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La scalata «col lanciafiamme» del governatore De Luca: dalla Campania alla conquista dei social

29 Marzo 2020 - 12:31 Maria Pia Mazza
Dai lanciafiamme contro le feste di laurea, alle zeppole con la crema al Coronavirus, dalle mascherine di Bugs Bunny ai porta seccia: la conquista dei social (e dei più giovani) da parte del governatore campano

Hanno fatto il giro del mondo le immagini dei governatori e dei sindaci italiani che, attraverso i loro videomessaggi pubblicati sui social, hanno più volte richiamato i cittadini al rispetto delle regole sulla quarantena per contenere la diffusione del contagio da Coronavirus (SARS-CoV-2) in Italia. Ognuno di loro, a modo proprio, ha tentato (e sta tentando) di far capire l’importanza dell’osservare le prescrizioni durante la pandemia, rincorrendo i cittadini per la città (vedasi il sindaco di Bari, Antonio Decaro), inviando messaggi in dialetto (vedasi il sindaco di Messina, Cateno De Luca), o indicazioni più pacate e sobrie.

Ma su tutti spicca indiscutibilmente il “governatorissimo” Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania. Durante la settimana, sulla pagina del governatore, compaiono ordinanze, aggiornamenti, news, dati aggiornati sulla situazione in Regione. Ma il venerdì, puntualmente, la diretta settimanale sulla pagina Facebook di Vincenzo De Luca è ormai diventata un appuntamento fisso durante la quarantena, per campani e non.

In molti, in questo ultimo mese, hanno scoperto l’indole dello “sceriffo”, che ogni venerdì si presenta davanti alla telecamera su uno sfondo azzurro, con le bandiere italiana ed europea da un lato, una pianta dall’altro, e sulla scrivania l’immancabile bicchiere d’acqua. A fianco dei fogli su cui è imbastito il discorso da pronunciare. E De Luca, classe 1949, il cui impegno politico è iniziato nell’Alleanza Contadina (confluita poi nell’ex Partito Comunista italiano), ogni settimana non risparmia nessuno, neanche il governo centrale a cui, per appartenenza politica, fa riferimento dal 2007, quando ha fatto il suo ingresso nel Partito Democratico.

Le “mascherine” di Bugs Bunny

L’ultima sua uscita più “istrionica” riguarda le mascherine mandate dalla Protezione civile: «In Campania sono arrivate 552mila mascherine – ha annunciato il governatore campano mostrando al pubblico il “dispositivo di protezione” – ci vuole veramente una fantasia accesa per definirle mascherine, a meno che non si pensi alle maschere che usano i nostri nipoti a Carnevale. Questa va bene per fare Bunny il coniglietto».

«Non la metto io – ha aggiunto – per non pregiudicare in maniera definitiva quel poco di estetica che le ingiurie del tempo mi hanno lasciato, ma se ve la mettete le vostre orecchie usciranno da queste fessure e avrete la faccia di Bunny il coniglietto». «Allora ragazzi – ha proseguito De Luca – facciamoci un sorriso anche in momenti difficili, ma non le chiamate mascherine. Per quel che mi riguarda ho scoperto che hanno una grande efficacia per pulire gli occhiali, sono un prodotto eccezionale. Ma per gli ospedali, vi voglio bene, vi voglio bene, per l’amor di Dio, lasciamo perdere».

I “porta seccia”

Durante la stessa diretta De Luca se l’è presa anche con i “porta seccia” (porta sfortuna, ndr), inanellando un discorso che ha attinto anche alle leggi della fisica gravitazionale: «Per due o tre settimane non abbiamo avuto reazioni, ma negli ultimi due tre giorni è emerso qualche elemento di sciacallaggio. Mi meraviglio che ci siano persone che trovano tempo di fare speculazioni politiche con questi chiari di luna».

«Noi in Campania dobbiamo combattere contro due nemici: il primo è il virus, il secondo sono i porta seccia. L’unico collasso è nel vostro cervello – ha aggiunto De Luca – c’è un buco nero tra le vostre orecchie con una tale forza di gravità che non rende possibile l’uscita del pensiero. Non sta arrivando niente, abbiamo sollevato con forza il problema delle forniture. Se ci arrivano le forniture il problema è governabile».

L’uso del lanciafiamme contro le feste di laurea

De Luca sembra riuscire a imbastire i propri discorsi tra il serio e il faceto, abbinando tempi comici teatrali a comunicazione istituzionale, grazie anche all’utilizzo di termini desueti o obsoleti, o piccole uscite in dialetto. Ma ad attirare l’attenzione sui punti settimanali di De Luca è stato certamente il suo monito verso chi, pare, aveva intenzione di organizzare una festa di laurea durante la quarantena.

In questa occasione, “Vincienzo” ha subito messo le cose in chiaro, rievocando, in senso lato, una sua vecchia celebre uscita, pronunciata in una seduta del Consiglio regionale: «Se volete collaborare bene, se volete le sciabole, meglio»: «Avremo una stagione in cui centinaia di ragazzi si laureeranno – ha osservato il governatore campano – Mi arrivano notizie che qualcuno vorrebbe preparare la festa di laurea. Mandiamo i carabinieri, ma li mandiamo con i lanciafiamme». 

La scalata social tra richiami anatomici, letterari, e terapeutici

Un’uscita che ha attirato sulla pagina di De Luca sempre più giovani, che hanno iniziato progressivamente a scavare nelle dichiarazioni presenti e passate del governatore, tra richiami all’anatomia («Il cervello, la testa, non serve solo per dividere le orecchie, ma anche per connettere i neuroni, cioè per far funzionare la mente»), citazioni storico-letterarie («Chi vuol essere lieto sia, e poi se ne va in ospedale»), rimproveri contro i più tradizionalisti («I buontemponi che hanno venduto per strada le zeppole di San Giuseppe, condite con una bella crema al Coronavirus»), senza dimenticare i «metodi terapeutici cinesi» e le «le adunate per parlare con il Signore o con Satana, senza domandarsi mai se il Signore abbia voglia di ascoltarli o meno».

Il tutto mentre sui social iniziavano a comparire sempre più pagine a lui dedicate: “Vincenzo De Luca Imperatore dell’Universo“, “Vincenzo De Luca che chiude cose“, “Vincenzo De Luca lo sceriffo“, contenenti meme e mash-up video con protagonista il governatore campano. Scavando nelle uscite passate del presidente, però, sono tornate a galla anche alcune affermazioni che hanno destato scetticismo misto a un’eufemistica perplessità, come nel caso del dispiegamento dell’esercito per strada, o dell’abbattimento dei campi rom. 

Oltre l’ironia, resta l’epidemia: perché la Campania non può permettersi di abbassare la guardia

In qualsiasi caso, Vincenzo De Luca è perfettamente conscio che in questo momento d’emergenza la Campania non può permettersi in alcun modo di essere travolta dal Covid-19, anche dopo il lavoro quinquennale di risanamento delle casse della sanità locale, con tagli netti ma, apparentemente, obbligati. L’esplosione dei contagi, oltre ad avere disastrose conseguenze sul piano sanitario e sociale, si ripercuoterebbe sull’immagine di quanto fatto in questi cinque anni e su un’ipotetica rielezione futura, quando la pandemia sarà finalmente finita (l’appuntamento del 31 maggio al momento è confermato, ma potrebbe ovviamente slittare).

In copertina: Twitter | Autore anonimo
Video: Facebook | Vincenzo De Luca

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