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Speciale coronavirus: come difenderti dalle bufale e i falsi miti sul Covid-19

Dalle mascherine al fantomatico laboratorio di Wuhan, una trincea contro le «Fake News»

Molte bufale, allarmismi e disinformazione vengono diffusi sul caso del nuovo Coronavirus. Viaggiano attraverso diversi canali, media e social. In Italia in particolare via Whatsapp, dove audio di ogni genere vengono condivisi senza alcuna verifica da parte degli utenti.

Non solo, l’eccesso di informazioni crea molta confusione e non aiuta molto nella comprensione di ciò che sta accadendo. Si finisce così per abbracciare le versioni che riteniamo più “amichevoli” o “pessimiste”, a seconda di quello che vorremmo in qualche modo confermare. In questi casi bisogna affidarsi ai fatti e ai dati riportati dalla scienza, l’unica titolata a parlarci di questo nuovo virus.

Attraverso questo articolo, che potrà subire degli aggiornamenti in caso di novità, troverete una guida utile per affrontare e contrastare tutte quelle falsità che circolano sull’epidemia.

Navigazione veloce sui temi trattati:

Info e guide utili

«Covid-19 e SARS-CoV2 come sinonimi»

Inizialmente si è fatta un molta confusione tra i termini Covid-19 e SARS-CoV2, scambiandoli per dei sinonimi. Di questa svista il virus non si accorgerà per niente, ma è sempre bene chiamare le cose col loro nome.

Covid-19 è la malattia simil-influenzale causata da SARS-CoV2, ovvero il nuovo coronavirus, inizialmente catalogato come 2019-nCoV.

«È come l’influenza»

Non possiamo assolutamente considerarlo una normale influenza, così come non possiamo identificarlo con la Sars e il Mers, perché parliamo di un virus con caratteristiche uniche. Non solo, per il coronavirus non abbiamo alcuna immunità e un vaccino, al contrario di quanto avviene contro i comuni ceppi influenzali.

Il tasso di mortalità del nuovo coronavirus confrontato con la SARS, il MERS e l’influenza suina.

Non bisogna affatto abbassare la guardia sottostimando questo nuovo coronavirus che, in un certo senso «per fortuna», non è pericoloso quanto il suo parente della Sars. Di sicuro è più contagioso, ma bisogna evitare che questo si diffonda e diventi endemico, colpendo di conseguenza non solo la nostra salute, ma anche il sistema sanitario nazionale, mettendolo in difficoltà dal punto di vista del personale, delle risorse e i fondi a disposizione.

«Basta una mascherina per proteggersi»

Le mascherine sono molto utili, se si è malati, o degli operatori sanitari costantemente esposti al pericolo di contagio, evitando quindi di divenire essi stessi veicolo della malattia. Servono infatti a proteggere gli altri dalla propria tosse e starnuti. Non ha senso correre a comprarle – col rischio di lasciarne privo chi ne ha davvero necessità – se si gode di perfetta salute.

La prudenza non è mai troppa, direbbe qualcuno, ma abbiamo osservato ogni genere di mascherina indossata per strada o nei mezzi pubblici da parte di chi voleva tutelarsi. Il problema è il tipo di mascherina usata, infatti non basta una qualsiasi, acquistata – ad esempio – presso un negozio per il “fai da te”.

Quelle «chirurgiche» a tre veli servono solo per impedire al portatore di diffondere il virus, ma non servono per proteggersi se si è sani.

Come bisogna fare? Ebbene, per prima cosa la mascherina deve essere conforme alla norma EN 149 con valida marcatura CE. Per essere sicuri, le più efficaci per difendersi dal virus sono le FFP2 e le FFP3, che hanno un efficacia filtrante dal 92 al 98%.

«Se vedo svenire qualcuno scappo!»

Nel mese di gennaio 2020 sono circolati diversi video provenienti dai social cinesi – e non solo – dove si vedono persone svenire, o già svenute per strada, o nei luoghi pubblici, ritenute colpite dal nuovo coronavirus senza alcuna prova. La diffusione di queste immagini ha soltanto creato un falso mito dettato dalla paura, dove uno svenimento per altre cause veniva scambiato per un sintomo della malattia.

Uno dei video smentiti dai colleghi indiani di Boomlive.in

È passato oltre un mese dalla diffusione dei video delle persone svenute a terra, associate al coronavirus senza alcuna prova. In alcuni casi si sono rivelati falsi, presi da altri contesti come quello del medico a terra, aggredito in realtà dalla famiglia di un suo paziente deceduto. Pochi i video, in fin dei conti, per una popolazione enorme e numerosi casi di coronavirus, dove la psicosi e l’ignoranza di tutti sui sintomi del virus ha permesso di attribuire qualsiasi malore alla malattia.

