Coronavirus, il governo rilancia: 7,5 miliardi di finanziamenti. Rinviato il referendum sul taglio dei parlamentari
Nuove risorse per 7,5 miliardi, possibilità di sforare i limiti sui saldi di bilancio di 6,3 miliardi (ovvero lo 0,35% del Pil) e spostato – non è chiaro se con un election day che lo associ alle amministrative – il referendum sul taglio dei parlamentari. Sono alcune delle misure, per reagire ai danni economici dovuti al Coronavirus, approvate dal Consiglio dei ministri appena concluso. Il premier Conte aggiunge, nel corso di una conferenza stampa, che l’idea del governo è allargare le misure straordinarie e urgenti: «Siamo consapevoli della necessità che incombe su di noi». E prova a smussare i toni con l’opposizione, che si erano fatti duri persino con la più dialogante (per ora) Giorgia Meloni: «Nel consiglio dei ministri mi sono premurato di distribuire a tutti i ministri le proposte che abbiamo ricevuto dalle forze di opposizione. Stiamo analizzando le proposte di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia per avere qualche indicazione. Non è una confusione dei ruoli, ma chiediamo unità».
Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha spiegato che i sette miliardi complessivi di spesa sono divisi in tre categorie:
- Misure per incrementare il servizio sanitario pubblico, la protezione civile, le forze dell’ordine per fornire assistenza alle persone colpite.
- Aiuti per le aziende in difficoltà, perché dice Gualtieri: «Nessuno deve perdere il lavoro per il coronavirus».
- Misure di moratoria dei crediti alle imprese da parte del sistema bancario.
Spiegando gli investimenti, che hanno superato quelli stanziati nei giorni scorsi, Conte si è anche tolto qualche sassolino dalla scarpa. Il primo corrisponde alle presunte polemiche con gli scienziati del Consiglio superiore di sanità che si sarebbero detti contrari alla decisione di sospendere la didattica di tutte le scuole di ogni ordine e grado, per due settimane: «Sono stato io a chiedere la presenza del direttore dell’Iss nel corso della riunione di ieri, ma è la politica che decide non i tecnici». Il secondo è collegato alle critiche arrivate dall’opposizione, in particolare per le decisioni delle ultime ore: «Non capisco toni come questo, è difficile che il paese riparta se continuano le polemiche».
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