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Raffaello e l’enigma della sua morte: c’è il sì alla riesumazione dei resti

06 Aprile 2020 - 22:55 Sara Menafra
Sono passati 500 anni, ma forse è ancora possibile sapere se davvero il pittore del Rinascimento è morto di febbre o vittima di una congiura. L'università La Sapienza ci sta lavorando

La sua opera è sinonimo di perfezione ed equilibrio. Eppure, la morte di Raffaello Sanzio, il pittore simbolo del Rinascimento italiano – oggi, 6 aprile, è il cinquecentesimo anniversario – è avvolta nel mistero. Da tempo, istituzioni cattoliche, artistiche e accademiche hanno deciso di mettersi insieme per indagare sulla sua morte. Ora c’è anche il primo atto ufficiale. L’autorizzazione a riesumare i resti (ospitati dal Pantheon per espressa volontà dell’artista) come richiesto dal Dipartimento di medicina legale dell’università La Sapienza di Roma, guidato dal professor Vittorio Fineschi.

La strana febbre

Wikipedia | Raffaello, autoritratto con un amico

Il mistero della morte di Raffaello Sanzio è stato a lungo indagato dagli storici. Giorgio Vasari, artista di poco successivo a Raffaello, racconta che la morte del pittore, scomparso a 37 anni il 6 aprile del 1520, avvenne dopo due settimane di febbre. Vasari ipotizza la causa scatenante: la malattia degli “eccessi amorosi”, quindi la sifilide, mal curata con i salassi. E per secoli questa è stata la tesi più accreditata: il bel Raffaello, del quale pare fosse noto il successo con le donne, ucciso da una malattia che nella sua epoca era particolarmente comune. E fatale.

Altri elementi di quel che avvenne in quei giorni sembrano, però, condurre a ipotesi diverse: secondo alcuni coevi, Raffaello non ricevette né visite né aiuti significativi da papa Leone X, che pure gli aveva affidato incarichi importantissimi, trasformandolo nel pittore più influente alla corte pontificia. Secondo altri, in quei giorni si ammalò anche Michelangelo, che però alla morte di Raffaello si trovava a Firenze. Insomma, vari indizi puntano non ad una malattia ma ad una congiura di palazzo: il giovane e bel Raffaello era infatti diventato particolarmente potente e, come sempre capita, si era fatto parecchi nemici altrettanto e più potenti.

I dubbi hanno attraversato i secoli, tanto che i resti dell’artista sono stati già riesumati – inutilmente- nel 1800 e prima ancora nel 1700. Ora, però, le nuove tecnologie potrebbero aiutare a ricostruire la vera storia di quei giorni. 

Avvelenamento

Wikipedia | Raffaello, La scuola di Atene

E’ la tesi dell’avvelenamento, soprattutto, che gli scienziati guidati dal professor Fineschi vogliono indagare ora. E non solo perché il pittore nato nelle Marche era molto invidiato alla corte del Papa, aveva accumulato grandi ricchezze ed era protagonista di sfide con altri artisti. L’arsenico è un veleno molto potente e molto persistente ed era il più usato all’epoca dell’architetto e pittore. Non solo: le testimonianze della prima riesumazione, quella del 1700, raccontano che il corpo dell’artista fu trovato in ottimo stato: l’arsenico è anche un incredibile conservante. Tutto dipenderà da cosa è rimasto nel sarcofago del sommo artista, ovviamente, ma al dipartimento di Medicina legale della Sapienza sono convinti che se è stato usato il veleno sia possibile trovarne qualche traccia. 

“Enigma Raffaello”

Wikipedia | Raffaello, Sposalizio della vergine

Il progetto di ricerca che si occuperà di riesumare il corpo si chiama Enigma Raffaello. Mette insieme l’Accademia dei Virtuosi, l’Accademia di Belle Arti di Roma, i Musei Vaticani e la Sapienza. Tra gli obiettivi della ricerca, oltre a confermare preliminarmente che il corpo sia effettivamente di Raffaello e verificarne le cause della morte, c’è quello di ricostruire la fisionomia e il volto. All’epoca della riesumazione dell’800, e i medici dell’epoca hanno testimoniato di aver trovato all’interno del sarcofago il cranio, in buono stato, una parte dello scheletro e anche alcuni oggetti che appartenevano all’artista, compresi colori e pennelli. Ognuno di questi elementi, se sono davvero ancora lì, può essere utile a capire qualcosa in più.

Copertina: Autoritratto di Raffaello Sanzio, Wikipedia

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Coronavirus, Boris Johnson in terapia intensiva: «Cosciente durante il ricovero»

06 Aprile 2020 - 22:45 Redazione
Trump: «Oltre 1,6 milioni di test, nei prossimi giorni ci sarà il picco». Guterres: «Donne a rischio, siano garantiti sistemi di denuncia in alimentari e farmacie»

Il primo ministro del Regno Unito, Boris Johnson, è stato ricoverato nell’unità di terapia intensiva del St Thomas’ Hospital di Londra, dopo essere stato ricoverato a seguito della persistenza della sintomatologia Coronavirus correlata. In una nota ufficiale del portavoce del primo ministro britannico, viene reso noto che «nel pomeriggio, le condizioni del Primo Ministro sono peggiorate e, su consiglio del suo team medico, è stato spostato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale». «Johnson ha fatto richiesta al ministro degli Esteri, Dominic Raab, che ricopre altresì la carica di Primo Segretario di Stato, di fare le sue veci». Il portavoce del premier britannico rende noto che «Johnson sta ricevendo cure eccellenti e ringrazia tutto lo staff del Servizio Sanitario Nazionale del Regno Unito per il proprio duro lavoro e per la propria dedizione».

Al momento del ricovero, Johnson era cosciente, secondo quanto riferisce Sky News che cita fonti del governo. Il trasferimento di reparto è stato necessario per essere «vicino a un ventilatore» per la respirazione assistita, in caso di necessità. Stando al parere di diversi specialisti, il ricorso al ventilatore sarà inevitabile considerando la decisione del trasferimento in terapia intensiva. Dal mondo politico britannico, come dai leader del mondo, continuano intanto a moltiplicarsi i messaggi di solidarietà verso il primo ministro Tory. Senza distinzione fra avversari e alleati e senza sfumature. Oltre al nuovo leader dell’opposizione laburista Keir Starmer, anche l’ex leader Jeremy Corbyn e il sindaco di Londra Sadiq Khan si sono affrettati a dichiarasi vicini a Johnson e alla sua famiglia. Lo stesso ha fatto fra gli altri la first minister indipendentista scozzese Nicola Sturgeon. Dal partito conservatore, si stringono attorno al premier in molti, dall’ex premier David Cameron, all’ex leader Iain Duncan Smith, compagno di battaglie pro Brexit di BoJo, il quale si dice “sotto shock” alla Bbc e invita a “pregare” per il suo “amico” e la sua famiglia.

