Coronavirus, Conte alla Camera: «Questo è il tempo per l’azione, ne usciremo presto»
Le Aule del Parlamento ritornano protagoniste dopo due settimane in cui è stato il governo a gestire in prima persona l’emergenza Coronavirus (con i Dpcm e il Decreto legge approvato ieri dal Consiglio dei ministri). Camera e Senato si erano riunite l’ultima volta il 12 marzo con numeri ridotti e misure di distanziamento per garantire la sicurezza dei parlamentari: il Parlamento aveva dato il via libera allo scostamento di bilancio chiesto dall’esecutivo giallorosso per mettere in campo le risorse necessarie ad affrontare i primi passi della crisi.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, rivolgendosi al Parlamento per la prima volta dall’inizio dell’emergenza durante la sua informativa, ha detto che «la diffusione dell’emergenza coronavirus ha innescato in Italia e in Ue una crisi senza precedenti» che ci sta costringendo «ad una prova durissima».
Il ringraziamento ai medici
«Nei giorni scorsi mi ha scritto Michela, un’infermiera che lavora al reparto Covid dell’ospedale di Senigallia. Con grande dignità mi ha chiesto che i rischi che si stanno assumendo lei e suoi colleghi non siano dimenticati. A nome del governo, ma credo anche del Parlamento, dico che noi non ci dimenticheremo di voi», ha aggiunto Conte parlando dello «sforzo straordinario» di medici, infermieri, e di chi è in prima linea. Il presidente ha poi ricordato poi tutte le vittime dell’epidemia e i loro familiari, ricevendo il lungo applauso dell’Aula.
«Il tempo dell’azione»
«Ci sarà tempo per tutto – ha continuato il premier – ma questo è il tempo dell’azione. Il governo ha agito con la massima determinazione, con assoluta speditezza. Saremo all’altezza? La storia ci giudicherà, verrà il tempo dei bilanci, tutti avranno la possibilità di sindacare». «Stiamo combattendo un nemico invisibile e insidioso – ha ricordato Conte – che entra nelle nostre case, ci ha imposto di ridefinire le relazioni interpersonali, ci fa dubitare di mani amiche».
Spazio nell’intervento di Conte anche per il rimando letterario: «In questi giorni molti hanno riletto ed evocato, anche pubblicamente, le pagine sulla peste scritte da Manzoni nei Promessi sposi: proprio in quest’opera viene ricordato un antico proverbio, ancora oggi fortemente in auge, per cui “del senno del poi son piene le fosse”».
«La scelta degli interventi effettuati si è sempre basata sulle relazioni del Comitato tecnico-scientifico – ha chiarito il presidente del Consiglio – I principi ai quali ci siamo attenuti sono stati quelli della massima precauzione ma contestualmente anche quelli della proporzionalità dell’intervento all’obiettivo. E’ questa la ragione della gradualità delle misure». Conte ha ricordato l’eccezionalità delle misure: «Per la prima volta, dalla fine del secondo conflitto mondiale – ha detto – siamo stati costretti a limitare delle libertà fondamentali».
La dialettica Stato Regioni e governo-Parlamento
Per quanto riguarda il rapporto fra lo Stato centrale e le amministrazioni locali il premier ha voluto evidenziare: «Abbiamo sempre assicurato il coinvolgimento delle Regioni, sia nella Conferenza Stato-Regioni sia singolarmente». Il coinvolgimento del Parlamento per Conte è «doveroso», mentre ricorda che che il governo informerà le Camere «ogni quindici giorni» e che tutti i «decreti sono stati trasmessi» al Parlamento stesso.
Gli interventi sul campo
In merito agli interventi sul campo il presidente del Consiglio ha informato che «saranno inviati nei prossimi giorni – ma mi risulta che già in queste ore un primo gruppo sia arrivato – nuovi medici negli ospedali in difficoltà, con nuova ordinanza trasferiremo 500 infermieri nelle zone con il più alto numero di malati Covid-19». Inoltre «le terapie intensive in Italia sono passate da 5343 a 8370 in pochi giorni, ovvero un aumento del 63,8%».
Le misure economiche: con il prossimo decreto investiti altri 25 milioni di euro
«L’imperativo» per il governo, chiarisce il premier, è «garantire il massimo grado possibile di liquidità alle imprese». «Siamo lavorando per incrementare il sostegno alla liquidità – ha aggiunto – e al credito che già, con il decreto “Cura Italia” già adottato, è in grado di mobilitare la cifra di 350 miliardi di euro. Con il nuovo intervento normativo, a cui stiamo già lavorando, confidiamo di pervenire a uno strumento complessivo altrettanto significativo rispetto a quanto sin qui operato. Interverremo anche con stanziamenti aggiuntivi di non minore importo rispetto ai 25 miliardi già stanziati con il primo decreto».
Il ruolo della Ue
«Stiamo lavorando – ha detto ancora Conte – per un nuovo decreto che possa potenziare e rafforzare le misure economiche già adottate, sia sul fronte della liquidità, della protezione sociale e del sostegno al reddito, per le imprese, per le famiglie e per i lavoratori in particolare autonomi».
Il premier ha poi parlato del ruolo della Ue nell’emergenza e ha chiesto che «agisca subito» perché «risposte tardive non utili.» Lo Stop al patto di stabilità «è stato essenziale per ulteriori stanziamenti di risorse. Tuttavia l’impatto finanziario della pandemia sarà tale da chiedere alla governance dell’eurozona un salto di qualità all’altezza della sfida. L’unione monetaria potrà uscire vincitrice solo se le sue istituzioni saranno rafforzate nel segno della solidarietà e dell’unità».
«Italia sta lavorando alla creazione di strumenti di debito comune dell’eurozona» ha detto Conte all’Aula specificando che il nostro Paese si sta impegnando per la “creazione di strumenti di debito comune” alla stessa zona euro, con evidente riferimento ai cosiddetto Corona Bond.
Il question time
Durante il question time che ha preceduto l’intervento del premier alla Camera nell’Aula erano presenti circa cinquanta deputati: tutti sono seduti abbastanza distanziati tra loro. Alcuni indossano le mascherine ed i guanti, che sono distribuiti all’ingresso. Tra gli altri il leghista Daniele Belotti ha illustrato la sua interrogazione visibilmente commosso. Durante lo stesso question time, il Guardasigilli Bonafede rispondendo a interrogazioni sulla diffusione del Coronavirus tra i detenuti nelle carceri ha informato che «allo stato attuale risultano 15 contagiati».
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