«Corriamo a svuotare i supermercati»

La paura fa commettere errori. L’attuazione di misure di sicurezza per contenere l’epidemia e prevenire nuovi focolai, consiste proprio nell’evitare assembramenti in luoghi chiusi.

Così si è scatenata – anche in zone non colpite – la corsa ad accaparrare beni nei supermercati, ovvero altri luoghi pubblici e chiusi. Senza contare che i virus non provocano di per sé una penuria di beni; le scorte sono garantite, se non si mettono in difficoltà i distributori assaltando gli scaffali dei negozi.

«Il caldo sconfiggerà il virus»

Una delle ragioni per cui è fuorviante definire Covid-19 una malattia poco più pericolosa di una influenza, sta nel fatto con non lo è affatto! Questo significa che non possiamo dare per scontato che sia stagionale.

Del resto sono stati registrati casi anche nell’emisfero australe, dove le stagioni sono invertite rispetto alle nostre, e ai Tropici. Insomma, stando alle conoscenze attuali, non abbiamo conferme del fatto che si possa arrestare SARS-CoV2 col caldo della bella stagione.

«Chi si ammala muore»

Attenzione! La “mortalità” (numero dei morti correlati alla malattia) viene spesso confusa con la “letalità”, ovvero quanto la malattia in sé può essere mortale.

Il tasso di mortalità riportato il 3 marzo 2020 dall’OMS, per voce del direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, è del 3,4% e di fatto ben più alto di quello delle comuni influenze:

Globally, about 3.4% of reported COVID-19 cases have died. By comparison, seasonal flu generally kills far fewer than 1% of those infected.

C’è un problema da tenere in considerazione, e cioè che in piena stagione influenzale è anche possibile considerare il fatto che qualche paziente precedentemente ammalato di influenza abbia contratto il nuovo coronavirus.

I numeri dell’influenza in Italia? Se consideriamo i dati pubblicati da Epicentro, sono 33 i casi di decessi per influenza da ottobre 2019 – data di inizio della sorveglianza – all’ottava settimana del 2020, su 164 casi considerati gravi ricoverati in terapia intensiva. Secondo i dati Istat che tengono conto il decennio dal 2007 al 2017 la media dei morti per influenza come causa iniziale è stata di 460 l’anno.

«Colpisce solo gli anziani e maschi»

Premessa: il coronavirus non guarda in faccia a nessuno, neanche in base all’età! Di fronte a una mancanza di dati sufficiente per parlare della effettiva letalità del virus, possiamo però analizzare quanto è pericoloso sulla base delle fasce di età; ci accorgeremo allora che i numeri sono molto meno preoccupanti di quanto si pensi.

Tabella dei casi di coronavirus divisi per età e sesso in Cina in data 11 febbraio 2020 (fonte CDC Cina)

La distorsione del rischio dipende molto probabilmente dal fatto che buona parte dei casi e dei decessi sono avvenuti in Cina. Noi oggi possiamo sapere quanti dei pazienti deceduti avevano l’infezione, ma non quanto il virus in sé abbia contribuito – rispetto ad altre patologie pregresse – a uccidere i pazienti.

Un recente studio epidemiologico di Jama ha fornito dati sulla mortalità per fasce d’età. Scopriamo così che sotto i 10 anni è prossima allo zero; dai 10 ai 15 è dello 0,2%; sopra gli 80 anni è del 18%.

«I prodotti omeopatici sono utili contro il coronavirus»

Qualcuno cerca di tirare acqua al proprio mulino suggerendo che dei preparati omeopatici, ovvero l’AntiCD13 e lo Stannum, possano essere un rimedio efficace contro i coronavirus. Chi fa queste affermazioni solitamente evita di precisare che non si tratta di farmaci riconosciuti validi attraverso i normali studi scientifici. 

Ricordiamo che i rimedi omeopatici non hanno mai dimostrato di avere maggiori effetti di un placebo. Infatti l’omeopatia si basa sul principio in base al quale l’acqua avrebbe “memoria”, quindi – per ragioni non meglio chiarite – una diluizione estrema del principio attivo (tanto che fisicamente non ne resterebbe alcuna traccia), aumenterebbe – secondo gli omeopati – l’efficacia del preparato. 

«Combattere il coronavirus con gli integratori»

I colleghi di Butac hanno recentemente segnalato dei commenti sospetti nella pagina Facebook di una azienda produttrice di integratori. Si fa riferimento soprattutto a un post recante l’immagine di un operatore sanitario che strappa un biglietto rosso con la scritta «coronavirus».

