Coronavirus, la Sanità italiana paga anche la carenza di medici specialisti – L’intervista a un “camice grigio”
La crisi che si trovano ad affrontare le strutture sanitarie in Italia per la pandemia di Coronavirus è sempre più critica. Malgrado le misure di contenimento prese e l’impegno dei medici e infermieri impegnati nelle terapie intensive, vi è un problema strutturale, fatto di attrezzature mediche limitate. Ma stiamo pagando anche la carenza di medici specialisti. L’associazione I Giovani medici d’Italia aveva già denunciato, prima dell’emergenza, l’imbuto formativo creatosi nel nostro Paese, rappresentato dalle borse di studio insufficienti.
Borse che permetterebbero ai medici neolaureati di specializzarsi, diventando quelle figure competenti di cui oggi abbiamo disperato bisogno. Oggi l’Organizzazione torna a denunciare la mancata lungimiranza delle Istituzioni, con due lettere, una inviata alle redazioni dei giornali, l’altra al presidente del Consiglio, sottoscritta anche da altre organizzazioni di medici e studenti.
«Lo Stato cerca carne da cannone da mandare al fronte, senza una formazione adeguata»
Oggi l’Associazione torna a denunciare la mancata lungimiranza delle Istituzioni, con la speranza che la crisi attuale possa cambiare la situazione. Basterebbe aumentare le borse previste per i prossimi test di accesso alle specialistiche, come spiega a Open Antonio Cucinella, membro del direttivo dei Giovani Medici per l’Italia e «camice grigio». «Avevamo già denunciato la situazione in cui versa il sistema sanitario nazionale – spiega Cucinella – dove mancano i medici specialisti. Avevamo detto che si sarebbe andati incontro a una situazione emergenziale. Purtroppo la realtà ci ha dato presto ragione».
«La situazione ora è ancora più grave. Succede che il governo per avere medici nel breve termine, abbia abolito i test scritti di abilitazione: è una cosa giustissima; noi chiedevamo anche la laurea abilitante, ma non in questa maniera. Così sembra che lo Stato cerchi semplicemente carne da cannone da mandare al fronte, senza una formazione adeguata». «Oltretutto, abolendo i test scritti d’abilitazione, ai test d’ammissione alle specialistiche quest’anno (a meno che non slitti), ci saranno circa 22mila medici che si contenderanno, allo stato attuale fra gli ottomila e i novemila posti. Questo significa che più di diecimila medici rimarranno a spasso».
Il solito imbuto formativo tra laureati e specialisti
«In questo momento il Paese ha bisogno più che mai di tanti anestesisti e rianimatori. Queste figure professionali mancano. Il reale problema è che, quando l’emergenza sarà passata, con nuovi medici specialisti che andranno in pensione, e l’impossibilità di assumerne nuovi in quanto semplicemente mancheranno, accadrà che in una nuova situazione emergenziale, il sistema sanitario nazionale non sarà in grado di rispondere, in quanto la stessa normalità rappresenterà un’emergenza», continua Cucinella.
«In questi giorni abbiamo ripreso a mandare mail a raffica, non più a parlamentari e ministri, perché ci rendiamo conto che sono già impegnati per via della crisi sanitaria, ma alle redazioni dei giornali. Oltretutto, assieme ad altre associazioni, abbiamo redatto un appello in cui chiediamo al governo – nelle figure del premier Giuseppe Conte e del ministro Gaetano Manfredi (Istruzione, Università e Ricerca) – di aggiungere ulteriori cinquemila borse, altrimenti si andrà incontro a una situazione molto grave, in un futuro ormai non troppo distante».
Si pensa sempre alle soluzioni immediate (tanti medici pensionati richiamati per l’emergenza), manca invece uno sguardo più ampio, proiettato verso il futuro. «Qui si prendono decisioni nel brevissimo periodo – conferma Cucinella – al medio e lungo termine non pensa nessuno. Oltretutto, considerando che l’economia globale – e quella nazionale in particolare – inevitabilmente passata l’emergenza, conosceranno un periodo di crisi, se non si mettono a disposizione ora che sono disponibili i fondi per queste nuove borse, in grado di formare nuovi specialisti, in futuro sarà difficile farlo, mancando i fondi, metterci una pezza sarà di fatto impossibile, perché i camici grigi attuali fuggono già all’estero, ogni anno almeno mille se ne vanno».
