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Coronavirus, i numeri in chiaro. Il matematico Sebastiani: «In Lombardia raggiunto il picco in 9 province su 12, ma Milano non frena» – La videointervista

22 Marzo 2020 - 22:32 Olga Bibus
«I contagi dovrebbero stabilizzarsi tra 25 marzo e metà aprile, ma attenti a non abbassare la guardia», dice il ricercatore del Cnr che sta elaborando modelli matematici in grado di effettuare previsioni sull’andamento dei casi

Numeri più confortanti rispetto ai giorni scorsi arrivano dall’ultimo bollettino della Protezione civile: 651 morti nelle ultime 24 ore, ieri erano stati 793. Calano anche i nuovi contagi, compreso nella regione più colpita dall’epidemia di Coronavirus: la Lombardia che mentre ieri, 21 marzo, ha visto un numero record di nuovi casi, più di 3mila, oggi conta 1691 nuove infezioni. Secondo Giovanni Sebastiani – matematico del Cnr che sta lavorando allo sviluppo di modelli matematici in grado di effettuare previsioni sull’andamento dei contagi – in Lombardia 9 province su 12 hanno raggiunto il picco.

«Mancano all’appello Milano, Como e Lecco, nelle restanti province lombarde si evidenzia una diminuzione del tasso di crescita, cioè il numero dei contagiati cresce sempre, ma cresce meno», spiega Sebastiani. E fa un esempio per spiegare il tasso: «È come se io proseguissi un cammino, giorno dopo giorno mi allontano sempre dalla città, ma man mano rallento, diminuisco la velocità». Tra le province lombarde ce n’è una particolarmente virtuosa.

«A Lodi il tasso di crescita ha iniziato a rallentare dal primo marzo: un’anomalia rispetto a tutte le 107 province italiane». Ma è Milano che negli ultimi giorni sta preoccupando più delle altre, l’aumento dei contagi nel capoluogo continua a mantenersi sopra la media regionale. «A Milano non c’è stato ancora il picco ed è difficile prevedere quando ci sarà. Per il momento Milano non rallenta». Per quanto riguarda il dato nazionale, secondo Sebastiani, più della metà delle province italiane potrebbero aver già raggiunto il picco, «almeno 64 su 107».

Il matematico però mette in guardia: «Siamo ancora all’inizio, è presto per tirare conclusioni, anche perché oggi una provincia può mostrare una tendenza e poi variare nei giorni successivi, bisogna guardare i dati nel tempo». Se però la tendenza si mantenesse costante, secondo il matematico, il numero dei contagi dovrebbe stabilizzarsi tra il 25 marzo e il 15 aprile, di conseguenza potremmo cominciare a tirare un sospiro di sollievo nella seconda metà di aprile.

«Le stime vanno riviste giorno dopo giorno – precisa -. E bisogna tenere presenti due fattori: non devono esserci perturbazioni del sistema, come l’esodo del 7 marzo verso il Sud o gli assalti ai supermercati che danno impulso all’epidemia; e il fenomeno non deve cambiare condizioni di propagazione: è ovvio che se ci rimettessimo a uscire i contagi tornerebbero ad aumentare».

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