Il titolo del post associato all’immagine è «LA RISPOSTA CITOZEATEC AI VIRUS». Nel testo si parla in maniera piuttosto vaga di «amminoacidi proteici», invitando ad approfondire in un articolo del sito della ditta, dal titolo «VIREMIA DA CORONAVIRUS». Segue un elenco di prodotti con indicazioni sul momento del giorno in cui assumerli. Alla fine leggiamo una avvertenza piuttosto eloquente:

«I prodotti Citozeatec sono elaborati da enzimi specifici (substrati) simili a quelli della cellula umana. Le alterazioni enzimatiche portano a numerose malattie, come già a suo tempo scoperto dallo scienziato J.B. Sumner, 1926. Infatti, la cellula ha la necessità di energia fornita dai suoi substrati, non da altri catalizzatori enzimatici che andrebbero a modificare la struttura genetica portata dalla sequenza nucleotidica del DNA e successivamente trasferita sulla sequenza amminoacidica della catena polipeptidica corrispondente.

GLI INTEGRATORI ALIMENTARI BIODINAMICI NON SONO FARMACI».

Nel thread dei commenti sotto al post della pagina Facebook troviamo commenti piuttosto discutibili, come «Proprio ieri – in alcune TV locali – parlavano dei prodotti della Citozeatec e dell’efficacia sul Cornavirus», oppure «quando si scopre qualcosa che non aiuta le case farmaceutiche meglio se muori», eccetera.

Dobbiamo a questo punto far notare, per completezza, che non ci risulta alcuna conferma dell’utilità degli integratori proposti per un trattamento efficace della Covid-19, né come farmaci, né come integratori alimentari.

«I rimedi naturali» e quelli «fai da te»

Abbiamo parlato di omeopatia e di integratori, ma sono stati portati all’attenzione numerosi «rimedi della nonna» o presunti «miracolosi» quanto ridicoli. Tra questi abbiamo: mangiare aglio, spargersi olio di sesamo, oppure spruzzarsi alcol o cloro addosso per «uccidere il virus». Tutti rimedi rivelatisi falsi, nel caso del alcol e del cloro potrebbero essere anche pericolosi.

Una delle immagini dell’OMS per smentire la teoria dell’aglio.

Non serve nemmeno spruzzarsi dell’acqua salina nel naso! Nel caso decidiate di mangiare aglio in quantità, sappiate che al massimo terrete alla larga gli altri per il vostro alito.

I vaccini e gli antibiotici

Al momento non esiste un vaccino contro il nuovo coronavirus. Risulta inutile sentirsi al sicuro se si è fatto il vaccino antinfluenzale, così come quello contro la polmonite. Risultano inutili anche gli antibiotici siccome questi operano contro i batteri, non contro i virus, ma chi è stato colpito dalla nuova malattia potrebbe ricevere dosi di antibiotici per evitare o contrastare una coinfezione batterica.

La grafica dell’OMS per spiegare che non ci sono farmaci che possano prevenire o curare il nuovo coronavirus.

Ad oggi, come riporta la grafica dell’OMS, non esiste un medicinale specifico raccomandato per prevenire o curare il nuovo coronavirus. Diffidate, dunque, di chi vi promette protezione e guarigioni attraverso prodotti, soprattutto se non farmaceutici.

«I disinfettanti contro il coronavirus nel 2009, sapevano tutto»

Acquistando qualche prodotto disinfettante, come ad esempio il flaconcino Primagel plus disinfettante per le mani, è possibile leggere una nota del tipo «attivo su Coronavirus». Attenzione però! Ciò non vuol dire che siano stati prodotti per contrastare il nuovo coronavirus e che dunque, secondo i classici teorici del complotto, le case farmaceutiche «sapevano tutto e ora lucrano sulla nostra pelle».

Il post che ha diffuso il dubbio negli utenti sul disinfettante Primagel Plus.

Come abbiamo spiegato nei nostri articoli, non c’è nessuna presa in giro e nessun complotto! Esistono da anni prodotti disinfettanti che operano contro i già conosciuti coronavirus come quelli della Sars e della Mers.

«Il coronavirus può sbarcare con i migranti»

L’emergenza sanitaria è stata un’occasione anche per riciclare vecchie questioni legate al controllo dei porti e il contenimento dell’arrivo di migranti dall’Africa. Quale migliore occasione allora, se non quella di un’epidemia per sostenere che la minaccia potrebbe arrivare dal continente da cui giungono i barconi?

Questa tesi ha avuto dei risvolti che si potrebbero definire ridicoli – se non fosse per la serietà della situazione – visto che alla fine il boom di contagi nel Nord Italia sarebbe avvenuto per altre vie. Le difficoltà per capire chi fosse il paziente zero che ha dato il via ai primi contagi ci sono state comunque, anche se il virus è giunto attraverso trasporti regolari e controllati. I patogeni non riconoscono differenze di razza o nazionalità.

