Coronavirus, i numeri in chiaro. Il fisico Sestili: «Il picco? A metà aprile. E l’inquinamento facilita il contagio» – La videointervista
I dati diffusi dalla Protezione civile il 20 marzo dicono che in Italia, attualmente, sono stati riscontrati 47.021 casi di positività al Coronavirus: 5.129 guariti, 37.860 ancora infetti e 4.032 morti. Se nella giornata di ieri si erano registrati oltre 4.480 nuovi contagi, oggi il numero è salito a 4.670. «I 627 deceduti di oggi fanno parte della crescita, ancora importante. Il picco non è dietro l’angolo. Le migliori previsioni dicevano che avremmo riscontrato il picco epidemico verso la fine di marzo».
Giorgio Sestili, fisico e divulgatore scientifico, aggiunge: «È più probabile, guardando anche ai calcoli che ho fatto con altri esperti della comunità scientifica, che il picco di contagi si avrà tra il 10 e il 15 aprile». Sestili ha fondato una pagina Facebook molto seguita, Coronavirus – Dati e Analisi Scientifiche, dove condivide, appunto, dati e analisi scientifiche di scienziati e ricercatori sulla diffusione del coronavirus.
«Da alcuni studi che stiamo analizzando – afferma Sestili, discostandosi dall’analisi dei dati fatta giorno per giorno – sembrerebbe che ci sia una correlazione tra presenza di Pm10 nell’aria e aumento dei contagi. Questo perché il virus si trasmette attraverso l’aerosol, aggrappandosi quindi ad alcune particelle responsabili dell’inquinamento e restando sospeso nell’aria».
«Alcuni ricercatori statunitensi stanno cercando di definire con precisione il tempo di permanenza del coronavirus sulle superfici – conclude il fisico –. L’emivita dell’agente patogeno, secondo uno studio pubblicato sul The New England Journal of Medicine, sarebbe di 3 ore nell’aerosol, 3 ore e mezza sul rame, poco meno di 9 ore sul cartone, 13 ore sull’acciaio e 16 ore sull’acciaio».
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