un asilo tedesco è la Dpa. I bambini, che frequentano la struttura nel land del Nordreno-Vestfalia, sarebbero in buone condizioni. La donna di 46 anni ha prestato servizio nell’asilo fino allo scorso venerdì 21 febbraio. Oltre a lei, era stato contagiato il marito di 47 anni, ricoverato in ospedale in serie condizioni. Dopo la conferma del contagio, la maestra è rimasta in quarantena a casa con i suoi due figli. L’isolamento era scattato anche per tutti i bambini dell’asilo.

Quasi 200 bambini di una scuola elementare di Bonn, in Germania, sono stati messi in quarantena in casa. Secondo la Bild on line, la misura precauzionale è scattata dal momento che una dipendente di 23 anni dell’istituto è risultata positiva al test sul coronavirus. La giovane non è un’insegnante, ma un’educatrice addetta ad assistere i 185 bambini dopo le ore di lezione, per fare i compiti. Stando al tabloid avrebbe sintomi lievi e potrebbe esser rimasta contagiata durante una festa di carnevale. La scuola resterà chiusa da lunedì per due settimane.

Francia

Il numero dei casi confermati di coronavirus in Francia ha toccato i 100, secondo quanto annunciato questa sera dal direttore generale della Sanità, Jerome Salomon. In Francia, sui 100 casi registrati da fine gennaio – ha detto Salomon – si contano «12 guariti, 2 decessi e 86 ricoverati», 9 dei quali in uno stato grave. «Questo bilancio – ha detto il direttore della Sanità – è dovuto a un importante focolaio nell’Oise, nel quale si contano 36 casi».

Secondo Salomon, nel dipartimento dell’Oise, a nord di Parigi, alcuni pazienti hanno cominciato ad avvertire i primi sintomi a inizio febbraio: «bisogna frenare l’evoluzione, rallentare la propagazione del virus – ha aggiunto – proteggere le zone indenni o poco colpite. L’obiettivo è guadagnare tempo e lasciar passare l’epidemia di influenza in corso».

Spagna

In Spagna il numero dei casi accertati di coronavirus è arrivato a 43. Gli ultimi 2 sono stati segnalati in Catalogna. Uno dei due, una 52enne di Girona, era stata in Italia di recente. L’altro proveniva da Sant Cugat, nord di Barcellona, in stretto contatto con uno dei contagiati segnalati in precedenza. Lo rende noto la Cnn. Attualmente restano in quarantena 41 persone, 2 invece sono guarite.

Lussemburgo

In Lussemburgo è stato diagnosticato il primo caso positivo da coronavirus. Ad annunciarlo questa sera la ministra della Salute, Paulette Lenert. Il paziente, un quarantenne, è stato in Italia ed è tornato in aereo all’aeroporto di Charleroi, in Belgio, ha detto Lenert. La ministra ha aggiunto che il paziente aveva mostrato i sintomi «all’inizio della settimana», ed ha aggiunto che sono già in corso ricerche «per identificare le persone» con le quali è stato in contatto.

Canada

Sono 16 i casi di Coronavirus confermati in Canada secondo la Cnn online. L’ultimo, in ordine di tempo, è un uomo di 80 anni arrivato a Toronto dall’Egitto il 20 febbraio scorso, secondo il responsabile della Sanità nella provincia canadese dell’Ontario. Il paziente canadese è andato al pronto soccorso di Scarborough il 27 febbraio: subito sottoposto al tampone, è stato poi messo in isolamento. È stato quindi dimesso lo stesso giorno e al momento è a casa, in auto-isolamento. Oltre all’Ontario, gli altri casi sono stati segnalati in British Columbia e uno nel Quebec.

Messico

Sono tre invece i casi di coronavirus confermati in Messico, il secondo Paese latinoamericano a essere colpito dall’epidemia dopo il Brasile. Tutte e tre i pazienti, due uomini da Città del Messico e uno da Sinaloa, provenivano dal nord Italia, ha confermato il ministero della Sanità. «È probabile che tutti e tre siano stati infettati dalla stessa persona», ha detto Jose Luis Alomia, il direttore generale dell’epidemiologia. Un alto funzionario al ministero della Sanità, Hugo Lopez-Gatell, ha detto che uno dei pazienti, un 35enne, «ha una malattia lieve con sintomi simili al raffreddore. È giovane, per cui i rischi sono bassi». Il secondo paziente, un giovane di 41 anni rientrato da Bergamo, è in isolamento in un hotel a Sinaloa. Mentre un 59enne, pure rientrato dal nord Italia, è ricoverato in un ospedale, ma le autorità non hanno voluto dire dove. Altri due casi sospetti di coronavirus sono al momento sottoposti ad analisi nello stato di Guanajuato e uno nella regione nord-occidentale di Durango.