«Qualunque cinese ci può infettare»

Certo, è la Cina il paese da cui tutto è partito, ma in che modo i suoi cittadini già presenti sul suolo italiano – anche da decenni e senza essere tornati di recente in patria – avrebbero potuto contagiare il prossimo?

Sembra assurdo, eppure nel 2020 sono finiti nei titoli dei giornali episodi che pensavamo non dovessero ripetersi più. In una situazione da “stato d’emergenza” qualcuno ha avuto l’impressione di essere legittimato a poter sfogare i propri sentimenti xenofobi. E siccome si fa presto a identificare come cinese chiunque abbia gli occhi a mandorla, in mezzo ci finiscono a volte anche i filippini.

«Non comprate prodotti dalla Cina»

Una delle più dannose notizie false riguarda la trasmissione del virus attraverso prodotti acquistati in Cina e spediti in Italia, mediante diversi corrieri in giro per il Mondo. Anche se il nuovo coronavirus può rimanere sulle superficie per alcune ore, fino a diversi giorni a seconda del tipo di superficie, è difficile che riesca a sopravvivere viaggiando e rimanendo esposto a condizioni e temperature diverse. Volete essere sicuri? Basta pulire le superfici con un disinfettante e lavarsi le mani con acqua e sapone.

«Cani e gatti possono diffondere il virus»

No! Non ci sono prove, nonostante quanto riportato erroneamente da alcune testate giornalistiche anche italiane, che gli animali domestici come cani e gatti possano trasmettere il nuovo coronavirus. Rimane sempre valida la cura dei propri amici a quattro zampe, mantenendoli puliti così come dovete mantenere pulite le vostre mani, anche con acqua e sapone.

«Virus creato e fuggito da un laboratorio»

Tutto parte dal fraintendimento di alcuni brevetti riguardanti dei coronavirus attenuati, probabilmente non tenendo conto che con quel termine si indica un’ampia famiglia di virus, e ignorando che il genoma del nuovo era stato reso pubblico dopo lo scoppio dell’epidemia.

Così si cercano nuovi indizi per avvalorare l’idea che il virus fosse già conosciuto, inizialmente per promuovere la vendita del vaccino, poi si arriva al laboratorio di bio-sicurezza di Wuhan, la città dove tutto ha avuto inizio.

Per gli esperti non vi è dubbio che sia originato nel mercato ittico locale, ma un articolo di Nature del 2017 e un altro del 2015, vengono usati impropriamente per sostenere che laggiù venivano perpetrati piani di «guerra batteriologica».  

Saltano fuori anche presunti esperti già distintisi per precedenti affermazioni infondate, come Dany Shoham e Francis Boyle. Ma collezionare dati senza alcun collegamento causale è come sommare una serie di zeri: il risultato darà sempre zero.

Come premesso, il genoma del SARS-CoV2 è noto e pubblico, il virus è stato isolato in tutto il Mondo. Nessuno ha trovato traccia di ingegnerizzazione. Solo due studi – utilizzati come prove scientifiche dai complottisti – hanno tentato di avvalorare questa tesi, ma sono stati entrambi ritirati, forse per iniziativa dei loro autori.

Il primo suggeriva che nel codice genetico del virus vi fossero tracce del Hiv, il secondo basato su dati aneddotici e qualche articolo di quotidiani cinesi, indicava due laboratori siti a Wuhan.

Infine, c’è chi ha tentato di instillare la suggestiva ipotesi che un caso di spionaggio, di cui è accusato uno scienziato americano – a vantaggio di un laboratorio di Wuhan – fosse l’indizio che i cinesi avessero ingegnerizzato il virus, rubando dati sui patogeni dagli americani; peccato che in quelle strutture si producono solo batterie al litio.

«I morti sono centinaia di migliaia»

Molte sono state le bufale che hanno cercato di sostenere la teoria che in Cina ci siano stati più casi di decessi per il nuovo coronavirus di quanti sono stati riportati dagli organi ufficiali. Se fosse vero, tale tesi avrebbe avuto riscontro negli altri paesi dove è giunto il virus, tra questi l’Italia. Una delle bufale circolate era quella della cremazione che avrebbe alzato in maniera vertiginosa le emissioni di anidride solforosa, ma è bastata la semplice matematica per smentire il tutto: è impossibile che abbiano cremato milioni di corpi in poche ore.

La teoria, smentita, dei corpi cremati in massa a Wuhan.

Ad alimentare queste teorie sono state anche delle immagini che hanno subito delle manipolazioni, come quelle del contatore di Tencent, che abbiamo smentito in un articolo di Open.

Il fake circolato sui casi di contagio e morte in Cina.

Il parere degli esperti

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