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Coronavirus, i numeri in chiaro. Il prof. Pregliasco: «Incremento esponenziale dei contagi. Stabili le terapie intensive»

14 Marzo 2020 - 20:33 Felice Florio
Il virologo dell'università statale di Milano e direttore sanitario dell'ospedale Galeazzi ha analizzato per Open gli ultimi dati dell’epidemia. Se ieri si erano registrati 2.547 nuovi contagi, il 14 marzo il numero è salito a 3.497

I dati pubblicati dalla Protezione civile il 14 marzo dicono che in Italia, attualmente, ci sono stati 21.157 casi di positività al Coronavirus: 1.966 guariti, 17.750 ancora infetti e 1.441 morti. Se nella giornata di ieri si erano registrati oltre 2.547 nuovi contagi, oggi il numero è schizzato a 3.497. «Un’analisi di questi dati ci conferma un incremento esponenziale del numero di contagiati. Un aspetto positivo è che il numero di soggetti che necessitano la terapia intensiva non è aumentato alla stessa velocità».

«Questo a mio avviso è un buon segnale soprattutto per la Lombardia perché dimostra l’efficacia degli interventi in atto – chiarisce il professor Fabrizio Ernesto Pregliasco -. È vero, la quota della mortalità è ancora elevata, ma questa mortalità è relativa a pazienti che hanno un percorso di malattia lungo e che quindi hanno subito l’infezione in periodi precedenti». Il virologo dell’università Statale di Milano e direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi sottolinea però «che dalle altre regioni arriva un dato non piacevole».

«La progressione non è pesante come in Lombardia, ma dimostra la necessità di insistere su queste misure perché sarà lì che vedremo gli effetti di efficacia maggiore». Per Pregliasco «nel Nord Italia riusciremo a mitigare la diffusione del coronavirus per far sì che tutti i cittadini possano avere la più opportuna assistenza sanitaria. I dati di oggi ci danno un segnale timido, speriamo che il contenimento si consolidi nei prossimi giorni».

«Il tasso di mortalità è più elevato perché c’è una quota di anziani molto alta. Ma credo che l’elemento principale sia una sottostima del numero dei casi considerati all’estero. Durante tutte le epidemie una quota di casi non arriva alla notifica. Il virus che circola in Italia è del tutto simile, comparabile all’80% con quello che circola in Cina e nelle altre nazioni – afferma Pregliasco, e conclude -. Dobbiamo aspettare ancora qualche giorno per vedere l’efficacia concreta degli interventi più stringenti presi in Italia».

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