Iran

È un parlamentare iraniano l’ultima vittima dell’epidemia da coronvirus in Iran, dove i morti sarebbero almeno 210 secondo la Bbc che cita fonti interne al sistema sanitario della Repubblica islamica. Per Teheran le vittime ufficiali sono 34. Il focolaio più preoccupante sarebbe nella città di Qom, finora non confermato dalle autorità iraniane. Nei giorni scorsi il Parlamento ha sospeso i lavori per arginare i contagi fino a data da destinarsi. Tra gli infettati ci sono altri deputati, oltre che la vice presidente Masoumeh Ebtekar e il ministro della Salute.

Un gruppo di persone ha dato alle fiamme una clinica nella cittadina di Bandar Abbas, nella provincia meridionale di Hormuzgan, perché credeva che i pazienti affetti da Covid-19 provenienti da Qom, l’epicentro del virus in Iran, fossero stati messi in quarantena in quella struttura. Lo riferisce FarsNews spiegando che le fiamme sono state subito domate e che non ci sono vittime. Un funzionario della Hormuzgan Medical Sciences University sostiene che si è trattato di «indiscrezioni infondate» che comunque hanno provocato la rabbia degli abitanti. Il numero di persone con problemi respiratori a Bandar Abbas ha raggiunto 188 e i sospettati di infezione da coronavirus sono 52. Anche la popolazione di Shaft, nella provincia settentrionale di Guilan, ha recentemente protestato per il trasferimento delle persone infette in un ospedale centrale della città per la quarantena.

Record di contagi in Corea del Sud

Nel secondo Paese più colpito, dopo la Cina, dall’emergenza coronavirus il numero di contagi è salito a 3.150. Sono 17 i morti in totale. Degli 813 casi complessivi di oggi, nuovo record su base quotidiana, 657 sono stati accertati a Daegu, il focolaio legato alla setta della Chiesa di Gesù Shincheonji. Altri 79 casi sono stati individuati nella vicina provincia di North Gyeongsang.

Il bilancio in Cina

Altri 47 decessi per il nuovo coronavirus sono stati registrati in Cina, che portano il bilancio delle vittime nel Paese a 2.835. Sono 427 i nuovi casi, in aumento rispetto ai 327 di ieri, spingendo il numero totale di contagi a 79.251. Una persona è morta a Pechino e un’altra nella provincia di Henan, mentre 45 sono i decessi nella provincia dello Hubei. Tutti i casi, tranne quattro, erano nello Hubei e 420 erano nella capitale della provincia, Wuhan.

Stati Uniti

Terzo caso di coronavirus di origine sconosciuta in Usa, questa volta nello stato dell’Oregon, sullo costa del Pacifico. Si tratta di una persona residente nella contea di Washington che non risulta aver viaggiato in Paesi colpiti dall’epidemia né aver avuto contatti con persone contagiate. Altri due casi analoghi sono stati registrati in California, dei quali l’ultimo riguarda un uomo di 65 anni della contea di Santa Clara, che è risultato positivo al test ma non risulta aver viaggiato in Paesi colpiti dall’epidemia nè aver avuto contatti con persone contagiate. Il primo caso del genere era stato diagnosticato in una donna della contea di Solano, a circa 150 km di distanza. Questo significa che il virus sembra diffondersi tra almeno due diverse comunità.

I Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) Usa chiedono che ogni Stato e ogni dipartimento locale alla sanità in Usa abbia la capacità di fare il test per il coronavirus entro la fine della prossima settimana. La direttrice dei Cdc, Nancy Messonnier ha ammesso che finora le cose «non sono andate così lisce come volevamo». Alcuni kit con i test mandati inizialmente ai laboratori statali e locali erano difettosi, e questo ha ritardato la capacità di testare i casi positivi. Solo un pugno di laboratori, oltre ai Cdc, hanno potuto effettuare i test.

Nei confronti dell’Italia, i Cdc hanno alzato il livello di allerta tre, così come era già stato indicato per Cina e Corea del Sud: «Gli Usa sostengono completamente l’Italia – ha detto il portavoce del dipartimento di Stato Usa, Morgan Ortagus – e stanno al suo fianco mentre fronteggia un numero significativo di casi di coronavirus». Intanto gli Usa hanno sconsigliato agli americani di viaggiare per l’Italia, se non strettamente necessario, mentre per altri Paesi «che hanno un numero alto» di contagi «stiamo esaminando il problema», ha detto Donald Trump prima di partire per la Corea del Sud.

Il parere degli esperti

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