Stati Uniti

Negli Stati Uniti il Coronavirus ha provocato la morte di più di 10 mila persone. Il dato è stato diffuso dal governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, secondo il quale le vittime nel Paese sono salite a 10.252, di cui 4.758 a New York. Dalla tabella mostrata da Cuomo, i casi di contagio negli Usa sono ora 344.554. Alla luce dei dati sempre più gravi, il governatore Cuomo ha esteso le restrizioni fino al 29 aprile: «Non è il momento di allentarle», ha detto.

Nelle ultime 24 ore, il bollettino della Johns Hopkins University aveva registrato 1.200 nuove vittime per il Coronavirus. Stando a quanto riportato dal capo della Casa Bianca Donald Trump, le persone sottoposte al test finora sono 1,6 milioni e il picco dovrebbe arrivare nei prossimi giorni. «L’esempio dell’Italia dove i casi stanno calando ci da’ speranza anche qui negli Stati Uniti», ha detto l’immunologa Deborah Birx, esperta della task force anticoronavirus della Casa Bianca.

Il Wall Street Journal accusa l’Oms: «Ha nascosto informazioni su pressione della Cina»

Il Wall Street Journal attacca duramente l’Organizzazione mondiale della Sanità e il suo direttore Tedros Ghebreyesus: secondo il quotidiano, l’agenzia Onu «ha fatto disinformazione sul Coronavirus subendo le pressioni della Cina e tardando a dichiarare l’emergenza sanitaria», si legge in un lungo articolo. Nell’editoriale si sostiene come il 14 gennaio, quando oramai era chiaro quello che stava accadendo in Cina, l’Oms continuava a sostenere che le indagini condotte dalle autorità di Pechino non avevano trovato prove evidenti della possibilità di un contagio da uomo a uomo. L’ammissione è quindi arrivata solo una settimana dopo, ma il 23 gennaio il comitato d’emergenza dell’Oms si rifiutò ancora di dichiarare lo stato di emergenza sanitaria, nonostante il virus si fosse già diffuso in diversi Paesi. Tale dichiarazione è quindi arrivata solo il 30 gennaio, perdendo – si sottolinea – una preziosa settimana di tempo.

Austria, programmata la riapertura dei negozi dal 14 aprile

Ansa, Florian Wieser | Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz

Il governo dell’Austria ha in programma di riaprire i negozi dal 14 aprile, a tappe. Prima alzeranno la serranda quelli con meno di 400 metri quadri e i vivai. Da maggio, come spiega il cancelliere Sebastian Kurz, riaprirà tutto il settore commerciale. Nel frattempo è scattato l’obbligo per i clienti dei supermercati di indossare la mascherina quando vanno a fare la spesa per evitare il contagio da Coronavirus. Un obbligo che però non vale per i piccoli negozi di alimentari.

In Europa le vittime sono oltre 50mila

Secondo i dati dell’Agence France-Presse il numero di morti in Europa collegabili al Coronavirus ha superato i 50mila. Su Twitter Eamonn Brennan, il direttore dell’agenzia intergovernativa che coordina il traffico aereo europeo, ha scritto che negli ultimi giorni il traffico aereo fra Europa e Stati Uniti è crollato dell’82% rispetto al 2019.

BoJo ancora positivo al Covid: «Ringrazio il Ssn che si prende cura di me in questo momento difficile»

Boris Johnson | EPA/WILL OLIVER

Il premier Boris Johnson accusa ancora i sintomi da Coronavirus. A dare la notizia è lui stesso, tramite il profilo ufficiale Twitter: «Ieri sera, su consiglio del mio dottore, sono andato in ospedale per alcuni test di routine poiché sto ancora riscontrando i sintomi». BoJo si è detto di ottimo umore e ha ringraziato tutto il brillante personale del Ssn che si prende cura di lui e degli altri in questo momento difficile. Sei il migliore della Gran Bretagna. E, poi, il monito al popolo inglese: «State a casa, al sicuro».

La Bbc ha spiegato che nonostate il ricovero in ospedale Boris Johnson rimane alla guida del Regno Unito. A spiegarlo è il segretario di Stato per l’edilizia abitativa Robert Jenrick: «Ovviamente oggi è in ospedale a fare i test, ma continuerà a essere informato su ciò che sta accadendo e ad essere responsabile del governo».

Intanto il quotidiano britannico Indipendent ha riportato l’arresto di un ragazzo di 20 anni trovato a spargere la sua saliva sui prodotti esposti negli scaffali. L’episodio è avvenuto in un Lidl di Dorset, nel Sud del Paese. Secondo la informazioni diffuse dalla polizia il ragazzo non avrebbe un caso confermato di Coronavirus e nemmeno presenterebbe dei sintomi.

Filippine, 414 contagi e 11 decessi

Il ministero della Sanità nelle Filippine ha riferito oggi di 11 nuovi decessi legati al Coronavirus e 414 nuovi contagi. Lo riferisce il Guardian. Il totale delle morti da covid-19 nel Paese sale quindi a 163 mentre i casi positivi sono complessivamente 3.660, con 73 guariti.

Giappone, Abe propone lo stato di emergenza. Nikkei in rialzo

Dopo l’aumento preoccupante del numero di positivi all’infezione in Giappone – specie a Tokyo – il premier Shinzo Abe ha proposto lo stato di emergenza nel tentativo di contenere il virus. Le nuove misure saranno operative da martedì 6 aprile e riguarderanno 7 prefetture. Nella capitale i casi di contagio sono oltre mille.

Dalle prime indiscrezioni si legge che secondo il provvedimento che entrerà in vigore, il governo giapponese potrà imporre restrizioni all’assembramento di persone, e lo svolgimento delle attività sociali nei luoghi pubblici, tra cui teatri, attività sportive e servizi alla collettività. Nel caso di una paralisi del sistema sanitario nazionale potranno essere requisite le proprietà private e gli edifici idonei alle esigenze per fronteggiare l’emergenza sanitaria.

Epa/Franck Robichon

La prima seduta della settimana è finita in forte aumento per la Borsa di Tokyo. L’indice Nikkei infatti ha segnato un rialzo del 4,24%. Lo yen si deprezza sul dollaro, poco sopra quota 109 e sulla moneta unica a 117,80. Gli investitori sono tornati sul mercato dopo i primi segnali positivi arrivati dall’Europa.

Spagna, per il quarto giorno consecutivo calano le vittime

Nelle ultime 24 ore sono stati registrati in Spagna 637 decessi legati al Coronavirus. Il ministero della Salute ha dichiarato che il numero è il più basso da 13 giorni. Il totale dei morti in tutta la nazione è arrivato a 13.055.

