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Coronavirus, Brusaferro (Iss): «Solo dopo Pasqua si potranno rivedere i divieti»

30 Marzo 2020 - 09:47 Redazione
«Credo che questa infezione globale non scomparirà in tempi brevi - spiega il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità - Ci costringerà quindi ad immaginare un futuro diverso, almeno finché non arriverà un vaccino»

Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, in un’intervista a la Repubblica, frena sulle possibilità di un’uscita a beve dall’emergenza Coronavirus: «Quanto tempo dovremo restare a casa? Arriviamo fino a Pasqua e poi guardiamo i dati per stabilire come procedere. Va vista l’evoluzione dell’epidemia».

Normalità lontana

E avverte: anche quando i casi di contagio scenderanno a zero, la vita non tornerà come prima finché non verrà trovato un vaccino o un farmaco efficace contro la malattia. «Assistiamo a un appiattimento della curva, non ci sono ancora segnali di discesa ma va meglio. Le importanti misure che sono state adottate stanno mostrando i loro effetti».

Per poter avere un miglioramento «dobbiamo osservare un aumento quotidiano dei casi inferiore a quello delle 24 ore precedenti per alcuni giorni consecutivi. Il numero delle nuove infezioni si deve quindi ridurre significativamente. Per ottenere questo trend bisogna rispettare le misure del governo e fare anche molta attenzione all’isolamento dei positivi o dei loro contatti stretti».

Sulle riaperture, «il problema è capire quali forme di apertura garantiscono che la curva non ritorni a crescere», chiarisce ancora. «Certamente avverranno in modo graduale e dovremo organizzarci per essere capaci di intercettare rapidamente eventuali nuove persone positive. Stiamo anche valutando un’idea degli inglesi, quella dello “stop and go”. Prevede di aprire per un certo periodo e poi chiudere di nuovo». Al vaglio, aggiunge, c’è anche la possibilità di tenere a casa «anziani e malati fragili».

Come va nel mondo

«Credo che questa infezione globale non scomparirà in tempi brevi. Ci costringerà quindi ad immaginare un futuro diverso, almeno finché non arriverà un vaccino oppure un farmaco efficace contro il coronavirus», spiega Brusaferro. «Dovremo trovare un modo nuovo in cui fare le cose che ci piacciono. Penso ad attività come ascoltare un concerto o socializzare. Andranno fatte in una forma che ci aiuti a non far ripartire l’infezione. Ci vuole creatività. È un viaggio di esplorazione che stiamo facendo tutti assieme: dobbiamo immaginare un futuro nel quale proteggere i più fragili sacrificandoci un po’ e trovando nuovi punti di equilibrio».

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