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Coronavirus, i consigli della Farnesina per gli italiani nel Regno Unito

Non sono previsti aiuti o rimborsi per i concittadini che vogliono tornare in Italia. Sono possibili anche i rientri via terra, più lunghi ma tendenzialmente più economici

Con l’aggravarsi dell’epidemia di Coronavirus negli altri paesi europei, comincia a prendere piede l’esodo di ritorno da parte dei concittadini che attualmente si trovano all’estero. Tra questi c’è anche il Regno Unito dove i casi confermati sono 1.960 e i decessi 56 (dati della John Hopkins) e dove i residenti italiani sono circa 700mila. Per facilitare il loro rientro la Farnesina ha pubblicato una serie di raccomandazioni e di consigli su quali strade tentare.

Via aereo

Il modo più diretto rimane il volo in aereo e il ministero degli Esteri consiglia di verificare la disponibilità dei biglietti sui voli quotidiani di Alitalia tra Londra e Roma. Scarseggiano le alternative meno costose: Ryanair ha sospeso tutti i suoi voli italiani fino all’8 aprile mentre Easyjet ha reso disponibile soltanto alcuni voli straordinari per chi vuole rientrare. Per chi pensa di prendere un volo con scalo, il ministero degli Esteri consiglia di prestare molta attenzione visto il moltiplicarsi di casi di paesi che stanno rivedendo le proprie disposizioni sul traffico in entrata e in uscita.

Via terra

In alternativa rimane il transito via terra, in treno – raggiungendo le stazioni di Parigi o Bruxelles prima di proseguire per l’Italia – o in autobus, usando – così consiglia la Farnesina – il motore di ricerca Omio per controllare gli orari, i tragitti e il prezzo dei biglietti. Al momento è ancora possibile transitare in macchina via Francia e per chi stesse pensando a questa opzione la Farnesina consiglia di consultare il sito internet del Ministero degli Interni francese.

Chi rimane

Per chi invece fosse intenzionato a rimanere su suolo britannico la Farnesina ricorda che, in quanto cittadini europei, gli italiani hanno diritto alle stesse tutele sanitarie dei cittadini britannici e quindi potranno fare affidamento al National Health Service (NHS) britannico. Una quarantena di 7 giorni è consigliata per chi dovesse sviluppare dei sintomi.

Anche se il Governo britannico ha adottato un’altra strategia rispetto ai paesi europei come l’Italia, puntando invece sull’immunità di gregge, per rallentare il contagio il Governo ha introdotto, oltre alla quarantena per chi ha sintomi (di 7 giorni per chi vive da solo e di 14 per chi vive con altri) anche nuove misure di distanziamento sociale, invitando i cittadini a non frequentare pub, teatri, cinema ed altri spazi pubblici, a rinunciare ai viaggi e a lavorare da casa dove e quando possibile.

Il parere degli esperti

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