Fuga dall’epidemia da coronavirus, boom di spostamenti in montagna: «Qui si sentono al sicuro»
Una transumanza umana, di quelle che bene si prestano a romanzi distopici o a film su cataclismi e sventure: si potrebbe definire così quello che sta avvenendo in molte località montane e sciistiche del nord Italia. E sembra non esista Coronavirus che la montagna possa temere. Qui si stanno rifugiando molti italiani delle zone colpite dall’emergenza sanitaria perché, spiegano dai consorzi turistici, «psicologicamente i monti danno rassicurazione, assumono l’aspetto di luogo protetto, incontaminato, cosa fondamentale per alcuni». Si parte dalla Via Lattea, l’area montana del Piemonte costituita dalle località di Sestriere, Claviere, Sauze d’Oulx, San Sicario, Cesana e Pragelato. Qui, da più di una settimana, è un andirivieni senza sosta di gente che, dalle città vicine, ma anche dalla Lombardia e dalla Liguria cerca un posto per sottrarsi agli stop e alle limitazioni previste da ordinanze e decreti ministeriali.
I consorzi turistici dicono di aver visto un’impennata, soprattutto a Sestriere e Sauze d’Oulx, non tanto di turisti, «ma di coloro che hanno la seconda casa di proprietà qua su». Si stimano circa 25mila posti letto nelle case private. Si rifugiano sui monti per cercare via di scampo da una situazione di disagio vissuta a valle. «Impianti sciistici saturi, maestri di sci in affanno per la troppa domanda, sci club pieni». Si lavora, senza sosta. Il picco si avverte nel weekend: venerdì, sabato e domenica sono giorni cruciali anche per le strutture alberghiere, che nel frattempo registrano un calo sensibile di prenotazioni da parte dei turisti stranieri (costretti altrimenti a sorbirsi la quarantena di 15 giorni al loro rientro), ma che guadagnano in richieste di camere da italiani, fosse anche per un paio di giorni. «Abbiamo messo in conto che perderemo circa il 60% delle settimane bianche in programma già prenotate: olandesi, danesi, svedesi si sono tirati indietro. Un buco di prenotazioni sarà formato anche da tutti gli istituti scolastici che hanno declinato il viaggio d’istruzione in montagna. Certo non andremo a pari, però qualcosa recupereremo grazie a questa insolita migrazione».
La grande fuga, ci raccontano da Sestriere, è dovuta soprattutto a tutti quei genitori che si sono rifiutati di tenere i figli in città, a casa da scuola. «Anziché una vita cittadina costretta tra quattro mura e poco altro, preferiscono portare i ragazzi a fare lezione di sci o nei cinema di montagna, o nei pub. Qui tutto è aperto e funzionante». Certo, perché per ora le aree montane non hanno subìto né variazioni, né costrizioni: le misure messe in atto dal Governo non sfiorano neanche di striscio le attività commerciali ad alta quota. Opportunità succulenta per le tasche: «Un pensiero cinico, in effetti non si era mai vista una situazione così fortunata. Nel weekend non abbiamo perso entrate. Abbiamo perso il 10% la scorsa settimana; la cosa è peggiorata questa settimana, siamo scesi del 30% e contiamo di arrivare a -50% la prossima. Facendo un rapido calcolo, però, guadagneremo il 15% a settimana. Siamo fortunati».
Spostandosi a est, la stessa cosa avviene a Cortina d’Ampezzo, luogo simbolo del turismo montano di lusso, quadro perfetto per un film invernale dei fratelli Vanzina. Anche tra queste montagne, le guide alpine hanno il loro bel da fare: gli operatori turistici sono inondati di telefonate, ristoranti e bar quasi sempre al completo. «Stiamo addirittura lavorando a pacchetti vacanze e agevolazioni per chi arriverà, ci siamo accorti che nelle ultime settimane la situazione è anomala anche per noi, cosa che abbiamo osservato sia per chi possiede una casa di proprietà ma anche gli alberghi stanno lavorando più del previsto. Non si vedono tutti i giorni fiumane del genere che chiedono ski pass o un posto letto. Quindi sì, stiamo studiando un piano organizzativo sul lungo termine per rendere più accessibile il soggiorno a chiunque. Da noi sono tutti benvenuti e capiamo la necessità di volersi spostare».
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