Primarie Usa 2020, si torna a votare nel MidWest: ora Sanders vuole la rimonta. Biden parte favorito e chiede unità
Le primarie democratiche per scegliere il rivale di Donald Trump ripartono dal MidWest. A una settimana dal Super-Martedì si torna a votare in sei Stati – Michigan, North Dakota, Missouri, Idaho, Washington e Mississippi – nell’attesa di capire non solo se la rimonta di Joe Biden durerà, ma anche se il partito democratico uscirà vincente dalle primarie, rinvigorito dalla varietà dei candidati e delle loro proposte, o se ne uscirà impoverito (dopo le cifre astronomiche spese nelle prime settimane) e lacerato dalle divisioni interne.
Chi negli ultimi giorni ha tenuto d’occhio le pagine social di Joe Biden e Bernie Sanders si sarà accorto di una netta differenza tra i due. L’account Twitter di Sanders fa più volte riferimento all’avversario, quello di Biden no. «Rientrare negli accordi di Parigi non è abbastanza, serve il Green New Deal», si legge in un post con cui il senatore del Vermont riprende un tweet di Biden. Comincia così invece un thread di otto messaggi: «Biden dice nella sua nuova pubblicità che ha sempre protetto la previdenza sociale, ma è platealmente falso. Non può nascondere 40 anni in cui ha lavorato con i repubblicani».
Joe Biden thinks our ideas are “pie in the sky.”
— Bernie Sanders (@BernieSanders) March 7, 2020
We are fighting to make health care a right like every other major country, to protect the planet, to ensure justice and dignity for all.
That’s not “pie in the sky.” That’s what Americans deserve. pic.twitter.com/MHM5iBwLAY
La sfida a distanza – in attesa del prossimo dibattito elettorale del 15 marzo (a cui vorrebbe partecipare anche Tulsi Gabbard, ancora in gara nonostante le sue possibilità di vittoria siano nulle) – è continuata a forza di endorsement. Biden ha incassato l’appoggio dell’ex candidato alla presidenza Cory Booker («È il candidato che ci può unire», ha dichiarato il primo senatore afroamericano del New Jersey) e in vista del nuovo voto ha sbandierato ancora una volta l’endorsement già ricevuto da parte del sindaco più famoso del MidWest, Pete Buttigieg. Sanders ha messo a segno un colpaccio, ottenendo l’appoggio del Reverendo Jesse Jackson, suo coetaneo, simbolo nazionale della lotta per i diritti civili degli afroamericani. Ma pesa ancora il mancato endorsement di Elizabeth Warren, che dopo essersi ritirata dalla gara si è chiusa in un ermetico silenzio sul fronte elettorale.
«Ciò che non possiamo permettere è che queste primarie diventino un bagno di sangue negativo», avrebbe detto Biden a più di 100 donatori riuniti in una residenza privata a Bethesda, nel Maryland, secondo Politico. «So che molti avranno suggerimenti su come rispondere a ciò che sospetto, sarà una campagna sempre più negativa che i fratelli Bernie gestiranno. Ma non possiamo separare questa festa e rieleggere Trump».
I “fratelli Bernie” o “Bernie bros”: ovvero i sostenitori più accaniti e fedeli di Sanders, conosciuti per i loro attacchi online ai sostenitori dei candidati rivali e la loro indisponibilità a cooperare con loro nell’eventualità in cui Biden fosse sconfitto. La paura di Biden è che una vittoria contro Sanders possa costargli caro nella gara contro Trump. La sensazione è che Sanders sia un po’ in affanno, ma anche che possa permettersi di essere più duro del suo avversario.
Che possibilità ha Sanders di vincere?
Nel Super-Martedì Sanders ha vinto in solo quattro Stati contro i dieci di Biden, ma ha portato a casa buoni risultati in stati popolosi come la California e il Texas e alla fine il bilancio è stato meno disastroso di quanto possa apparire: il senatore del Vermont ha circa un’ottantina di delegati in meno di Biden. Poca roba, se teniamo conto del fatto che per vincere ne servono 1.991 e entrambi i candidati ne hanno attualmente meno della metà.
I bottini più grandi per questo nuovo martedì sono il Michigan (125), seguito dallo stato di Washington (89) e dal Missouri (68). Gli ultimi sondaggi danno avanti Biden in Michigan come anche in Missouri e in Mississippi (da cui Sanders è partito in anticipo, di fatto accettando la sconfitta). Almeno uno dei due dovrebbe riuscire a varcare la soglia del 50% dei delegati che servono per vincere la nomination. Ma comunque, anche in quel caso, non sarà ancora stata detta l’ultima parola.
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