Coronavirus, droni e app per combattere il contagio. E la privacy? «Siamo in guerra e bisogna rispondere con tutte le armi che abbiamo»
Apriti cielo, è il caso di dirlo: apriti cielo al volo dei droni. Un’ordinanza di oggi, 23 marzo, dell’Enac, Ente Nazionale Aviazione civile, deroga di fatto al regolamento in vigore sull’utilizzo dei droni nel nostro Paese fino al 3 aprile, «nell’ottica di garantire il contenimento dell’emergenza epidemiologica Coronavirus». L’Enac autorizza così il volo dei droni delle Polizie Municipali.
«Le operazioni condotte con sistemi aeromobili a pilotaggio remoto con mezzi aerei di massa operativa al decollo inferiore a 25 chilogrammi, nella disponibilità dei comandi di polizia locale ed impiegati per le sopra indicate attività di monitoraggio, potranno essere condotte in deroga ai requisiti di registrazione e di identificazione di cui all’art. 8 del citato Regolamento», si legge nella circolare dell’Enac. Inoltre le operazioni non avranno necessità di «rilascio di autorizzazione» da parte dell’Enac.
«Mappare gli spostamenti»
Mappare i contagi, seguire i contagiati e i loro contatti. Ricostruire il percorso del virus. È quello che di fatto chiede oggi Gianni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità. «Va bene aver chiuso fabbriche e uffici, ma bisogna adottare il metodo coreano per rintracciare e isolare i positivi. Anche mappando gli spostamenti con il Gps dei cellulari», dice oggi Rezza in un’intervista a La Stampa. La privacy? «Scrivetelo per favore, siamo in guerra e bisogna rispondere con tutte le armi che abbiamo».
«Io sono dell’opinione che quando si va in guerra si possono superare anche delle leggi che è giusto che ci siano in tempo di pace. Viva la legge sulla
privacy ma in questo momento, se anche in qualche aspetto ci può
essere una violazione per sconfiggere il virus, io sarei favorevole all’utilizzo», gli fa eco in giornata il governatore della Lombardia, Attilio Fontana.
«Da epidemiologo dico che più fai per garantire il distanziamento e meglio è», dice Rezza, valutando la necessità della chiusura delle attività produttive. «E da Roma in giù la stretta può servire a tamponare gli effetti delle fughe recenti da Nord a Sud di decine di migliaia di persone. Poi le decisioni spettano a economisti e politici. Però è innegabile che nelle fabbriche il distanziamento è difficile da applicare e poi il contagio può avvenire anche sui mezzi di trasporto usati per gli spostamenti casa-lavoro».
In Corea del Sud «hanno effettuato test rapidi ed estesi, ma mirati, utilizzando la mappa degli spostamenti di ciascun positivo accertato, ottenuta utilizzando il Gps dei cellulari. Così sono riusciti individuare e a isolare i soggetti a rischio. Poi hanno utilizzato le informazioni per creare App che hanno consentito ai cittadini di individuare le aree di maggior transito di potenziali contagiati, così da evitarle o adottare il massimo delle precauzioni. Una strategia efficace che ha consentito di ridurre molto la crescita della curva epidemica. Anche se manca ancora un tassello»: quello «della trasmissione intra-familiare. Abbiamo centinaia di migliaia di persone in quarantena perché positive o a rischio di esserlo che in casa non riescono a garantire il distanziamento necessario», dice Rezza.
Teleassistenza ai pazienti: l’appello
Nel frattempo arriva un appello al mondo dell’impresa e della ricerca per trovare app che consentano di seguire in «teleassistenza» pazienti affetti da patologie legate a Covid-19 e per individuare «tecnologie e soluzioni per il tracciamento continuo, l’alerting e il controllo tempestivo del livello di esposizione al rischio delle persone».
A lanciare la call è il ministero dell’Innovazione, insieme a quello della Salute, all’Iss e all’Oms, con il supporto di un comitato scientifico multidisciplinare. L’obiettivo è selezionare, nei prossimi tre giorni, «le migliori» offerte.
In copertina EPA/Sebastien Nogier | Poliziotti francesi usano un drone per ricordare alla cittadinanza le misure di isolamento per il coronavirus a Nizza, Francia del Sud, 23 marzo 2020.
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