Coronavirus, scatta l’effetto “saturazione” e alle notizie sull’epidemia si preferiscono i film e le serie Tv
Prima era “infodemia”. Questa volta si potrebbe chiamare: saturazione da Coronavirus. Gli italiani che vivono tutto il giorno chiusi tra le quattro mura di casa, a causa delle restrizioni dovute allo scoppio della pandemia, cominciano a storcere il naso nei confronti di una circolazione eccessiva di notizie e informazioni. Il fenomeno è ben spiegato dai grafici diffusi da Google Trends che ogni giorno raccoglie le tendenze degli utenti su internet e che traccia una linea guida di quello che sta accadendo intorno all’argomento “virus”.
La prima fotografia (foto1) che viene data, più generale, è quella legata alle tendenze di ricerca sul Coronavirus: fatta eccezione per i picchi registrati specialmente nelle giornate in cui il Governo firmava i primi decreti, l’interesse degli italiani si va lentamente affievolendo.
Nello specifico, tra gli argomenti riportati, esiste la voce: “quando finirà il coronavirus?” (foto2). Abbiamo usato come parametro il lasso di tempo che va dall’1 al 31 marzo – parametro mantenuto anche per tutte le altre ricerche che seguiranno: l’impennata arriva il 15 marzo, con un bollettino della Protezione civile che raccontava di quasi 2 mila decessi. C’è poi una seconda data ed è il 29 marzo, giorno in cui veniva superata la soglia dei 10 mila morti. Per il tempo restante, le ricerche misurano un calo sostanziale.
Stesso destino anche per le ricerche dedicate alle “zone rosse” (foto3): Google registra un picco nel periodo in cui la Lombardia viene quasi del tutto sigillata rispetto al resto d’Italia: da lì in poi, quasi nessun utente digita nella barra di ricerca qualcosa che riguardi lo stesso argomento.
Come per tutto, ci sono però delle eccezioni: mantiene una buona popolarità Giuseppe Conte: associato al termine “coronavirus” (foto3) registra impennate non indifferenti, specie il 21 marzo, giorno in cui ha tenuto un discorso in tarda serata per aggiornare gli italiani delle nuove misure disposte dall’Esecutivo: chiudere ogni attività produttiva che non sia strettamente necessaria, indispensabile, cruciale a fornirci beni essenziali.
Stesso destino per il consueto appuntamento delle 18 con il bollettino della Protezione civile (foto4): andamento alto e costante anche nel flusso di Google.
L’aspetto più curioso riguarda, invece, il capitolo dedicato alle precauzioni (foto5): le sempreverdi mascherine sono ricercatissime e il loro pare un trend – quello dell’ultima settimana – destinato a rimanere alto in classifica, a discapito delle ricerche praticamente azzerate che riguardano l’igiene personale e i disinfettanti per le mani.
Rimane alta la guardia, seppur con andamento ballerino, per i decessi (foto6): non impennate di ricerche e nemmeno cadute in picchiata, ma anche qui il grado di attenzione sta gradualmente calando. Decisamente in calo, poi, la ricerca legata al tema dei contagi (foto7).
Fuga dal mondo dell’informazione
Se gli italiani mostrano assuefazione al tema, è probabile che la causa sia da ricercare nel bombardamento mediatico dell’ultimo mese, specie in tv. Quello che sta accadendo può essere compreso guardando al rapporto pubblicato da Agcom – l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni – che ha analizzato il tempo dedicato al tema Coronavirus prendendo in esame ogni rete televisiva, nel periodo dall’1 al 10 marzo: la Rai ha occupato il 63% del tempo – specie attraverso i Tg – con la malattia, cosa che Mediaset ha fatto per il 64,44%.
Rai
I Tg Rai si sono concentrati sul Coronavirus per un tempo che andava oltre il 60%; a svettare è il Tg3 che ha dedicato all’argomento il 73,49% del tempo. La terza rete si è tenuta davanti anche negli spazi extra-Tg (73,22%), seguita da Rai2 (59,39%) e da Rai1 (50,12).
Mediaset
A Mediaset traina Rete4, che dedica alla pandemia il 71,88% del tempo con il Tg4, mentre guadagna l’81,19% con gli appuntamenti extra-tg. Su entrambe le rilevazioni, tg ed extra, Tgcom24 (56,79% – 64,77%) ha superato Canale5 (51,61% – 49,74%).
La conseguenza di tutto questo è esemplificabile con lo share registrato nell’ultima puntata di Report di lunedì 30 marzo. Nonostante le reazioni entusiaste, le lodi a mezzo social per una serata tutta dedicata al virus, il programma ha registrato “solo” 3.094.000 di spettatori, pari ad uno share del 10%. Le inchieste condotte da Sigfrido Ranucci sono state scavalcate da Il Commissario Montalbano – L’Altro Capo del Filo, replica dello scorso anno, su Rai1 che ha conquistato 6.360.000 spettatori pari al 21.5% di share, nonché dal sempreverde Harry Potter.
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