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Il presidente dell’Iss: «I prossimi giorni saranno decisivi per testare le misure adottate. Gli italiani ci aiutino»

02 Marzo 2020 - 11:16 Redazione
Secondo Silvio Brusaferro, gli altri Paesi europei ci guardano con attenzione: data la dimensione dell'epidemia, «gli stessi problemi potrebbero toccare anche loro»

«Sono i giorni decisivi, vedremo se le misure adottate funzionano. Ma gli italiani ci devono aiutare, ciascuno di loro con i suoi comportamenti quotidiani può fare la sua parte». Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di Sanità, ha rilasciato due interviste al Corriere della Sera e a la Repubblica, nelle quali fa il punto sull’emergenza Coronavirus in Italia e su cosa ci aspetta nei giorni che verranno.

«Sono ottimista», dice, poche ore prima di tornare nella sua Udine dopo un mese lontano dalla famiglia – giusto il tempo di una cena, dato che stamattina, 2 marzo, è di nuovo a Roma per delle riunioni. «L’aumento esponenziale, circa 1.700, era atteso. Se, come speriamo, dal fine settimana la curva scenderà, significa che abbiamo lavorato nella giusta direzione. Credo che ce la stiamo giocando bene. Gli operatori sanitari fanno miracoli».

Brusaferro è d’accordo con i provvedimenti presi finora dal governo – come la chiusura delle scuole, delle Università e limitazione delle occasioni di raggruppamento – ma le prossime decisioni andranno prese passo passo. Fino ad ora l’abbiamo diagnosticata in persone che l’hanno presa precedentemente, dice. Nei prossimi sette giorni, se quello che abbiamo fatto è sufficiente, dovremmo iniziare a vederne l’efficacia».

Dunque, se i contagi dovessero scendere, significa che le chiusure operate sono servite. E a tal proposito, secondo il professore, gli altri Paesi europei ci guardano con attenzione perché siamo un modello: data la dimensione dell’epidemia, «gli stessi problemi potrebbero toccare anche loro».

«Non è come l’influenza, ma nella maggioranza dei casi passa naturalmente»

La Covid-19 è una malattia «più impegnativa dell’influenza» perché «siamo alle prese con un virus nuovo, non abbiamo farmaci specifici né vaccino». «Non mi sento di fare paragoni con l’influenza», ha detto Brusaferro, ma se da una parte il sistema sanitario è chiamato a fare grandi sforzi per le persone con salute più fragile, dall’altra è vero che «nella stragrande maggioranza dei casi la Covid-19 passa naturalmente».

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