Coronavirus, questa sera il drammatico discorso della Regina Elisabetta. E a Boris Johnson non passa la febbre alta
Sarà un richiamo all’eroismo, alla disciplina e al dovere, il discorso che stasera la Regina Elisabetta farà al Regno Unito, alle prese con la propria epidemia da Coronavirus. Meno di due settimane fa i bar e i ristoranti erano ancora pieni e in vari luoghi, come Londra, le autorità locali scalpitavano per far chiudere i parchi. Adesso invece il Paese si ritrova con il premier Johnson in quarantena da Covid, le cui condizioni continuano a destare preoccupazione vista la temperatura che non vuole scendere, una conta di casi positivi che colloca il Regno Unito tra i dieci Paesi con più infetti al mondo (oltre 42 mila secondo le ultime stime) e un tasso di decessi che ieri è aumentato del 20%, arrivando a quota 4.320.
Il discorso della Regina
Non è un caso che l’ultima volta che la regina Elisabetta II si è rivolta direttamente al Paese, tranne che per il consueto messaggio natalizio, è stato nel 2002 quando morì sua madre, anche lei Elisabetta di nome. Un lutto personale ma, simbolicamente, un lutto anche per la nazione, come del resto si deduce dal titolo Queen Mother usato per descrivere la vedova di un Re defunto e madre del monarca. Lo stesso accadde dopo la morte della Principessa Diana, ex moglie del Principe Carlo, non certo amata a corte ma venerata da una parte dei sudditi, che aveva accettato con entusiasmo il titolo che i media avevano inventato per lei, «Principessa del popolo».
L’unica altra volta che la Regina si è rivolta alla nazione in un discorso “speciale” nel corso del suo regno è stata durante la Guerra del Golfo, la più grande mobilitazione militare del Regno Unito dopo la Seconda guerra mondiale. Ed è proprio con un occhio agli eroismi e ai sacrifici del passato che la Regina parlerà questa sera in televisione, come ha anticipato la Bbc. La Regina consolerà i suoi sudditi per le perdite – materiali e affettive – che hanno sostenuto finora e che dovranno sostenere in seguito, ed elogerà quanto di buono fatto dal servizio sanitario nazionale.
Ma le sue parole sono anche una raccomandazione a tenere alto l’onore del Regno: «Spero che negli anni a venire tutti possano essere orgogliosi di come hanno risposto a questa sfida. E quelli che verranno dopo di noi diranno che i britannici di questa generazione erano forti come i propri predecessori. Che gli attributi di autodisciplina, di calma, risolutezza, di buon umore e di determinazione caratterizzano ancora questo paese». Si intuisce dalle sue parole un cambio di tono leggero rispetto al messaggio del mese scorso, quando aveva evocato sì la storia del Regno Unito, «forgiata da persone e comunità che si uniscono per lavorare insieme», ma dicendosi certa che il Paese fosse «all’altezza di questa sfida». Adesso però, con i casi che aumentano e la paura che sale, il Paese lo dovrà dimostrare.
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