Il fotomontaggio della cisterna con la scritta «Covid-19» e i soliti complotti
La teoria di complotto sul nuovo coronavirus comincia a raffinarsi, diventano un po’ meno confusa rispetto agli esordi. Circolano in particolare narrazioni che vanno dal laboratorio di Wuhan da cui il virus sarebbe stato fatto partire, per arrivare al vaccino già pronto attraverso la Fondazione di Bill e Melinda Gates. Secondo questa narrazione SARS-CoV2 dovrebbe infine “disattivarsi” – come previsto dai “poteri forti” – con l’arrivo del caldo.
Si tratta di una antologia di diverse tesi da noi già analizzate, rivelatesi prive di fondamento, per quanto suggestive infatti, si basano esclusivamente sul fraintendimento di studi scientifici e coincidenze.
Stavolta però abbiamo anche una immagine, dove si vedrebbe la cisterna di un treno americano con la scritta «Covid-19». Dell’analisi fotografica si erano occupati già i colleghi di Snopes.
La “misteriosa” cisterna «Covid-19»
L’immagine della presunta cisterna col marchio «Covid-19» è apparsa per la prima volta il 14 marzo in un post Facebook di Karen Collins, divenendo presto virale. Si tratta forse di una burla?
«Negli Stati Uniti – spiega Snopes nel suo fact checking – i vagoni ferroviari riportano i marchi di segnalazione assegnati dall’Associazione delle ferrovie americane che consistono in due o quattro lettere seguite da un numero massimo di sei cifre e indicano la proprietà del macchinario».
Ovviamente la sigla «Covid-19» non esiste. Del resto, il termine coniato designa la malattia causata dal virus, «SARS-CoV2», che sarebbe stato più sensato trovare come marchio nella cisterna mostrata. Tutto questo a prescindere dall’immagine macchiettistica di un complotto globale che utilizzerebbe marchi di questo genere, per i suoi loschi “traffici di virus”.
Qualcuno però prende sul serio l’immagine, non cogliendo la palese ironia, aggiungendo un contorno di tesi di complotto piuttosto suggestive, ma dalla credibilità paragonabile all’immagine in questione, che se non fosse ormai abbastanza ovvio, è un mero fotomontaggio. I colleghi di NextQuotidiano si sono divertiti a sostituire l’immagine con la più nostrana «Amuchina».
La narrazione del virus prodotto in laboratorio
«Il virus è stato creato in Usa e spedito nel laboratorio di Wuhan – recita uno dei testi complottisti che circolano in questo periodo – Il laboratorio di Wuhan era sotto il controllo dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) probabilmente è stato sparso con aerei solo su alcuni paesi, il tutto era già stato calcolato con una simulazione finanziata Bill & Melinda Gates Foundation, chi di dovere ha già sia il vaccino che il farmaco per bloccare tutto nel caso qualcosa vada storto. Tutto si concluderà con l’arrivo del caldo».
Stavolta il laboratorio di Wuhan da dove sarebbe partito il virus non ne sarebbe anche l’origine. Il coronavirus sarebbe stato infatti prodotto in Usa e successivamente introdotto a Wuhan.
Secondo una suggestiva teoria, introdotta anche nel format Tv «Il vaso di Pandora», gli atleti americani che parteciparono nel novembre scorso a un evento sportivo internazionale, che coinvolge ogni quattro anni le Forze armate di diversi Paesi, sarebbero stati gli “untori” del virus.
Un’altra versione mette in collegamento il processo a uno scienziato americano, che avrebbe passato informazioni proprio a una istituzione universitaria cinese sita a Wuhan. Tra i maggiori finanziatori di questo piano la Fondazione Bill & Melinda Gates.
Tutto si regge in piedi (si fa per dire), ricamando su iniziali bufale che si reggevano prevalentemente su una totale ignoranza riguardo al nuovo coronavirus:
Esistono brevetti di un vaccino già pronti?
I coronavirus sono un ampio gruppo di virus. Il brevetto che circola maggiormente riguarda uno attenuato che colpisce i polli. Il genoma di SARS-CoV2 è noto da mesi, è stato inoltre isolato in diversi paesi, e si studia la sua filogenesi sulla base delle mutazioni del Rna.
L’origine zoonotica dei virus (ovvero dagli animali) è studiata da decenni, anche su quelli derivati dai pipistrelli. Com’è possibile che nessuno si sia accorto di una ingegnerizzazione? E come sarebbe avvenuta, visto che non abbiamo conoscenze sui geni, tali da sostituirci alla pressione evolutiva del Sistema immunitario umano?
Tutte queste tesi presumono una avanzata conoscenza dell’ingegneria genetica – tenuta segreta – tale da sfuggire all’occhio di milioni di virologi e genetisti. Quei pochi articoli che suggerivano una ingegnerizzazione si sono rivelati subito inconsistenti, tanto da venire ritrattati dagli stessi autori.
Un esempio lampante è quello del coronavirus con tracce di innesti del Hiv, smontato il mese scorso da Enrico Bucci. Qualcuno ci ha provato anche decontestualizzando palesemente veri studi scientifici, non facendosi problemi a usare tra le sue fonti aneddoti presi dai quotidiani.
Tutti gli esperti in materia ritengono molto probabile, alla luce delle conoscenze pregresse, che il virus sia comparso nel mercato ittico di Wuhan, pressapoco nel mese di dicembre del 2019. Questa spiegazione combacia coi migliori studi a disposizione; le tesi complottiste invece – come da manuale – necessitano innesti di elementi ipotetici, che implicherebbero una omertà globale degli scienziati.
Senza contare che un virus, come abbiamo visto, non può essere controllato, non solo per il modo in cui si diffonde, ma anche per le sue eventuali mutazioni, rischiando di divenire un boomerang per chi volesse usarlo come arma biologica.
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