Così i giovani medici fuggono, a vantaggio della Sanità degli altri
In compenso stanno lanciando appelli patriottici ai medici italiani all’estero, affinché tornino per dare una mano. «Questo è assurdo – continua Cucinella – perché molti di questi hanno dei contratti che li obbligano a rimanere nell’Azienda ospedaliera in cui lavorano». «Oltretutto anche all’estero stanno conoscendo questa pandemia. Quindi i medici devono decidere tra il tornare nello Stato che li ha costretti a scappare, o rimanere in quello che gli ha dato una possibilità e dove hanno costruito una nuova vita».
C’è il rischio che passi quindi un’immagine sbagliata dei medici che rimangono all’estero. «Quelli che decidono di non rientrare – prosegue Cucinella – anche se non hanno obblighi contrattuali, non possono essere biasimati. Anche io ho pensato di andarmene. Non ci viene garantito un futuro». Da parte del governo avete mai ricevuto delle risposte? «Siamo in contatto con diversi parlamentari che provano a sostenerci, ma attualmente da parte del governo non abbiamo ricevuto alcuna risposta – conclude Cucinella – Abbiamo chiesto più volte un incontro col ministro Manfredi, ma fino a oggi non ci ha mai risposto».
Il parere degli esperti
- Coronavirus, i numeri in chiaro. Il fisico Sestili: «Impennata dei decessi inaspettata» – La videointervista
- Coronavirus, l’infettivologo Galli sui tanti casi in Italia: «Il contagio in ospedale, la situazione più sfortunata»
- Coronavirus, parla il primario del Sacco. Galli: «Virus imprevedibile, una persona sola può infettarne molte»
- Coronavirus, il primario del Sacco di Milano: «Così abbiamo dimostrato che non è nato in laboratorio»
- «Tecnicamente il coronavirus è già una pandemia. Ma la sfida si gioca nei pronto soccorso, non ai confini» – L’intervista al virologo Lopalco
- Coronavirus, l’errore dietro l’impennata di contagi in Italia. Ricciardi (Oms): «Grave non isolare gli arrivi dalla Cina»
- Coronavirus, la nuova fase: da infezioni importate a circolazione locale del virus. Cosa dice la task force del ministero della Salute
- Ricciardi (Oms): «Coronavirus più letale dell’influenza. Per il vaccino servono due anni»
- Coronavirus, «È una follia questa emergenza». Il duro dissenso del capo del laboratorio del Sacco. E sforna i numeri
- Burioni ribatte alla dottoressa del Sacco con le cifre dell’emergenza: «Coronavirus come l’influenza? Scemenza gigantesca»
- Coronavirus, lo scontro tra virologi: perché Burioni ha ragione
- Coronavirus, lo scontro tra virologi: perché Gismondo ha ragione
- I numeri in chiaro. Il prof. Clementi: «Trend preoccupante a Brescia, Bergamo e Milano» – La videointervista
- I numeri in chiaro. La ricercatrice Colaiori: «Scongiurato rischio saturazione terapie intensive» – La videointervista
Leggi anche:
- Il Coronavirus circolava in Lombardia già a gennaio? Lo suggerisce uno studio condotto da ricercatori italiani
- Il presidente dei biologi ritira le dimissioni: una petizione di colleghi lo invita a ripensarci per il bene della categoria
- Coronavirus, «Patto trasversale per la scienza» diffida la virologa Maria Rita Gismondo per aver minimizzato l’epidemia
- Coronavirus. Davvero serve una chiusura totale? Una simulazione pubblicata dal Washington Post dice di no. Siamo noi l’unica medicina
- Coronavirus. Il toto-previsioni sul picco dei contagi ha senso? Chiediamoci prima come «appiattire la curva»
- Monza, non era positiva al coronavirus l’infermiera che si è suicidata in ospedale
- Coronavirus, la rabbia del virologo Crisanti: «Si è pensato prima all’economia. Troppi morti: la classe dirigente ha fallito»
- Coronavirus, operai in sciopero dall’alba. Corsa contro il tempo tra governo, sindacati e industriali: oggi vertice decisivo sulle attività da chiudere
- «Quando hanno intubato mio padre, ho pensato a quella passeggiata che dovevo evitare», a Cagliari i manifesti choc del sindaco – Foto
- Dalla Spagnola al Coronavirus, la donna di 104 anni sopravvissuta a due pandemie: «A mia madre dissero che era un’untrice»