Epa/Neil Hall | Il premier Boris Johnson

La Bbc ha spiegato che nonostate il ricovero in ospedale Boris Johnson rimane alla guida del Regno Unito. A spiegarlo è il segretario di Stato per l’edilizia abitativa Robert Jenrick: «Ovviamente oggi è in ospedale a fare i test, ma continuerà a essere informato su ciò che sta accadendo e ad essere responsabile del governo».

Intanto il quotidiano britannico Indipendent ha riportato l’arresto di un ragazzo di 20 anni trovato a spargere la sua saliva sui prodotti esposti negli scaffali. L’episodio è avvenuto in un Lidl di Dorset, nel Sud del Paese. Secondo la informazioni diffuse dalla polizia il ragazzo non avrebbe un caso confermato di Coronavirus e nemmeno presenterebbe dei sintomi.

Irlanda, il primo ministro torna in corsia come medico

Epa/Gareth Chaney | Il primo ministro irlandese Leo Varadkar

Leo Varadkar, primo ministro dell’Irlanda, ha deciso di tornare in corsia come medico. Dopo aver praticato questa professione per sette anni infatti è entrato in politica. Ora ha deciso di iscriversi di nuovo al registro dei medici praticanti, dove non compariva dal 2013. Potrà essere chiamato in servizio una volta a settimana.

Scozia, si dimette la consulente sanitaria del governo che ha violato il lockdown

Per due volte la dottoressa Catherine Calderwood ha violato il lockdown andando dalla sua abitazione alla casa di villeggiatura. A svelarlo il tabloid The Sun, che ha pubblicato diverse foto di Calderwood a Elie ed Earlsferry, cittadina sul mare del Nord distante oltre un’ora da Edimburgo. La premier scozzese Nicola Sturgeon ha accettato le sue dimissioni.

Francia, morto suicida il medico dello Stade de Reims

Era positivo al Coronavirus ed era in quarantena. Bernard Gonzalez, medico della squadra di calcio francese Stade de Reims, è morto a 61 anni. Si è tolto la vita dopo aver saputo di essere positivo al Covid-19. La notizia è stata confermata dallo stesso club che milita nella League 1, la più importante serie professionistica francese: «Siamo distrutti, lo Stade Reims piange il dottor Bernard Gonzalez. Quello del club, ma anche di centinaia di abitanti di Reims di tutte le età. Era qui da 23 anni».

Russia

Dopo una sola settimana dall’annuncio del lockdown, la Russia conta 954 nuovi casi di Covid-19, registrando dunque un sensibile incremento rispetto ai giorni precedenti. Il bilancio totale sale a 6.343 casi e 47 decessi. Del totale, i due terzi si concentrano nella capitale, Mosca, e nelle principale città metropolitane. Il primo decesso era stato segnalato in Siberia: si trattata di un uomo di 62 anni.

Appello dell’Onu contro la violenza domestica

Appello mondiale dell’Organizzazione delle nazioni unite per proteggere donne e ragazze costrette a casa con le misure per fronteggiare l’emergenza sanitaria. La presa di posizione del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, arriva dopo il moltiplicarsi di episodi di violenza domestica e familiare dall’inizio della pandemia da Coronavirus. «La violenza non si limita al campo di battaglia» ha detto Guterres in un video in inglese con sottotitoli in francese, arabo, spagnolo, cinese o russo, ribadendo ancora una volta la sua richiesta di cessate il fuoco nei luoghi con conflitti in corso per concentrare tutte le energie sull’unico obiettivo di lotta al Covid-19.

«Sfortunatamente, molte donne e ragazze sono particolarmente a rischio di violenza proprio dove dovrebbero essere protette. Nelle loro case. Ecco perché oggi faccio un nuovo appello per la pace nelle abitazioni, in tutto il mondo. Nelle ultime settimane, poiché le pressioni economiche e sociali sono peggiorate e la paura è cresciuta, il mondo ha subito un orribile fiammata di violenze domestiche», ha affermato il capo delle Nazioni Unite.

«Esorto tutti i governi a prendere misure per prevenire la violenza contro le donne e fornire rimedi per le vittime come parte del loro piano d’azione nazionale contro Covid-19». Guterres ha chiesto quindi che vengano istituiti sistemi di allarme di emergenza nelle farmacie e nei negozi di alimentari, gli unici negozi aperti in molti Paesi: «Dobbiamo garantire che le donne possano chiedere aiuto in modo sicuro, senza che coloro che le maltrattano se ne accorgano».

In Europa più di 45mila morti

Il continente europeo continua a essere il più colpito dall’emergenza Coronavirus. Secondo gli ultimi dati forniti da Afp il numero dei decessi in Europa ha superato quota 45mila, mentre le morti totali nel mondo sono 62.376. L’85% delle 46.033 vittime si registra in Italia (15.362), Spagna (11.744), Francia (7.560) e Regno Unito (4.313). L’Europa è il continente che paga il prezzo più alto in termini di morti.

Oms: «Stop improvviso alle restrizioni farà tornare il virus»

Nel suo consueto punto stampa quotidiano sull’emergenza Coronavirus, l’Organizzazione mondiale sanità ha messo in guardia da un ritorno non graduale alla normalità. «Se i Paesi si precipitano ad annullare le restrizioni troppo velocemente, il Coronavirus potrebbe riprendere e l’impatto economico potrebbe essere ancora più grave e prolungato», ha dichiarato il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus.

Ungheria, la svolta autoritaria

Epa/Ludovic Marin |Il primo ministro ungherese Viktor Orbán

Ieri, 2 aprile, 13 partiti del Partito popolare europeo (Ppe) hanno chiesto l’espulsione definitiva di Fidesz, il partito guidato dal primo ministro dell’Ungheria Viktor Orbán. Nel pieno dell’emergenza legata all’epidemia di Covid-19 infatti il Orbán ha puntato alla svolta autoritaria: il parlamento ungherse ha deciso di affidargli pieni poteri, permettendogli di governare solo con decreti, bloccare le elezioni e anche chiudere il Parlamento.

Questa scelta è stata criticata da molti nel Ppe da cui, formalmente, Fidesz era già stato sospeso. Alla richiesta di espulsione Orbán ha risposto che non aveva tempo per queste «fantasie»: «Non riesco ad immaginare come si possa avere tempo per fantasie sulle intenzioni degli altri Paesi. Sono pronto a discutere ogni questione una volta che la pandemia sarà finita. Fino ad allora dedicherò tutto il mio tempo esclusivamente a salvare le vite del popolo ungherese».

