Coronavirus. Così i No Vax preparano le nuove campagne mediatiche contro il prossimo vaccino
Bisogna che spendiamo qualche parola su quanto sta succedendo nei gruppi privati di Facebook e nei siti Web, dei movimenti No vax. Questo perché preparano le future campagne di disinformazione, immediatamente successive allo sviluppo di un vaccino contro il SARS-CoV2.
Tutte le narrazioni complottiste e pseudo-mediche che ci segnalate in continuazione, diversamente dal solito si spengono in poche ore o giorni, questo perché, lo stato d’emergenza ha reso buona parte dell’opinione pubblica più attenta alle spiegazioni delle persone veramente competenti in merito (alla fine dell’articolo trovate un listato delle interviste di Open agli esperti).
Quando però tutto sarà finito (perché finirà, se siamo tutti responsabili anche più presto), l’attenzione potrebbe venir meno, dimenticandoci che sono tante le pandemie di cui non dobbiamo più preoccuparci, grazie a chi da decenni studia i virus e lo sviluppo dei vaccini, con buona pace di chi ha usato la loro letteratura, per fabbricare presunte prove di un virus ingegnerizzato. Esaminiamo solo alcune delle affermazioni più preoccupanti nel fronte No vax.
Il business legale dei sedicenti «danni da vaccino»
La forza di questo genere di movimenti, sta nella capacità di sfruttare una difficoltà di comunicazione tra il sistema giuridico e quello che è il consenso in ambito scientifico. Lo abbiamo visto in diverse sentenze dove si risarcivano «danni da vaccini», o da uso prolungato del cellulare, tutte in palese contrasto con quanto riscontrato dalla Comunità scientifica.
Quindi emergono le figure più indispensabili nel campo: soprattutto avvocati, che hanno trovato nelle associazioni No vax un vero e proprio business, a cui si uniscono i promotori di vari rimedi di dubbia efficacia.
Un esempio tra tanti è il post di un legale su Facebook, condiviso poi in uno dei gruppi privati No vax, dove si chiedono informazioni riguardo a una correlazione tra persone vaccinate contro l’influenza e i casi positivi di Covid-19:
«Qualcuno mi saprebbe dire se chi si è vaccinato da ottobre 2019 con FLUAD 2019-2020, INFLUVAC S TETRA, INFLUVAC S e VAXIGRIP TETRA è stato poi colpito da CORONAVIRUS ??? Parlo della cd. INTERFERENZA VIRALE !!! grazie per la risposta».
Correlazioni spurie e dove trovarle
Ma certo, è molto probabile che ci sia una correlazione, visto che questo genere di vaccini viene raccomandato soprattutto per gli anziani. La ragione è divenuta tristemente evidente proprio a seguito dell’epidemia attuale: in mancanza di un vaccino e cure antivirali specifiche, sono soprattutto i cittadini over sessanta i più esposti.
Si chiamano “correlazioni spurie”, esistono siti ricchi di esempi a riguardo. Probabilmente buona parte degli adulti colpiti dal nuovo coronavirus indossano sempre la cintura di sicurezza, tuttavia non è dimostrato che queste precauzioni alla guida possano causare infezioni virali.
La differenza tra un collegamento ridicolo e uno serio non è nelle cose, ma nella nostra testa: dipende dalle emozioni e dal carisma dell’influencer che ce le presenta; per questo negli studi scientifici seri si tiene conto dei bias, ovvero di tutti i pregiudizi, che potrebbero condizionare l’interpretazione dei dati.
L’uso mirato dei sentimenti parentali
Se un genitore scopre che il proprio figlio manifesta sintomi di autismo poco dopo avergli fatto le regolari vaccinazioni, è piuttosto comprensibile che sia più portato a credere che il suo bambino sia stato danneggiato.
Chi ha seguito degli studi, ottenendo una abilitazione in un Ordine professionale, dovrebbe essere invece più accorto, onde evitare di sfruttare la debolezza di queste persone, danneggiando intere comunità.
Basta dare un’occhiata ai commenti che si leggono in risposta a questo genere di richieste “ingenue”, per capire quanto sia pericoloso instillare certe suggestioni, specialmente se il pubblico di riferimento è composto prevalentemente da genitori.
Adesso i vaccini provocano anche il Covid-19?
Veniamo ora al modo con cui vengono usate le fonti scientifiche dai No vax. Prendiamo per esempio lo studio linkato proprio da «Ilaria», una delle mamme anti-vax che sono intervenute nel thread della foto precedente.
Il titolo del paper ha sicuramente appagato la fame di fonti, che confermano il pregiudizio di partenza:
«Influenza Vaccination and Respiratory Virus Interference Among Department of Defense Personnel During the 2017-2018 Influenza Season».
Se però prima di condividerlo Ilaria avesse letto l’estratto, avrebbe scoperto che nelle conclusioni non è dimostrato un legame tra i vaccini antinfluenzali e le sindromi respiratorie gravi, come Covid-19:
«La ricezione della vaccinazione antinfluenzale non era associata all’interferenza virale tra la nostra popolazione. L’esame delle interferenze virali da parte di specifici virus respiratori ha mostrato risultati contrastanti».
«L’interferenza del virus derivato dal vaccino era significativamente associata al coronavirus e al metapneumovirus umano; tuttavia, una protezione significativa con la vaccinazione è stata associata non solo alla maggior parte dei virus influenzali, ma anche alle coinfezioni da parainfluenza, RSV e virus non influenzali».
Un’idea confusa di Scienza
L’uso a sproposito di PubMed – ch’è solo un portale di articoli scientifici, e non esegue ulteriori revisioni dei contenuti – è evidente anche in diversi blog di autori “free-vax”; prendiamo giusto un esempio tra tanti, dove si cita lo stesso studio, descritto sciattamente come «pubblicato su PubMed».
Il titolo del post è suggestivo, quanto fuorviante: «Coronavirus: Bergamo è la città più vaccinata d’Italia contro la meningite e l’influenza, e ora i morti non si contano». Chi scrive trasmette il messaggio che “un vaccino vale l’altro”, ma ad ogni virus corrispondono vaccini diversi, ovviamente.
Forse si allude che il vaccino contro la meningite virale, possa aver dato luogo a quello che oggi identifichiamo come il ceppo italiano del SARS-CoV2?
In questo caso entreremmo nella fantascienza, dal momento ch’è stata studiata la filogenesi del virus, dalla Cina agli altri ceppi isolati nel Mondo, smentendo così, sia le tesi sulla sua ingegnerizzazione, sia quella di un «virus padano». Questa confusione riguardo a come usare le fonti scientifiche potrebbe far sorridere, se non fosse per le pericolose implicazioni.
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