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Coronavirus. L’articolo che collega il 5G al Covid19 riportato da diverse testate italiane

07 Aprile 2020 - 17:10 David Puente
Diverse testate giornalistiche pubblicano lo stesso articolo che sostiene il rapporto pseudoscientifico tra 5G e il coronavirus

Il 6 aprile 2020 diverse testate giornalistiche come La Stampa, Il Secolo XIX e La Gazzetta di Mantova, hanno pubblicato lo stesso articolo dal titolo «Il valore della salute e quello del profitto: il 5G» con un chiaro riferimento al Coronavirus. Mentre Il Secolo XIX e La Gazzetta di Mantova lo riportano nella categoria «Cronaca», La Stampa pubblica il pezzo sotto la sezione «Opinioni» e, a seguito delle critiche, modifica il titolo aggiungendo all’inizio «L’opinione controcorrente».

L’articolo riporta alcune delle teorie sostenute da chi ritiene che il Coronavirus che stiamo affrontando abbia qualcosa a che fare con la tecnologia 5G, tesi che non trovano fondamento scientifico:

Ma torniamo al 5G: si tratta di radiofrequenze a onde millimetriche che comportano un’irradiazione permanente e ubiquitaria. La sperimentazione mondiale corrente porta con sé effetti termici e biologici a dir poco inquietanti. Martin Pall, Professore Emerito di Biochimica e Scienze Mediche di Base all’Università Statale di Washington, figura di spicco a livello mondiale, afferma: “Prevedo grandi catastrofi ecologiche e incendi, perché le piante soggette ai campi elettromagnetici sono più infiammabili. Possiamo essere certi che il 5G comporterà un numero di pulsazioni di gran lunga maggiore dei campi elettromagnetici attuali. Si tratterà di pulsazioni particolarmente potenti e rischiose. Potremmo avere vaste epidemie e vedere l’insorgere di 4 tipi di cecità: cataratta, distacco della retina, glaucoma e degenerazione maculare. Ci si aspetta inoltre danni ai reni”. Egli spiega anche il possibile nesso Coronavirus-5G focalizzandosi sulla molecola proteica del canale di calcio (VGCC), le cui eliche agiscono come sensore di tensione ai cambiamenti elettrici attraverso la membrana plasmatica. È stato dimostrato che le frequenze esacerbino la replicazione virale, la diffusione o la letalità della malattia.

Teorie, quelle sul nesso Coronavirus-5G riportate nei giorni precedenti da diversi siti tra i quali anche quelli che sostengono il NO al 5G. Di fatto, questa teoria non provata scientificamente è tra le più gettonate in questo periodo.

L’articolo del 4 aprile 2020 su Libre con le teorie di Martin Pall sul 5G e il coronavirus.

Il professore degli integratori

L’autrice dell’articolo cita Martin Pall, un docente universitario che allo stesso tempo sostiene teorie pseudoscientifiche con le quali vengono promossi prodotti come «soluzioni» ai problemi che propaganda: integratori.

Sul sito della Allergy Reasearch Group troviamo la sezione «Martin Pall products» dove vengono venduti integratori vitaminici ideati dal professore universitario. Secondo lo stesso, gli integratori potrebbero essere utilizzati per trattare l’autismo che definisce una malattia, ma che di fatto non lo è. Non solo, sostiene che l’autismo sarebbe causato dai campi elettromagnetici, ma anche questa teoria risulta priva di fondamento scientifico. Tra le tante altre cose sostenute dal professore c’è quella del 5G che causerebbe l’infertilità e dunque l’umanità potrebbe trovare la sua fine nel giro di 7 anni.

La Stampa e Pall

La stessa testata giornalistica La Stampa aveva pubblicato un articolo nel 2013 riportando le teorie del professore:

Secondo il prof. Martin Pall, esperto di medicina ambientale e professore di biochimica alla Washington State University, alla base delle patologie di origine ambientale agisce un meccanismo molto complesso, noto come “ciclo NO-ONOO”, che si autoalimenta diventando cronico nel tempo. «Il ciclo NO-ONOO – spiega il professor Pall – è un ciclo che si attiva in più sensi. Si tratta di un circolo vizioso in cui le sostanze tossiche con le quali veniamo in contatto a livello “locale” (attraverso la cute, gli occhi, nel tratto delle alte vie respiratorie o anche di quello gastrico-intestinale), e cioè molte sostanze chimiche o anche altri fattori stressogeni di tipo “naturale” come i virus o i batteri e le muffe, attivando a più livelli i recettori NMDA (N-Metil-D- Aspartato), molecole presenti in diversi organi, portano alla trasformazione continua di NO (Ossido nitrico) in ONOO (perossinitrito)».

Da qui il «rimedio»:

Secondo il prof. Pall, anche alcuni tipi di Sali minerali come il magnesio, vitamine (tra cui la vitamina C) e integratori di tipo antiossidante, aiutano ad arrestare il ciclo “NO-ONOO” che sembra essere il fattore comune di tutte le patologie di origine ambientale: tra queste la fibromialgia, la sensibilità chimica multipla e la sindrome da stanchezza cronica. Questo ciclo tuttavia non si ferma qui, ma mostra di avere la sua influenza su molte altre patologie oggi molto diffuse e comuni quali, per esempio, il glaucoma. Questa patologia oculare si ritiene dunque che, almeno in parte, sia imputabile a cause di tipo ambientale.

L’articolo del 2013 conclude con un link ad un sito dove vengono venduti prodotti naturali e integratori.

Lo studio che non era uno studio

L’articolo cita un altro personaggio, Ronald Kostoff della Georgia Institute of Technology:

Ronald Kostoff, della Georgia Institute of Technology, afferma “Il 5G è il più grande esperimento non etico della storia; è ormai comprovato che il wireless abbassi le difese del sistema immunitario, esponendo a virus e malattie”.

Come avevamo riportato in un precedente articolo, Kostoff non è un virologo e le affermazioni da lui riportate sul 5G non sono supportate dalla Comunità scientifica. Un suo lavoro era stato preso in considerazione da chi sostiene che ci siano dei legami tra il 5G e il sistema immunitario, ma si trattava di un corposo raggruppamento di articoli che non provavano alcunché. La letteratura scientifica, infatti, negli ultimi 70 anni non ravvisa alcun effetto avverso accertato da parte delle reti Wireless nelle persone.

Le teorie sul 5G e gli integratori, non solo in Italia

L’articolo pubblicato dalle diverse testate giornalistiche italiane è una raccolta delle teorie sul legame tra il 5G e la salute che si è già presentato anche all’estero. Infatti, anche altri colleghi nel mondo stanno affrontando il tema diffuso sulla non confermata connessione tra il 5G e il Coronavirus, in particolare sulla teoria del sistema immunitario che verrebbe indebolito attraverso questa tecnologia. Un altro elemento che accomuna queste teorie e personaggi è che vengono seguiti dai gruppi Stop5G, NoVax e sostenitori di diverse teorie di complotto sullo «sterminio dell’umanità», personaggi che allo stesso tempo non trovano seguito nella comunità scientifica, tanto che ad oggi e dopo anni e anni di ricerca non ci sono veri e propri studi scientifici che confermino le loro teorie.

Ecco gli articoli sul 5G pubblicati in questo ultimo periodo:

In un articolo del The Guardian vengono evidenziati, ad esempio, i problemi di comunicazione con le comunità locali che hanno dato spazio alle teorie di complotto sul tema. Su questo si potrebbe riflettere.

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