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Coronavirus, il vulcanico sindaco di San Severo: «Mascherine a 10 euro? Siete strozzini». E a Pasquetta posti di blocco contro le gite – Video

Per Pasqua e Pasquetta il primo cittadino vuole piazzare i vigili urbani agli ingressi della città contro possibili gite fuori porta

Il sindaco di San Severo, Francesco Miglio, ha promesso che nel giorno di Pasqua e Pasquetta blinderà la città, dove si contano circa 60 casi positivi di Coronavirus e quasi 200 sotto osservazione in quarantena. «Ci saranno posti di blocco in corrispondenza degli accessi cittadini in ingresso e uscita – ha tuonato all’Ansa – per evitare che possano esserci spostamenti per gite fuori porta e scampagnate». Nella sua ultima diretta Facebook, dopo tante da antologia, Miglio si è scagliato contro chi specula sulla vendita delle mascherine: «Si devono vergognare coloro i quali in queste ore stanno vendendo mascherine che costano un euro a dieci euro. Siete degli strozzini».

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Coronavirus, i numeri in chiaro. Il matematico Sebastiani: «Fase 2 da metà maggio. Segnali ottimi, ma non abbassiamo la guardia ora» – La videointervista

06 Aprile 2020 - 21:44 Olga Bibus
Per il ricercatore del Cnr c'è una correlazione tra le città più colpite e la loro posizione geografica sul territorio: «Se andiamo a rappresentare le province con più di mille casi vediamo che si allineano lungo quattro direttrici autostradali: E35, E70, E55 e A22»

Diminuisce il numero di nuovi positivi e quello delle persone ricoverate in terapia intensiva in Italia. Un trend positivo, ottimo, secondo il matematico del Cnr Giovanni Sebastiani, che però invita a non abbassare la guardia, perché un cambiamento delle nostre abitudini attuali darebbe impulso all’epidemia Coronavirus, portando a un’inversione della tendenza.

Per quanto riguarda la Fase 2, per Sebastiani, si può cominciare in alcune regioni a ipotizzare un graduale allentamento delle misure da metà maggio. Questo secondo uno studio che prende in considerazioni sei regioni italiane: Lombardia, Veneto, Emilia, Toscana, Campania e Sicilia. Invece per mettere un punto a questa situazione non bisogna ragionare in settimane, ma è questione di almeno sei mesi, se non un anno, dipende dalle cure e dal vaccino.

Una buona notizia arriva anche dalla Lombardia, la regione più colpita d’Italia sta vedendo una diminuzione dei contagi e ha superato il picco. «C’è solo una provincia problematica che è Varese che è ancora in fase di aumento». Sebastiani – che sta lavorando allo sviluppo di modelli matematici in grado di effettuare previsioni sull’andamento dei contagi – afferma che nei prossimi giorni in Lombardia potremmo tornare ad assistere a un aumento di nuovi casi positivi, ma questo dipenderebbe dal numero di casi in via di definizione, che attualmente sono intorno ai mille.

Stesso fenomeno registrato già in Liguria che ieri, 5 aprile, ha visto un aumento del numero di contagi in tutte le province perché «circa 2mila casi erano in via di definizione il giorno prima». Per il matematico, c’è poi una correlazione tra le città più colpite e la loro posizione geografica sul territorio. «Se andiamo a rappresentare le province con più di mille casi vediamo che si allineano lungo quattro direttrici autostradali: E35, E70, E55 e A22».

Ma non è tutto: «Le due province italiane che hanno un numero di contagiati rapportato alla popolazione superiore all’1% sono Piacenza e Cremona. Piacenza, se uno va a vedere, si trova sull’intersezione tra due grandi snodi che sono la E70 e la E35. Cremona invece è lungo la E70».

Fonte: “Alcuni risultati dell’analisi dei dati epistemologici del Coronavirus in Italia, viaggio in autostrada” di G. Sebastiani

Infine, per quanto riguarda il numero dei morti, che oggi è stato in lieve aumento rispetto al giorno precedente, secondo il matematico, stiamo assistendo a una diminuzione del rapporto tra numero di deceduti e numero dei malati, cioè morti e guariti. Dato che finora è stato sempre in aumento, adesso registra una diminuzione.

Il parere degli esperti:

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Coronavirus, tasse sospese per due mesi a partite Iva e piccole aziende. Conte: «Bonus Inps entro il 15 aprile»

Il provvedimento introduce aiuti anche alle famiglie, con agevolazioni logistiche sulle dichiarazioni dei redditi

Con il “decreto liquidità” approvato oggi 6 aprile dal governo per sostenere le imprese e le partite Iva alle prese con l’emergenza Coronavirus sono stati “congelati” circa 10 miliardi in ambito fiscale. Previsto un nuovo stop ai versamenti Iva e ritenute per le scadenze di aprile e maggio, rivolto alle aziende che hanno registrato una perdita del fatturato a marzo del 33%, sotto i 50 milioni di ricavi. Prorogato anche lo stop al versamento delle ritenute anche per autonomi e partite Iva con un giro di affari fino a 400 mila euro.

Per la dichiarazione dei redditi, chi fa l’autoliquidazione potrà versare acconti ridotti in base alle previsioni reali dei conti nel 2020, evitando multe e sanzioni se verrà pagato l’80% di quanto realmente dovuto. Agevolazioni anche per le dichiarazioni dei redditi dei singoli cittadini, con la possibilità di evitare di andare fisicamente ai Caf o dal commercialista per consegnare la delega per la dichiarazione precompilata. Sarà sufficiente stampare e firmare il modulo della delega, che potrà essere inviato via email con una foto o una scansione in allegato a chi si vuole delegare la compilazione della dichiarazione dei redditi.

Bonus Inps

Nonostante i disservizi e i disagi riscontrati da migliaia di utenti che hanno tentato di usare il sito dell’Inps nei giorni scorsi per ottenere i vari bonus rivoli a famiglie e autonomi, il premier Giuseppe Conte ha poi chiarito che non dovrebbero esserci ritardi nei versamenti: «Ci siamo subito adoperati perché tutti possano avere quanto prima le somme che abbiamo previsto nel dl Cura Italia – ha detto – C’è stato un sovraccarico, come è noto, nel sistema informatico dell’Inps, ma mi assicurano che quanto prima si stanno avvantaggiando per evadere le richieste. Avevo chiesto a tutti di fare uno sforzo collettivo perché le erogazioni possano avvenire anche prima del 15 aprile. Gli enti stanno lavorando tanto e sono fiducioso che possano arrivare a risolvere prima del 15».

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Coronavirus. Boris Johnson in terapia intensiva: cos’è successo in meno di 24 ore dalla notizia russa al ricovero

06 Aprile 2020 - 20:35 David Puente
Che cosa avevano detto i russi, come sono stati interpretati e perché non si possono accusare di «fake news»

La notizia di Boris Johnson positivo al Coronavirus aveva fatto il giro del mondo, così come anche il suo ricovero in ospedale avvenuto nella tarda serata del 5 aprile 2020. Il media russo Ria Novosti intorno alla mezzanotte pubblica sul proprio portale la dichiarazione di una sua fonte vicina alla leadership britannica: «Boris sarà collegato al respiratore». Attenzione però al «sarà» perché risulta un elemento importante in questa storia.

