Grecia, rifugiati nel mirino dell’estrema destra: a Chios bruciato un deposito di scorte in un campo di accoglienza
La situazione al confine tra Turchia e Grecia si fa sempre più tesa dopo che lo scorso 27 febbraio il presidente turco ha deciso di aprire le frontiere verso l’Europa di fronte all’aggravarsi della crisi a Idlib e all’ammassarsi di milioni di rifugiati al confine con Ankara. Dopo gli scontri tra i membri di Alba Dorata, il partito di estrema destra greco, e i migranti sull’isola di Lesbo, ora le retate dei gruppi neofascisti sono arrivate anche a Chios. Nella notte del 3 marzo, scrive Il Manifesto, un gruppo di persone avrebbe appiccato il fuoco al deposito di Stay Human Odv, una Onlus che dal 2018 gestisce la distribuzione di beni e servizi nel campo di Vial. Un campo che, a fronte di una capienza di 1500 persone, ne ospita oltre 6mila.
Da circa una settimana, racconta a Il Manifesto Musli Alievski, fondatore della Onlus, sull’isola sono arrivati «quelli di Alba Dorata e i celerini». «Questo era il posto di partenza di tutto, dove portavamo le donazioni, dove prendevamo quello che serviva da portare al centro, sopra c’erano gli appartamenti dei volontari, tutto distrutto». Dal 2016, anno dell’accordo sui migranti tra Ue e Turchia, la condizione dei rifugiati bloccati negli hotspot greci è andata peggiorando. Sull’isola di Lesbo le condizioni dei migranti sono a un punto critico, con campi sovraffollati e la mancanza di beni di prima necessità e cure. Ma con l’intensificarsi dei flussi sono aumentati anche gli episodi di violenza nei confronti dei rifugiati.
Nei pressi della frontiera di Pazarkule (Kastanies dalla parte greca) un migrante è stato ferito da un proiettile sparato dalla forze dell’ordine greche mentre tentavano di superare una recinzione per entrare in territorio greco. A seguito dell’incidente sono esplosi gli scontri con la polizia nel corso dei quali i migranti hanno scagliato pietre contro le forze di sicurezza greche che hanno risposto con il lancio di gas lacrimogeni. Diverse ambulanze turche sono poi andate sul luogo a soccorrere i feriti. Una situazione che è destinata a peggiorare, secondo la commissaria Ue agli affari Interni, Ylva Johansson. «La Ue deve dare una mano alla Turchia sulla situazione dei rifugiati – ha ribadito – ma la situazione generata da Ankara non costituisce certo la soluzione del problema».
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