Coronavirus, nuova stretta del governo: chiusi parchi e giardini, sport da soli e vicino casa
Il governo adotta questa sera un’ordinanza con nuove misure restrittive per contenere il contagio da Coronavirus. Le nuove misure, che si sommano alle esistenti, sono valide dal 21 marzo al 25 marzo, quando scade il decreto del presidente del Consiglio dei ministri che aveva imposto la stretta a tutti gli spostamenti e la chiusura di bar e negozi.
«È vietato l’accesso del pubblico ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici», prevede l’ordinanza. «Resta consentito svolgere individualmente attività motoria nei pressi della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona». E ancora: «Non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto».
Saranno chiusi gli esercizi alimentari nelle stazioni ferroviarie. Stop anche a spostamenti verso seconde case nei festivi.
Ecco il testo dell’ordinanza governativa:
Chiamata ai medici volontari di tutta Italia
Nel frattempo è on line il bando per consentire a tutti i medici italiani che vogliono aderire alla task force che il capo della Protezione civile Angelo Borrelli metterà in piedi da domani mattina. Un bando per 300 medici volontari, dice Boccia. «Abbiamo necessità che questa risposta avvenga in 24 ore». Lo annuncia il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia nel corso di una nuova conferenza stampa in serata con il capo della protezione civile Angelo Borrelli. «Si tratta di costituire una forza rapida di intervento», dice Borrelli. Anche nel coordinamento delle terapie intensive e per l’utilizzo del sistema CROSS Centrale operativa remota operazioni soccorso sanitario, per spostare i pazienti in terapia intensiva da una regione all’altra: operazioni che al momento avrebbe interessato una cinquantina di pazienti.
Il ministro Francesco Boccia nel coordinamento con Regioni, Anci e Upi aveva intanto chiesto oggi, secondo quanto riporta l’Ansa, di «non fare ordinanze singole perché non incidono se non sono omogeneizzate con le indicazioni dello Stato» e di «aspettare il governo, che dal primo momento sta lavorando per omogeneizzare sempre più le misure». Ora «quello che conta è quanti posti di terapia intensiva vengono aperti ogni giorno – ha detto -, questa deve essere la nostra comune ossessione collettiva per salvare la vita degli italiani».
«Non conta quante ordinanze si fanno perché alla fine dell’emergenza tutti saremo giudicati sull’aumento delle terapie intensive – ha detto Boccia, secondo quanto riferito -, su quante vite umane si saranno salvate e su come e quanto avremo difeso il diritto universale costituzionale alla salute».
Le risposte economiche
La sospensione delle regole del Patto di Stabilità in Europa, annunciata dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Layen, «è una decisione saggia che noi abbiamo sostenuto, significa non solo che tutte le spese per l’emergenza sono consentite, sono considerate spese eccezionali, ma anche che nella fase di uscita non bisogna immediatamente ritornare al rispetto di quei parametri, adattando il percorso di ritorno alla normalità al fatto che ci sarà stata una forte recessione», dice il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri intervenendo in serata allo Speciale Tg1 sul Coronavirus. «Siamo in una fase eccezionale, è giusto che si sospendano le regole tradizionali di bilancio» e ora la prossima fase «che auspichiamo è che si metta in campo anche una risposta economica coordinata adeguata all’entità di questa crisi».
Il prossimo decreto anti-Coronavirus richiederà un «lavoro» più specifico «per avvicinarci alla situazione concreta perché chi non può pagare effettivamente non paghi» e «per definire forme di ristoro» per chi ha subito cali di fatturato, un lavoro che «vorrei concludere prima della prossima scadenza fiscale di metà aprile», dice Gualtieri. Ci potrebbe essere un intervento «addirittura prima del prossimo decreto di aprile per rafforzare le imprese più grandi» anche attraverso «ulteriori misure per rafforzare la liquidità. Stiamo lavorando con una intensità enorme».
«Molte persone che potevano pagare hanno pagato», dice il titolare del Mef. «Il bonus 600 euro siamo sicuri che molti» che non ne hanno necessità «non lo prenderanno, così potremo rafforzarlo e dare di più ad aprile a chi ha bisogno».
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