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Coronavirus, Conte: «Lavoratori e lavoratrici colonne portanti del Paese. In arrivo dispositivi di protezione»

13 Marzo 2020 - 13:53 Angela Gennaro
L'incontro viene aggiornato alla serata per lavorare sui testi del protocollo per la sicurezza

La bozza del nuovo decreto (con i provvedimenti economici) sul Coronavirus è ancora in via di definizione, e il consiglio dei ministri che dovrebbe approvarlo, inizialmente annunciato per oggi, sta slittando. Se non a domani, di certo alle prossime ore: si stanno ancora limando i dettagli. Nel frattempo i fondi che il governo dovrebbe stanziare passano dai 12 miliardi, di cui il ministro dell’economia Roberto Gualtieri aveva parlato in prima istanza nei giorni scorsi, a 15 miliardi.

Il totale cui l’esecutivo si è detto disposto per il momento ad arrivare è di 25 miliardi, con i restanti 10 quindi accantonati per una seconda fase.

Di videoconferenza in videoconferenza

«I lavoratori, le lavoratrici, medici e infermieri che sono in prima linea e stanno compiendo sforzi straordinari, le forze dell’ordine, le forze armate, i vigili del fuoco, i volontari della protezione civile, in questo momento sono le colonne portanti su cui si regge l’intero paese». A dirlo è Giuseppe Conte.

La parola d’ordine, nella politica ai tempi del coronavirus, è videoconferenza. Come quella tra il premier stamattina, da Palazzo Chigi, con le associazioni industriali e i sindacati e alla presenza della ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, del ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri, del titolare dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli e del ministro della Salute Roberto Speranza, per discutere l’attuazione delle previsioni contenute nell’ultimo decreto del presidente del consiglio sui protocolli di sicurezza nelle fabbriche a tutela della salute dei lavoratori.

L’incontro viene aggiornato alla serata per lavorare sui testi del protocollo per la sicurezza. «La situazione è inedita e difficile c’è bisogno che tutti siano responsabili e usino tutta la loro intelligenza», dice Maurizio Landini. «Lavoriamo da subito a protocolli utili che dovranno poi essere gestiti a livello aziendale. Dobbiamo mostrare che si lavora insieme per la sicurezza. Importante è coinvolgere i delegati per la sicurezza. Non siamo di fronte solo alla sicurezza nelle attività produttive», dice la Cgil su Twitter. «C’è urgenza assoluta di dispositivi per sanità, ma anche per quei lavoratori che hanno contatti con il pubblico nel commercio come nei servizi».

OPEN/Angela Gennaro | Palazzo Chigi, 12 marzo 2020.

Con la protezione civile «stiamo compiendo sforzi straordinari per essere nella condizione, già nei prossimi giorni, di distribuire gratuitamente a tutti i lavoratori dispositivi di protezione individuale», dice il premier Giuseppe Conte nella videoconferenza con le parti sociali. «Tutti coloro che stanno lavorando – operai, tecnici, quadri – non espletano semplici prestazioni lavorative secondo lo schema di scambio lavoro/retribuzione. In questo momento questo loro sforzo assume un particolare significato: è un atto di grande responsabilità verso l’intera comunità nazionale», dice Conte. «Abbiamo il vincolo morale e giuridico di garantire loro condizioni di
massima sicurezza».

Nei giorni in cui «c’è un’esplosione di acquisti on line» quali sono, per esempio, le garanzie per i rider che consegnano a domicilio?», rilancia la Cgil. Tra le proposte del sindacato, quella di chiudere i centri commerciali e i supermercati la notte, il sabato e la domenica. «Non è possibile fermare il paese ma è importante che affrontiamo l’emergenza dando sicurezza a chi lavorare distinguendo l’ essenziale (ad esempio sanità, filiera alimentare, servizi pubblici…) da ciò che é rinviabile».

Montecitorio

La politica si ritira sempre più e per quanto può diventa virtuale. «Qui è tutto chiuso. Aula, commissioni, ha chiuso anche la sala stampa che fino a ieri era ancora aperta per i soli giornalisti dell’Associazione Stampa Parlamentare e non più agli altri. Oggi non entra più nessuno. Ci siamo noi di presidio», dicono dal centralino di Montecitorio.

Secondo quanto deciso dalla capigruppo del 10 marzo, la Camera si dovrebbe riunire il 25 marzo per lo svolgimento delle Comunicazioni del Presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 marzo: al momento non c’è comunicazione ufficiale su eventuali slittamenti. Mentre sul sito di Montecitorio resta la convocazione dell’aula per il 18 marzo – Question time del governo per l’evolversi della situazione connessa all’emergenza Covid 1, in teoria ogni settimana.

Scioperi

Mentre la videoconferenza tra Chigi, sindacati e industriali è in corso, aumentano le notizie di scioperi in tutta Italia. I lavoratori dello stabilimento Hitachi rail di Pistoia hanno annunciato lo stop da qui fino al 21 marzo: uno sciopero stato proclamato dalle segreterie provinciali pistoiesi di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uglm. Promosso per «verificare che siano state prese tutte le misure possibili perché si possa lavorare all’interno dello stabilimento rispettando le prescrizioni di sicurezza stabilite dai decreti ministeriali. Sono esclusi dallo sciopero i lavoratori già collocati in smart working», si legge in un volantino diffuso dai sindacati.

Usb, Fim e Fiom alla Titan di Finale Emilia, Modena – produttrice di ruote agricole – hanno proclamato uno sciopero da oggi fino al 20 marzo. L’azienda, secondo la Usb, non tutelerebbe «la salute dei lavoratori». Ieri le rappresentanze sindacali hanno chiesto all’azienda di chiudere lo stabilimento «al fine di prevenire l’espansione e il contagio del virus, per salvaguardare quindi la salute di tutti i lavoratori», ma l’azienda – riferisce Usb – «ha espresso la necessità di continuare a produrre, giustificando tale necessità con la paura di perdere i clienti».

Il decreto

Videoconferenza era anche quella che si è svolta ieri sera tra Conte, Speranza – assistito dai tecnici del ministero salute, Francesco Boccia, ministro per gli Affari Regionali, collegato dalla sede della Protezione civile insieme a Domenico Arcuri, il manager nominato dal premier come supercommissario alla gestione sanitaria dell’emergenza, e al capo della protezione civile. Dalla riunione di sono uscite le novità sul decreto “economico”. Che però, appunto potrebbe slittare e dunque essere modificato ancora una volta.

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