L’articolo di Ria Novosti che annuncia l’informazione ottenuta da una presunta fonte vicina a Boris.

La notizia viene ripresa da diversi media, tra questi anche alcuni italiani:

  • «Coronavirus, Boris Johnson “attaccato a ventilatore polmonare”: la notizia dalla Russia» Libero Quotidiano
  • «Coronavirus, Boris Johnson ricoverato: febbre alta e ventilatore polmonare» Affaritaliani.it
  • «Premier Johnson in terapia intensiva» Rainews

Tra i primi a rilanciare la notizia di Ria Novosti è stato il portale di Rainews con un articolo alle 0:53 del mattino del 6 aprile 2020 dal titolo «Premier Johnson in terapia intensiva»:

0.53 Si sono aggravate le condizioni del premier britannico, Boris Johnson da circa due settimane in quarantena a casa dopo essere stato contagiato dal coronavirus. Era stato stato ricoverato in ospedale “a scopo precauzionale” a causa della persistente tosse e per fare degli esami ma una volta nel nosocomio i medici hanno valutato la necessità di ricorrere al ventilatore polmonare. Lo sostiene Ria Novosti citando due fonti del sistema sanitario nazionale (Nhs).

La copia di cache dell’articolo di Rainews, attualmente rimosso.

Rainews alle 0:51 del mattino dava per certo che si trovasse in terapia intensiva attaccato al respiratore, ma riporta male la notizia di Ria Novosti che non affermava che fosse già in tale situazione. Infatti, ciò che avrebbe rivelato la fonte alla stampa russa era la possibilità – non tanto remota – che ciò potesse avvenire. Una prima smentita a ciò che aveva riportato Rainews era arrivata dopo la pubblicazione di un tweet dello stesso Boris Jonhson delle 14:20 del 6 aprile 2020:

Last night, on the advice of my doctor, I went into hospital for some routine tests as I’m still experiencing coronavirus symptoms. I’m in good spirits and keeping in touch with my team, as we work together to fight this virus and keep everyone safe.

Come capita spesso, ci si affida a notizie rilanciate da altri media e interpretandole senza verificare alla fonte, cosa che avrebbe fatto Repubblica riuscendo ad ottenere una smentita da parte del portavoce dello stesso Boris: «Questa è disinformazione da parte di Mosca e parte della sua narrativa di fake news in atto sin dall’inizio della crisi coronavirus».

Ria Novosti però aveva azzeccato

Secondo quanto riportato dalle fonti ufficiali, nel pomeriggio di oggi il Premier britannico era peggiorato ed era stato ricoverato in terapia intensiva intorno alle 19:00. La notizia viene riportata in serata dal The Guardian a seguito delle dichiarazioni di Downing Street:

The UK prime minister, Boris Johnson, has been moved to an intensive care unit after his condition worsened, Downing Street has said. A No 10 spokesman said:

«Since Sunday evening, the prime minister has been under the care of doctors at St Thomas’ Hospital, in London, after being admitted with persistent symptoms of coronavirus.
Over the course of this afternoon, the condition of the prime minister has worsened and, on the advice of his medical team, he has been moved to the intensive care unit at the hospital.
The PM has asked Foreign Secretary Dominic Raab, who is the first secretary of state, to deputise for him where necessary.
The PM is receiving excellent care, and thanks all NHS staff for their hard work and dedication.»

Lo stesso The Guardian, in un articolo pubblicato circa un’ora dopo l’annuncio del ricovero, riporta che alcune fonti sostenevano che il Premier britannico avrebbe richiesto l’ossigeno una volta giunto in ospedale la sera del 5 aprile, indiscrezioni che però erano state negate da Downing Street:

Several sources say Johnson has required oxygen to help with his breathing following his admission to hospital – an assertion that was denied by Downing Street – although his official spokesman said that Russian reports that he was on a ventilator were “disinformation”. Those who know Symonds, 32, say she is worried: “She’s ringing up friends, telling them how anxious she is.”

Ricostruendo l’intera vicenda:

  • secondo il The Guardian nell’articolo della tarda serata del 6 aprile, alcune fonti avevano sostenuto che il Premier britannico avrebbe richiesto l’ossigeno una volta giunto in ospedale la sera del 5 aprile 2020;
  • Ria Novosti aveva riportato da una fonte la probabilità – data piuttosto per certa – che Boris Jonhson sarebbe finito in terapia intensiva;
  • chi aveva letto la notizia del media russo aveva riportato che il fatto come già avvenuto la notte tra il 5 e il 6 aprile 2020;
  • i portavoce e Downing Street avevano smentito il ricovero in terapia intensiva;
  • alle 14:20 viene pubblicato un tweet dall’account di Boris Jonhson dove si confermava quanto riportato dai portavoce e da Downing Street;
  • durante il pomeriggio, purtroppo per Boris Jonhson, le sue condizioni erano peggiorate e intorno alle 19:00 era stato ricoverato – questa volta veramente e ufficialmente – in terapia intensiva.

Per questi motivi risulta difficile affermare che Ria abbia riportato il falso per il semplice motivo che non aveva dichiarato che si trovasse già in terapia intensiva, ma che ci sarebbe finito secondo le indiscrezioni di una sua fonte vicina alla leadership britannica. Indiscrezioni che, associate alle altre riportate dal The Guardian, raccontavano una situazione preoccupante per lo stato di salute del Premier britannico già a partire dalla sera di domenica 5 aprile.

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Nota – L’articolo era stato inizialmente pubblicato tenendo conto del non effettivo ricovero in terapia intensiva, avvenuto successivamente e annunciato in serata il 6 aprile 2020 da Downing Street. Di conseguenza, l’articolo è stato aggiornato riportando i nuovi elementi.

