Coronavirus, ecco le denunce ai senzatetto: «Basta multe, chi una casa non ce l’ha, cosa fa?». E la Puglia apre le «casette»
Ridurre al minimo gli spostamenti, vietato stare fuori senza una valida ragione: parla chiaro il decreto del presidente del Consiglio Giuseppe Conte per contenere l’epidemia del Coronavirus. Ma come fanno i senzatetto, quelli che una casa non ce l’hanno, a rispettarlo? «Non possono ottemperare e per questo vengono denunciati. Le persone che, in Italia, vivono per strada sono circa 55.000 e in questi giorni sono diverse le segnalazioni di denunce che ci stanno arrivando. Abbiamo almeno 15 casi tra Roma, Milano, Verona, Siena e Modena» ci spiegano dall’associazione Avvocato di strada onlus. «Queste denunce vanno archiviate. È come se le chiedessi di spostare un masso di tre tonnellate, lei riuscirebbe?» aggiunge il presidente, Antonio Mumolo.
Senzatetto «costretti a non rispettare il decreto perché non hanno una casa e non sanno dove andare e di giorno le strutture sono chiuse». L’appello, dunque, è rivolto al presidente del Consiglio e al ministro dell’Interno: «Bisognare dare indicazioni a questure e prefetti di non elevare multe ai senzatetto (l’art. 650 del codice penale prevede l’arresto fino a 3 mesi o un’ammenda fino a 206 euro, ndr), cerchiamo piuttosto di trovare soluzioni di concerto con i comuni».
Le denunce
In una di queste denunce, che Open ha potuto visionare, si legge che a un senza fissa dimora – che vive all’interno di un camper – è stato contestato il fatto che si fosse allontanato «dal luogo di dimora per andare a fare un bagno nelle vasche terminali del Petriolo». «Lui abita in una via fittizia, non ha una casa. Quale sarebbe il suo luogo di dimora? Gli hanno detto che dovrebbe stare nel parcheggio più vicino al suo comune di residenza. E poi è affetto da psoriasi, una malattia della pelle. Non è forse questo un motivo di salute?» ci spiega l’avvocato Leandro Parodi che si sta occupando del caso.
In un’altra denuncia, pervenuta alla nostra redazione, stavolta a Bologna, è stato contestato a un senza fissa dimora il fatto che si trovasse «a piedi mentre percorreva la via Indipendenza in direzione della stazione ferroviaria»
Senzatetto senza medico di base
E c’è un problema ancora più grave: «I senza fissa dimora, non avendo la residenza, non hanno un medico di base. Quindi se stanno male vanno al pronto soccorso, cosa che non andrebbe fatta per nessuna ragione in questo momento». Senzatetto che, senza residenza, non possono votare, non possono lavorare, non possono prendere parte ai corsi di formazione professionale promossi dalle Regioni. Senzatetto esclusi dalla società. «Chiediamo a chi di competenza di assegnare loro un medico di base, e questo lo si può fare semplicemente ricorrendo alla cosiddetta residenza fittizia. Se continuiamo a non occuparci di loro, non riusciremo a salvarli dalla strada trasformandoli in invisibili. E poi c’è un problema concreto di salute pubblica, non lasciamoli soli» aggiungono dall’associazione Avvocato di strada onlus.
Le casette per i senzatetto a Lecce
La soluzione – concludono – sarebbe quella di mettere a disposizione fin da subito «palestre, capannoni o edifici pubblici» per garantire un tetto a chi non ce l’ha. E in Puglia ci ha pensato la Croce rossa regionale che, insieme al comune di Lecce, ha allestito delle casette prefabbricate per senzatetto all’interno di una struttura a Masseria Ghermi (che ospita già i migranti). Non c’è più tempo da perdere.
La responsabile del centro, Loredana De Pascalis, spiega a Open che «le casette sono composte di 4 letti ma che, viste le disposizioni del governo italiano, al momento vengono ospitate al massimo due persone»: «Abbiamo anche docce con acqua calda e i nostri dipendenti pronti ad ascoltare ogni loro esigenza». Ma c’è un problema: «Noi diamo ospitalità per la notte. Durante il giorno i senzatetto rimangono comunque per strada». Costretti a stare fuori, costretti a non rispettare il decreto.
Foto in copertina di Open
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