Migranti, incendio nel campo profughi sull’isola di Lesbo. Muore una bambina di 6 anni – Il video
Ancora Lesbo, ancora Moria. Una bambina tra i sei e i sette anni è morta nell’incendio esploso nel campo profughi sull’isola di Lesbo in Grecia. A riferirlo sono stati i vigili del fuoco della zona. L’incendio è stato domato ma le circostanze in cui è nato rimangono tuttora poco chiare. Non è escluso per ora quindi che si sia trattato di un incidente.
La fiammata ha bruciato due contenitori usati come alloggi dalle persone nel campo di Moria, seminando il panico nel labirinto di container e tende dove vivono circa 19.400 persone, vale a dire circa 16mila in più rispetto alla capienza massima. Il campo infatti dovrebbe ospitare un totale di tremila persone.
Tensione alle stelle. Anche per il coronavirus
«Questo incendio arriva a soli due mesi da quello scoppiato nel campo di Kara Tepe e a cinque da un altro che aveva colpito Moria a settembre 2019», ha ricordato Marco Sandrone, capo progetto di Medici Senza Frontiere sull’isola greca. Ed arriva in un momento di grande tensione tra i profughi e le associazioni di volontari presenti sull’isola da una parte, e la popolazione locale dall’altra.
Tensioni che esistono dall’inizio della crisi dei migranti nel Mediterraneo nel 2014, ma che sono state esacerbate con l’arrivo di decine di nuovi profughi nelle ultime settimane dopo la decisione da parte della Turchia di aprire le proprie frontiere e favorire lo spostamento dei profughi presenti sul suo suolo verso l’Europa, come protesta per il mancato appoggio dell’Ue nella guerra civile in Siria. Circa 150 mila persone avrebbero tentato la fuga via mare dalla Turchia verso le isole dell’Egeo.
Nelle ultime due settimane si sono verificati attacchi ai danni di medici e giornalisti sull’isola da parte della popolazione locale. Una situazione resa ancora più esplosiva dallo spettro del coronavirus. Sei giorni fa è stato registrato il primo caso di Covid-19 tra i residenti di Moria (in Grecia i casi sono 331, secondo la John Hopkins). Temendo la “tempesta perfetta”, le associazioni di volontari, tra cui Medici Senza Frontiere, sono tornate a chiedere la sua evacuazione immediata, ma per il momento non si muove nulla.
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Foto di copertina: Ihab Abassi