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Coronavirus, via libera al decreto imprese: liquidità per 400 miliardi, stop tasse di aprile e maggio. Prestiti garantiti al 100% per le Pmi

06 Aprile 2020 - 20:34 Redazione
L'intesa trovata dal governo sul pacchetto liquidità alle imprese è «in grado di mobilitare risorse per oltre 750 miliardi di euro»: con il decreto imprese arrivano «oltre 400 in più rispetto ai 350 miliardi già previsti nel dl cura Italia»

Aiuti a tutte le imprese, piccole e grandi e a tutte le attività costrette a chiudere per l’emergenza Coronavirus. C’è l’accordo nel governo per un nuovo decreto, approvato stasera dal Consiglio dei ministri, centrato sul sostegno all’economia. Tra gli interventi, il sostegno alle Pmi, che potranno beneficiare di prestiti garantiti da parte dello Stato al 100%, sia per gli autonomi sia per le imprese. Per quelle meno piccole la percentuale dell’impegno pubblico scende al 90%, ma resta fino all’80% sul ruolo delle imprese. «Con il decreto appena approvato – ha detto il premier Giuseppe Conte – diamo liquidità immediata per 400 miliardi di euro alle nostre imprese, 200 per il mercato interno, altri 200 per potenziare il mercato dell’export. È una potenza di fuoco. Abbiamo deliberato la sospensione di vari pagamenti fiscali e contributi e ritenute anche per i mesi di aprile e maggio».

https://www.facebook.com/GiuseppeConte64/videos/504282033780858/

Il fondo da 1 miliardo

Creato un fondo da 1 miliardo al ministero dell’Economia e delle Finanze per sostenere le garanzie. Sarà Sace a concedere le garanzie per la liquidità alle imprese, che arrivano fino a 200 miliardi di cui almeno 30 dedicati a piccole e medie aziende, autonomi e partite Iva che abbiano già usato appieno il ricorso al Fondo di garanzia per le Pmi. Sace resterà a Cassa depositi e prestiti, ma non sarà più soggetta «all’attività di direzione e coordinamento» di Cdp. Quel ruolo di gestione sarà invece direttamente nelle mani del ministero dell’Economia, il Mef. Altri 200 miliardi sono dedicati all’export, fondi che vanno a sommarsi ai 350 miliardi già previsti.

La bozza del “decreto liquidità” del 6 aprile 2020

Chiusi in casa anche a Pasqua

«Sarebbe irresponsabile andare in giro e allentare la fiducia e la responsabilità» a Pasqua, ha aggiunto Conte. «Pasqua significa passaggio dalla schiavitù e anche riscatto: speriamo che possa portarci questa libertà. Io vivo questa festività con fede, come redenzione. Speriamo che in una versione più laica sia un passaggio verso un definitivo riscatto. Quando tutto sarà finito ci sarà una nuova primavera, presto raccoglieremo i frutti di questi sacrifici».

La garanzia pubblica

Rimane quindi al 100% la garanzia sui prestiti per imprese piccole e medie, come confermavano già nel pomeriggio fonti del Ministero dello Sviluppo citate dall’Ansa. A spanne funzionerà così: prestiti garantiti al 100% fino a 25mila euro, senza alcuna valutazione del merito di credito; 100% (di cui 90% Stato e 10% Confidi) fino a 800mila euro, senza valutazione andamentale (ovvero il monitoraggio operato dalla banca sui rapporti che l’azienda intrattiene con il sistema bancario e la banca affidante); 90% fino a 5 milioni di euro, sempre senza valutazione andamentale.

La giornata in Cdm

E’ stato un pomeriggio teso, quello passato a palazzo Chigi. Sul tavolo del Consiglio dei ministri – che è stato aggiornato più volte e si è concluso solo in serata – c’era l’approvazione di due decreti: quello appunto per la liquidità delle imprese, primo punto all’ordine del giorno della convocazione, e il provvedimento per la scuola.

Alle 14 il cdm effettivamente licenzia il decreto sull’istruzione. Ma poi viene sospeso: non c’è la quadra sul decreto liquidità alle imprese. Da un lato, infatti, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, Pd, chiede che sia Sace a emettere le garanzie finanziarie, ma chiede anche di portarla sotto il diretto controllo del suo dicastero. Attualmente la società per azioni specializzata nel settore assicurativo-finanziario è controllata al 100% dal gruppo italiano Cassa Depositi e Prestiti. E l’amministratore CDP, Fabrizio Palermo, si muove nell’orbita dei 5 Stelle: ecco perché il Movimento ha “accusato” i partner di governo di volerne indebolire il ruolo.

Dopo la sospensione avvenuta all’ora di pranzo il Consiglio dei ministri ricomincia. «Sono necessarie risposte con strumenti precedenti a una crisi senza precedenti», insiste il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in vista dell’Eurogruppo di domani. Di fatto, da lì a poco, la situazione si sblocca.

Il provvedimento

Non manca, nel provvedimento approvato da Palazzo Chigi, anche il capitolo sul nuovo golden power, lo scudo anti scorrerie a difesa delle imprese italiane che verrà esteso anche a nuovi settori come l’alimentare, l’assicurativo e il finanziario. Obiettivo: fare in modo che gli asset strategici nazionali – di loro o per la posizione in filiera che occupano – non cadano in mano ad acquirenti stranieri (inclusa l’Unione europea) a prezzi stracciati, a causa dei tempi difficili – anche da un punto di vista economico – che la pandemia porta con sé.

Non solo. C’è anche uno stop per altri due mesi al versamento delle ritenute d’acconto per gli autonomi senza dipendenti e con giro d’affari sotto i 400mila euro: si tratta della proroga per aprile e maggio della misura già inserita nel decreto Cura Italia.

Le imprese che acquistano mascherine o altri sistemi di protezione dei lavoratori dal contagio da coronavirus godranno di un credito d’imposta del 50% sulle spese. Lo sgravio viene esteso a mascherine, guanti, visiere e occhiali protettivi, tute di protezione e calzari, barriere e pannelli, detergenti mani e disinfettanti.

Nella bozza di decreto entrata in Cdm erano previsti – e a quel che si apprende il provvedimento è stato confermato – anche più fondi agli ospedali Covid per gestire l’aumento dei costi legato all’emergenza. Si consente alle Regioni, in deroga alle norme di spending review, di riconoscere una specifica funzione di queste strutture e «prevedere maggiorazioni tariffarie legate agli aumenti dei costi del personale e dell’assistenza alberghiera, cui si aggiunge la gestione di pasti individualizzati, monitoraggio e controllo costante di tipo medico e infermieristico, la sanificazione, il maggiore consumo dei DPI, la formazione del personale».

In copertina ANSA/Riccardo Antimiani | Roberto Gualtieri, ministro dell’Economia, a Palazzo Chigi, Roma, Italia, 1 aprile 2020.

