Svolta autoritaria in Ungheria, Salvini appoggia Orbán ma l’Europa non ci sta
Nel pieno dell’emergenza Coronavirus, il Parlamento ungherese ha concesso oggi pieni poteri al premier Viktor Orbàn. Il leader di Fidesz potrà dunque governare sulla base di decreti, chiudere il Parlamento, cambiare o sospendere leggi esistenti e bloccare elezioni. Inoltre, spetterà a lui determinare quando finirà lo stato di emergenza. Una mossa che il primo ministro ungherese aveva invocato lo scorso 23 marzo e che oggi si è concretizzata nei 138 voti favorevoli e 53 contrari arrivati dal Parlamento.
Salvini: «Saluto con rispetto la libera scelta del Parlamento ungherese»
Una decisione che ha ricevuto il benestare del leader della Lega Matteo Salvini che negli ultimi anni si è avvicinato sempre più alle politiche di Fidesz: «Poteri speciali a Orbán per combattere con forza il virus? Saluto con rispetto la libera scelta del Parlamento ungherese (137 voti a favore e 53 contro), eletto democraticamente dai cittadini. Buon lavoro all’amico Viktor Orbán e buona fortuna a tutto il popolo di Ungheria in questi momenti difficili per tutti». Sulla stessa linea anche Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d’Italia punta però il dito contro il premier Conte: «Mi corre l’obbligo di segnalare che in Italia quasi tutti i poteri sono stati dati al governo con un decreto legge che l’esecutivo ha deciso di interpretare in modo molto estensivo. Se qualcuno non se ne fosse ancora accorto in Italia il governo ha dichiarato lo stato di emergenza, ha sospeso le elezioni e sono stati rinviati il referendum e le elezioni regionali e locali. A colpi di Dpcm è stata limitata la libertà individuale dei cittadini, parlamentari e magistrati compresi, così come quella di impresa e di commercio e sono state introdotte misure speciali in ogni ambito».
Le reazioni dei gruppi europei
«Con il Covid-19 come copertura, il premier Orban sta smantellando la democrazia davanti ai nostri occhi. Come si può considerare una risposta misurata il governare indefinitamente a forza di decreti o il limitare la libertà dei media?», commenta il gruppo del Parlamento europeo dei Socialisti e Democratici (S&D), invocando un intervento della Commissione europea «come custode dei valori dell’Ue».
Una posizione a cui fa eco anche quella del Pd. In una nota il responsabile esteri della segreteria dei democratici, Emanuele Fiano, ha chiesto che l’Europa non taccia davanti a questa svolta a Budapest: «Le istituzioni ungheresi con la loro decisione, riportano l’Europa indietro di 80 anni. L’Ue non taccia di fronte a questa decisione che mina principi che sono le fondamenta della comunità europea». «Ecco la differenza tra noi e i nazional-populisti – twitta invece il segretario del Pd Zingaretti poco dopo aver dato la notizia della sua guarigione -: Loro appena possono hanno questo vizio: ridurre le libertà delle persone». Più Europa accusa invece Orbán di aver trasformato «ufficialmente l’Ungheria in un regime autoritario. Con la decisione di oggi l’Ungheria fuoriesce anche formalmente dal sistema democratico, dopo avere adottato in precedenza atti contro le minoranze, la libertà di stampa e i diritti umani», dichiara Carmelo Palma della direzione di Più Europa.
«I suoi alleati ed emuli italiani, a partire dalla Lega e da Fratelli d’Italia, non hanno mai mancato di difenderne le politiche e la reputazione, e quindi anche oggi non mancano di giustificare la chiusura, a tempo indeterminato, del Parlamento. Orbán – prosegue Palma – è diventato ormai il vero e proprio virus antidemocratico nel corpo dell’Unione, del cui bilancio l’Ungheria continua a essere uno dei principali beneficiari. Vogliono davvero la maggioranza degli italiani – conclude l’esponente di Più Europa – percorrere una strada che porta a questi esiti?».
Su Twitter il leader di Italia Viva Matteo Renzi chiede a l’Europa di battere un colpo per far cambiare idea al premier ungherese: «O, più semplicemente, cacciare l’Ungheria dall’Unione». Renzi manda poi un messaggio anche agli alleati italiani di Orbán, dopo che il leader della Lega ha appoggiato la decisione del leader ungherese: «Salvini che oggi giustifica la scelta di Orbán mi fa passare d’incanto tutti i dubbi che ogni tanto mi vengono sulla nostra scelta di agosto 2019».
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