Coronavirus, c’è la conferma di Azzolina: chiuse tutte le scuole e le università fino al 15 marzo – Il video
Scuole e atenei chiusi per l’emergenza Coronavirus da domani 5 marzo e fino al 15 marzo. La decisione arriva dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. L’annuncio ufficiale è stato fatto dal premier Giuseppe Conte poco dopo le 18, in seguito alle consultazioni del pomeriggio con Anci e Regioni, sindacati ma anche Confindustria e Confesercenti.
Nel decreto della presidenza del Consiglio dei ministri è comunque evidenziato che le assenze maturate dagli studenti «non sono computate ai fini della eventuale ammissione ad esami finali nonché ai fini delle relative valutazioni».
«Sarà nostro impegno continuare a garantire l’unitarietà del sistema scolastico e l’autonomia delle istituzioni scolastiche nel quadro del sistema educativo di istruzione e formazione, anche rispetto ad eventuali proposte di modifica nel più ampio quadro ordinamentale di competenze, nel rapporto tra lo Stato e le Regioni», ha detto la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina illustrando le linee programmatiche del suo mandato in Parlamento.
La giornata
Dopo una mattinata di frenetiche consultazioni cominciate poco dopo le 10 tra il Governo, il premier, i ministri della Salute e dell’Istruzione, quello dell’Università e le autorità sanitarie, la via segnata sembra essere quella anticipata in queste ore da più parti della decisione di provvedere alla chiusura degli istituti di ogni ordine e grado e delle università in tutto il Paese. La chiusura per l’emergenza coronavirus dovrebbe durare almeno fino a metà marzo.
OPEN/Angela Gennaro | La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina
Intorno all’ora di pranzo però la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, esce da palazzo Chigi per parlare ai tanti giornalisti in attesa: la chiusura delle scuole non è confermata, perché il governo ha chiesto un ultimo consulto al comitato tecnico-scientifico per prendere una decisione definitiva nelle prossime ore.
OPEN/Angela Gennaro | Il presidente dell’Anci Antonio Decaro arriva all’incontro di palazzo Chigi
Serie A
«Nel calcio si va verso partite a porte chiuse». A confermare l’ipotesi è il ministro dello Sport Vincenzo Sparafora lasciando palazzo Chigi dove il governo sta valutando la chiusura di tutte le scuole per gli effetti del Coronavirus. «Ma il campionato andrà avanti». Fonti governative interpellate da Open confermano che la discussione al riguardo è in corso.
OPEN/Angela Gennaro | Il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora lasci palazzo Chigi
Il nuovo decreto
Sul tavolo dell’incontro del governo, lo schema di un nuovo Dpcm – decreto del presidente del Consiglio dei ministri – da varare nelle prossime ore per aggiornare i provvedimenti più strettamente sanitari in merito all’emergenza Coronavirus. Si tratterebbe del quarto Dpcm in pochi giorni (dopo quelli del 23 e del 25 febbraio e quello del 1 marzo), e potrebbe essere approvato già in serata e annunciato da Giuseppe Conte.
Uno schema che dovrebbe appunto seguire e attuare le raccomandazioni degli esperti del comitato scientifico nominato dal premier e prevedere il rinvio di manifestazioni pubbliche e private (inclusi cinema e teatri) che comportino un affollamento tale da non garantire la distanza di sicurezza di almeno un metro, nonché accogliere appunto il suggerimento di eventi sportivi a porte chiuse in tutta Italia.
Al tavolo si sta effettivamente valutando la chiusura delle scuole in tutto il paese, non solo nelle zone rosse e arancioni, già da domani o a partire da lunedì prossimo, per quindici giorni e fino a un mese. Si lavora in questo senso sul coordinamento tra le Regioni e sulla logistica del prosieguo dell’anno scolastico con i ministri Francesco Boccia e Lucia Azzolini, nonché sulle ricadute economiche e logistiche di una decisione del genere soprattutto sulle famiglie.
Tra le previsioni che emergono dalla bozza del decreto c’è anche lo stop alle strette di mano, evitare gli abbracci e gli scambi di bottiglie e bicchieri. Tutte le persone anziane, non solo quelle affette da patologie croniche, dovranno limitare le uscite “non strettamente necessarie” ed evitare luoghi affollati nei quali non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza di almeno un metro. Nel testo si prevede inoltre il divieto per gli accompagnatori dei pazienti di fermarsi nelle sale di attesa dei pronto soccorso. Limiti anche alle visite di parenti agli hospice e alle residenze per anziani.
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