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Coronavirus, l’Oms ribadisce: «Priorità mascherine a pazienti Covid e a chi deve prendersi cura di un malato»

06 Aprile 2020 - 20:00 Giulia Marchina
Oggi il Wall Street Journal si è scagliato in un duro attacco nei confronti di Ghebreyesus e dell'agenzia Onu

    L’Oms non schioda dalle raccomandazioni già fatte in passato sul Coronavirus e consiglia l’uso delle mascherine mediche «a chi è malato o si deve prendere cura di una persona malata». Lo ha ribadito il direttore generale del’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus nel consueto briefing sul Covid-19, annunciando la pubblicazione oggi di linee guida per i Paesi sull’uso delle mascherine per la popolazione. «Ci preoccupa che l’uso di massa di queste mascherine da parte delle persone possa aggravare la carenza di questi strumenti», ha sottolineato il direttore. Sempre oggi il Wall Street Journal si è scagliato in un duro attacco nei confronti di Ghebreyesus e dell’agenzia Onu. Il giornale ha scritto un lungo articolo per dire che «ha fatto disinformazione sul Coronavirus subendo le pressioni della Cina e tardando a dichiarare l’emergenza sanitaria». Nell’editoriale si sostiene come il 14 gennaio, quando oramai era chiaro quello che stava accadendo in Cina, l’Oms continuava a sostenere che le indagini condotte dalle autorità di Pechino non avevano trovato prove evidenti della possibilità di un contagio da uomo a uomo. L’ammissione è quindi arrivata solo una settimana dopo.

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      Coronavirus, quella zona rossa mancata prima della strage di Bergamo, Conte: «Regione Lombardia poteva farla senza il governo»

      Nonostante la raccomandazione dell'Istituto superiore della sanità, per quasi una settimana nessuna autorità ha deciso sulla chiusura dei primi due focolai nella Bergamasca

      Sulla mancata chiusura dei comuni di Alzano Lombardo e Nembro non si ferma il botta e risposta tra Regione Lombardia e Governo, con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ribadisce come le autorità regionali lombarde avrebbero potuto istituire la zona rossa nei due comuni, dopo che una nota dell’iss aveva fortemente raccomandato la chiusura totale per contenere i contagi di Coronavirus. «Non vi è argomento da parte della Regione Lombardia per muovere contestazioni al Governo nazionale o ad altre autorità locali – ha scritto Conte al sito Tpi.it – Se la Regione Lombardia ritiene che la creazione di nuove zone rosse andasse disposta prima, con riguardo all’intero territorio regionale o a singoli comuni, avrebbe potuto tranquillamente creare “zone rosse”, in piena autonomia».

      I ritardi

      Era il 2 marzo quando l’Istituto superiore della sanità aveva raccomandato l’istituzione della zona rossa per i due comuni bergamaschi, dove una settimana prima erano stati rilevati i primi contagi nei rispettivi ospedali, seguiti dall’esplosione della situazione bergamasca con i pesantissimi bilanci in termini di contagi e vittime nelle settimane successive. Come ha raccontato il Corriere della Sera, per almeno sei giorni c’è stato un rimpallo di responsabilità sulla decisione di chiudere quell’area della Bergamasca, una delle più produttive d’Italia, ma nessuno ha mai preso una decisione definitiva.

      Sin dal primo momento il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, ha negato di avere l’autorità per istituire le zone rosse senza l’intervento del governo. Ma secondo il premier, quella opzione era assolutamente nelle possibilità della giunta lombarda: «Le Regioni non sono mai state esautorate del potere di adottare ordinanze contenibili e urgenti – ha aggiunto – Al pari di quanto hanno fatto altre Regioni – conclude Conte – come il Lazio, la Basilicata e la Calabria, nei cui territori, con ordinanza, sono state create “zone rosse” limitatamente al territorio di specifici comuni».

      La risposta di Fontana

      «Al di là del fatto che ammesso che ci sia una colpa – ha replicato Fontana al Tg4 – la colpa eventualmente è di entrambi, io non ritengo che ci siano delle colpe in questa situazione. Forse – ha ammesso – su Alzano si sarebbe potuto fare qualcosa di più rigoroso ma dopo che era stata istituita una zona rossa – in tutta la Lombardia – noi non avevamo neanche da un punto di vista giuridico modo di intervenire».

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      Coronavirus, 636 morti: più di ieri. Il totale sale a 16.523. Calano i nuovi positivi: sono 1.941 – Il bollettino della Protezione civile

      06 Aprile 2020 - 18:38 Redazione
      1022 i nuovi guariti. I pazienti ricoverati sono in tutto 28.976. 3.898 le persone in terapia intensiva: per il terzo giorno consecutivo il dato è in negativo (oggi -79). Istituito un fondo per i familiari delle vittime

      Il bollettino del 6 aprile

      Con 636 nuovi morti, il totale delle vittime da Coronavirus in Italia sale a 16.523. Ieri, 5 aprile, i nuovi decessi registrati erano stati 525: si registra così un nuovo aumento (+111). Ma l’ultimo bollettino della Protezione civile conferma l’andamento degli ultimi giorni di questa settimana, che va chiudendosi con una stabilizzazione – se non un miglioramento – nel numero dei nuovi positivi. Dall’appuntamento quotidiano con il capo della Protezione civile Angelo Borrelli risultano 1.941 nuovi positivi (ieri se ne registravano 2.972), che portano il totale dei contagiati testati da tampone a 93.187 pazienti (ieri la cifra era 91.246).

      Quanto alle guarigioni, nelle ultime 24 ore sono guariti 1.022 pazienti, per un totale di 22.837. A questo punto, complessivamente sono 132.547 le persone colpite dal Covid-19 in Italia da inizio epidemia. I pazienti ricoverati in strutture ospedaliere con sintomi sono 28.976, di cui 3.898 in terapia intensiva. Il numero delle TI è per il terzo giorno consecutivo in negativo: oggi -79. 60.313 sono invece le persone in isolamento domiciliare in tutta Italia.

      «Voglio comunicarvi l’apertura di un fondo per aiutare i familiari di chi è deceduto in questa emergenza», ha fatto sapere Borrelli, che ha poi ricordato l’undicesimo anniversario del terremoto in Abruzzo. In merito alle accuse rivolte dalla Federazione regionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri della Lombardia alla Regione, Borrelli ha commentato: «Sono convinto che meglio di questo non si potesse fare con gli strumenti a disposizione».

      Il professor Luca Richeldi, primario di Pneumologia del Policlinico Gemelli di Roma e componente del comitato tecnico scientifico, è tornato sul tema mascherine. «Per chi è professionalmente esposto è un dispositivo necessario – ha detto – ma per gli altri il rischio è che faccia abbassare la guardia. Sono comunque utilissime per i convalescenti e i soggetti più a rischio».

      Ieri e oggi a confronto

      Nel bollettino di ieri, 5 aprile, risultavano 91.246 positivi al virus. Focalizzando Regione per Regione, ieri la situazione era la seguente: 28.124 positivi in Lombardia, 12.837 in Emilia-Romagna, 10.177 in Piemonte, 9.409 in Veneto, 5.185 in Toscana, 3.578 nelle Marche, 3.186 nel Lazio, 3.093 in Liguria, 2.621 in Campania, 2.022 in Puglia, 1.774 in Sicilia, 1.795 nella Provincia autonoma di Trento, 1.363 in Friuli Venezia Giulia, 1.420 in Abruzzo, 1.226 nella Provincia autonoma di Bolzano, 898 in Umbria, 815 in Sardegna, 706 in Calabria, 576 in Valle d’Aosta, 254 in Basilicata e 187 in Molise.

