Coronavirus, «Ora che è chiusa l’università posso tornare a casa?», «Come esco dalla zona rossa per lavoro?». Tutte le domande per non sgarrare
Sono giorni senza precedenti, in cui molti dovranno adattare il proprio stile di vita alle regole imposte dal Governo e consigliate dalla comunità scientifica per contenere il contagio. Ecco come fare
Come dobbiamo comportarci durante l’emergenza Coronavirus? Il susseguirsi di annunci da parte del Governo durante il weekend, tra decreti e note esplicative, ha generato non poca confusione rispetto ai comportamenti da adottare, soprattutto nelle zone “rosse” o “arancioni” – oltre alla Lombardia, le province di Modena, Parma Piacenza, Reggio Emilia, Pesaro, Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti e Alessandria – dalle quali è attualmente vietato uscire. O forse no. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.
- Ora che l’università è chiusa, posso tornare a casa? Dipende da dove studiate e se il posto che chiamate casa si trova nella stessa città o regione. Se studiate in Lombardia o in altre Province messe “in quarantena” e i vostri genitori vivono in un’altra regione, per il momento potrete sentirvi soltanto su Skype, Facetime e affini. Si può uscire soltanto in presenza di uno stato di necessità: per esigenze mediche oppure per «esigenze di lavoro». Altrimenti si incorre in una sanzione penale. Mettetevi comodi.
- Non sono malato, sono costretto a non uscire di casa? No. Solo chi è stato contagiato ha l’obbligo di auto-isolarsi (e, in caso di sintomi, contattare il medico curante senza recarsi autonomamente al pronto soccorso). Gli altri possono uscire, ma sono invitati ad osservare le indicazioni sanitarie di questi giorni: evitare luoghi affollati, lavarsi le mani, mantenere la distanza di sicurezza gli uni dagli altri. Per chi invece è di salute cagionevole – come chi è immunodepresso o con patologie croniche – è meglio evitare di uscire di casa a meno che non sia strettamente necessario.
- Come posso dimostrare che ho un impegno di lavoro fuori o dentro una zona rossa? In realtà è sorprendentemente facile: per uscire dalla zona rossa per lavoro basta dichiarare di uscire dalla zona rossa per lavoro. Funziona così l’autocertificazione dei dipendenti: come ha chiarito la circolare del Ministero non servono motivi speciali. Basterà riempire il modulo (vedi sotto). Certo, meglio avere una lettera dei datori di lavoro o una prova – come può essere l’email che certifica un appuntamento – per viaggiare tranquilli.
- Posso usare il trasporto pubblico se sono nella zona rossa? Metropolitane e autobus funzionano in tutta Italia, nelle zone rosse o arancioni e fuori. Ovviamente le regole sanitarie di base – come la distanza di sicurezza – valgono anche in questi casi. Per quanto riguarda il trasporto ferroviario e aereo, fino a ieri si viaggiava regolarmente ma da lunedì sono partite le prime cancellazioni. In mattinata, l’aeroporto di Linate a Milano ha cancellato decine di voli, ad esempio. Se state per prendere un treno dalla Lombardia alla Puglia, preparatevi a fare 14 giorni di isolamento volontario (così ha deciso il Governatore Emiliano).Lo stesso vale per altre regioni del Sud (Lazio, Campania, Toscana, Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna) dove sono state emanate ordinanze simili.In autostrada come sui treni sono previsti nuovi controlli della polizia (che chiederanno le autocertificazioni) e, sulla rete ferroviaria, anche i controlli con il «termoscan».
- Posso andare a trovare amici, fidanzati e parenti nella zona rossa? Anche l’ingresso nelle zone rosse è sottoposto a controlli. Se abitate a Bologna per esempio non potete mettervi in treno e venire a Milano per passare un po’ di tempo in compagnia della vostra fidanzata o fidanzato (solo chi ha il domicilio nelle zone rosse può rientrare). Lo ha spiegato il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri. Anche in questo caso serve uno “stato di necessità” come può essere – per riprendere l’esempio del viceministro – la presenza di un parente malato che non è assistito.
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