Coronavirus, la coppia di medici di Trieste trova la babysitter dopo l’articolo di Open: «Si sono smosse le coscienze, è arrivata Lorena»
Quando ci avevano scritto Francesco e Adriana, una giovane coppia di medici di Trieste, erano disperati. Nessuno voleva badare ai loro figli per paura di essere contagiati. La loro colpa? Lavorare in ospedale durante l’emergenza Coronavirus. Potenziali untori da cui tutti volevano tenersi lontani, persino da quelle due meravigliose creature, di 1 e 3 anni, un maschietto e una femminuccia che, senza asilo, non potevano di certo stare in casa da soli. «È desolante, ci sentiamo soli, emarginati» ci raccontavano dieci giorni fa.
Cosa è successo dopo il nostro appello
Poi l’articolo di Open, le tantissime candidature pervenute alla nostra redazione e quindi il lieto fine: «Si sono smosse le coscienze, abbiamo riscoperto l’umanità e la solidarietà, prima eravamo sfiduciati. Ci siamo sentiti accuditi, abbiamo scoperto una rete che non pensavamo esistesse. Quello che è successo è stato davvero bellissimo». E così è arrivata Lorena, la nuova babysitter: «Ha esperienza e i miei figli la adorano. Al momento può venire da noi perché il marito è a casa, dopo vedremo. Forse ci toccherà trovare un’altra persona per l’estate. Ma non abbiamo paura, abbiamo tantissime email che stiamo già guardando».
Lavorano senza sosta in ospedale
Un problema che riguarda tanti altri medici: «Le candidature che ci avete inoltrato le condivideremo con i colleghi perché non è un problema solo nostro». Lei, ad esempio, da lunedì sarà in servizio a tempo pieno in ospedale, a Trieste, mentre il marito continuerà a lavorare giorno e notte, al fianco dei malati Covid-19.
Ore ed ore di turno, notti e domeniche comprese. Adesso l’obiettivo comune è combattere quel mostro invisibile che ha messo in ginocchio il Paese. E i medici devono essere messi nelle condizioni di farlo, senza solidarietà di facciata: «In ospedale hanno bisogno di noi ma io e mio marito avevamo bisogno di una babysitter. E adesso ce l’abbiamo».
Foto in copertina di Unsplash
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