      L’andamento dei nuovi contagi negli ultimi 10 giorni

      I positivi Regione per Regione

      In base ai dati ufficiali della Protezione civile, il numero di persone al momento positive al SARS-CoV-2 è così distribuito di regione in regione:

      I casi (totali) provincia per provincia

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      Coronavirus, in Lombardia 297 nuove vittime e 1.089 nuovi positivi

      06 Aprile 2020 - 17:58 Giulia Marchina
      Il dato dei pazienti in terapia intensiva ora è 1.343, +26 rispetto a ieri

      Il bollettino del 6 aprile

      Durante la consueta conferenza stampa del 6 aprile per comunicare i dati sul Coronavirus riguardo la Regione Lombardia, l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, ha comunicato che a fronte di 154.989 tamponi eseguiti in tutta la Regione, i nuovi casi positivi registrati nelle ultime 24 ore sono stati 1.089 per un totale di 51.534. In totale le vittime sono ora 9.202, +297 rispetto a ieri. Il dato dei pazienti in terapia intensiva ora è 1.343, +26 rispetto a ieri. I ricoverati sono 11.914 e i dimessi 29.075.

      I dati nelle province 

      Questi i dati relativi alle province:

      • Bergamo 9.815 (+103)
      • Brescia 9.477 (+137)
      • Como 1.473 (+89)
      • Cremona 4.260 (+27)
      • Lecco 1.712 (+34)
      • Lodi 2.278 (+23)
      • Monza e Brianza 3.157 (+111)
      • Milano 11.538 (+308)
      • Mantova 2.084 (+40)
      • Pavia 2.700 (+81)
      • Sondrio 614 (+23)
      • Varese 1.293 (+102)

      La diretta Facebook

      https://www.facebook.com/LombardiaNotizieOnline/videos/353301998942215/?__xts__[0]=68.ARCQmMjxbQ1FQ6fNFrWifs_FdTt6sHRCenMvFDYrQmGiZ-6t4JShxnOoJRuBdClb0ZKiDKSM0Evf_GaMHdl6Rv5kG4Flv8WGUPTwppttcPtg1ExnWzbaqEc9O7bKkc0bynmrVjvxQJyBkWUbKLdrR5Da–B7HBIzjbaRFE24nAUd6gfPP6l2Z7SNk1bybLk_zfnHj8ifsDLpTsbeabqzkjvw99S9_wfUJdkHWl–_pl-m6MCe-ozFihgX0gy0Rv1EC3f6Rjo4Fj7vuoxipF-QYl4opbFVCm3izfVfZKqpbLsuEXQqZsbmPwegCSJcynk1iA1vdZi5_xb_VEBWYSrGTuS_Q-WRIEkwK8NRg&__tn__=-R

      Le mascherine

      Prima di diramare i dati, Davide Caprini ha spiegato che più di tre milioni di mascherine saranno distribuite per tutta la Lombardia entro il fine settimana. Nel farlo, ha raccomandato di «indossarle sempre, di mantenere il giusto distanziamento sociale e di lavare molto frequentemente le mani».

      La situazione a Milano

      Il capoluogo lombardo preoccupava, fino a ieri, stando ai dati in possesso della Regione Lombardia. Oggi, invece, si registra un cambio di rotta: Gallera ha definito le cifre «confortanti». «Quindi li raccogliamo con buona soddisfazione», ha detto. A Milano sono stati registrati 308 casi in più in tutta l’area metropolitana. Nella sola città, 112.

      Gallera: «False accuse sulle Rsa»

      L’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera prova a bloccare le polemiche sulla gestione dell’emergenza. E replica in particolare all’accusa secondo cui proprio l’azienda sanitaria avrebbe cercato di mettere nelle residenze per anziani i malati di Covid: «Non abbiamo mai imposto o chiesto alle Rsa di mettere i pazienti Covid positivi insieme agli ospiti e chi lo dice fa un atto ignobile», ha spiegato. Nella delibera dell’8 marzo scorso, aggiunge, veniva chiesto di ospitare malati, ma in aree separate e con personale dedicato: «Abbiamo detto alle Rsa con queste caratteristiche se potevano e volevano aiutarci a salvare delle vite e lo ha fatto un numero ristretto. Si specula sulle vite umane ed è inaccettabile».

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      Ecco come suona il Coronavirus: uno scienziato del Mit ha tradotto in musica la proteina del SARS-CoV-2

      Ma la traduzione in suono non è fine a se stessa, si tratta di una vera e propria strategia di comprensione: «Il virus inganna le nostre orecchie proprio come inganna le nostre cellule»

      In questi giorni di pandemia da Coronavirus, sul Covid-19 si è detto e scritto di tutto. Nessuno di noi, però, ne aveva ancora sentito il suono. Grazie a una tecnica di intelligenza artificiale chiamata sonificazione, lo scienziato del Massachusetts Institute of Technology, Markus Buehler, ha tradotto in musica le sequenze di aminoacidi presenti nella catena proteica del virus. Il risultato è una traccia di musica classica della durata di quasi due ore.

      La “spike protein“, o proteina S di superficie, è ciò che consente al virus di penetrare nella cellula. Ogni proteina è composta da catene di aminoacidi, intrecciate in uno schema molto complesso. Buehler e il suo team hanno riprodotto fisicamente il pattern, con tutte le pieghe e le eliche presenti. Materializzando lo schema, sono riusciti a produrre la musica seguendo le geometrie, trovando le esatte corrispondenze di «intonazione, timbro, volume, melodia, ritmo e accordi».

      «Normalmente il suono viene prodotto dalla vibrazione di un materiale, come una corda di chitarra, e la musica viene creata organizzando i suoni nei vari schemi gerarchici», ha spiegato Buehler. «Ora, con l’intelligenza artificiale possiamo unire questi concetti e usare le vibrazioni molecolari e le reti neurali per costruire nuove forme musicali. Abbiamo lavorato su metodi per riuscire a trasformare le strutture proteiche in rappresentazioni sonore e poter tradurre queste rappresentazioni in nuovi materiali».

      Ascoltando la melodia, si potrebbe rimanere sorpresi dal suo «tono piacevole, persino rilassante». Ma la traduzione in suono non è fine a se stessa: si tratta di una vera e propria strategia di comprensione. «Il virus inganna l’orecchio allo stesso modo in cui inganna le nostre cellule», ha sottolineato Buehler. «È un invasore travestito da visitatore amichevole. Attraverso la musica, possiamo vedere la struttura proteica del SARS-CoV-2 da una nuova prospettiva, e comprendere l’urgente necessità di imparare il linguaggio delle proteine.»

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