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La strana storia dell’azienda agricola scelta per fabbricare le mascherine anti coronavirus

La società è stata venduta proprio nei giorni in cui si decideva della gara. E l'ex proprietario è finito più volte nelle cronache giudiziarie

L’emergenza Coronavirus ha fatto correre il governo ai ripari: molte le forniture da comprare in modo massivo e con tempi rapidissimi. Proprio per questo Consip ha lanciato e chiuso le gare in pochi giorni pur di aiutare la Protezione civile e le aziende sanitarie regionali in difficoltà. Nell’elenco di chi ha vinto i bandi lanciati dalla centrale unica d’appalto della pubblica amministrazione, c’è però almeno un’azienda la cui storia incuriosisce e le capacità di produrre mascherine in tempi rapidi, come chiede il governo (e pretende il buonsenso nazionale) è tutta da dimostrare. Perché è un’azienda agricola che non ha nella sua ragione sociale nulla che faccia pensare a dispositivi chirurgici, perché l’ex proprietario è sotto inchiesta per traffico di influenze e noto alle cronache per essere stato taglieggiato dalla ex moglie dell’ex giocatore romanista Daniele De Rossi, e perché il passaggio ad un nuovo proprietario è avvenuto proprio a ridosso dell’assegnazione dell’appalto.

Ansa | La sede Consip

La storia di Biocrea

Stiamo parlando di “Biocrea, società agricola”, l’azienda che si è aggiudicata il lotto 6 delle gare urgenti Consip: dovrà infatti produrre 32.039.550 mascherine per un valore complessivo di 12.220.528,00 Euro. Non da sola: è la prima aggiudicataria del lotto, però, il che vuol dire che quello che non produce lei passerà nella commessa al terzo o al quarto vincitore. E in effetti, la seconda e la terza, Betatex Spa e Benefis Srl sembrano essere aziende da tempo attive nel campo sanitario, mentre Icr è un’azienda che si occupa soprattutto di cancelleria ma potrebbe essere in grado di produrre mascherine di carta.

Biocrea potrà produrre mascherine in tempi rapidi così come vuole il governo? A leggere i documenti pubblicati presso la Camera di commercio di Milano e Monza viene più di un dubbio. Nella ragione sociale dell’azienda non si parla di produzioni industriali né sanitarie. Biocrea società agricola sembra appunto un’azienda agricola e nulla di più: si occupa di agricoltura e silvicoltura, ha tra le proprie ragioni sociali la gestione del fondo agricolo, la produzione di piante aromatiche, persino di energia rinnovabile e di turismo sostenibile. Ma di produzione di mascherine non si parla in nessuna sede.

L’acquisto subito dopo il bando

Non basta: la proprietà di Biocrea è passata di mano proprio nei giorni in cui esplodeva l’emergenza coronavirus.  L’attuale socio unico dell’azienda, infatti, è  Stefania Verduci: ha comprato tutto l’11 marzo 2020, due giorni dopo la pubblicazione del bando Consip e il giorno prima dell’aggiudicazione. È Amministratore unico dell’azienda dal 19 febbraio (un giorno prima che esplodesse il caso coronavirus in Italia ma è vero che l’allarme era già scattato) e, ma anche questa nomina è stata depositata il 5 marzo, quando eravamo già in piena emergenza.

Difficile rintracciare l’imprenditrice Verduci in rete: non sembra essercene traccia neppure su Facebook o su Linkedin, dove spesso i giovani manager – come lei quarantenne originaria della Calabria – rendono noti i loro curriculum. Verduci invece, a quel che risulta ad Open, sembra irreperibile.  

Chi possedeva prima la Biocrea

Il precedente proprietario, invece, è un nome noto, perlomeno alle cronache giudiziarie, soprattutto nella capitale. Antonello Ieffi, infatti, è stato vittima di un sequestro di persona seguito da un brutto pestaggio, a quel che risulta ordinato (dice l’accusa ma il processo è in corso) da Tamara Pisnoli, l’ex moglie di Daniele De Rossi giocatore rimasto nel cuore dei tifosi romanisti.

Ansa | Tamara Pisnoli nel 2014 in una foto in cui scherza sull’inchiesta che la riguarda

Ieffi allora si occupava di fotovoltaico, avrebbe chiesto 85mila euro e Tamara Pisnoli glieli avrebbe prestati al tasso del 20% mensile: quando Ieffi non era più in grado di pagare sarebbe scattato il pestaggio. Il tempo è passato e al momento Ieffi è a giudizio per traffico di influenze per un’altra vicenda, sempre legata ad aziende dell’energia rinnovabile, settore che – dice il suo profilo Linkedin  – ha cercato di sviluppare anche alla Biocrea Società Agricola, visto che la società sarebbe attiva nel settore delle coltivazioni acquaponiche e idroponiche. L’11 marzo, però, appunto l’improvvisa cessione.

L’aggiudicazione dei lotti

Tra le gare bandite da Consip per il caso Covid, quella del 9 marzo è stata la più rilevante dal punto di vista economico. Diciotto lotti che includono attrezzature complesse come aspiratori elettrici, ventilatori per la rianimazione ed elettrocardiografi, oltre a  35 milioni di mascherine, di cui le chirurgiche nel lotto 6, quello che vede Biocrea come prima assegnataria.

La spiegazione di Consip

Contattata da Open, Consip ha spiegato che “in linea di massima le aziende che appaiono sul sito come aggiudicatarie sono effettivamente quelle che hanno vinto, ma il sito non ha valore legale”. Dunque, non risultano errori o omonimie: “Chi ha partecipato alla gara ha dichiarato che aveva le competenze tecniche per svolgere il compito, è un’autocertificazione, di cui eventualmente risponde. Noi, vista l’urgenza, controlliamo solo i documenti sta a loro consegnare a tempo debito”.

Foto di repertorio di Dan Meyers su Unsplash

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