Coronavirus, Lopalco sulle riaperture: «Difficile dire quando, lunga la coda di un’epidemia così vasta»
«Quando comincia la fase due». Tra i più grandi interrogativi del Paese c’è quello sull’uscita dallo stato di lockdown e quindi sulle riaperture delle attività produttive e commerciali. La “fase due”, stando al significato assegnato dal premier Conte all’espressione, sarà quella in cui – lasciata alle spalle l’emergenza da Coronavirus – «dovremo imparare a convivere con il virus». Ma per Pier Luigi Lopalco, responsabile del coordinamento regionale emergenze epidemiologiche Puglia, resta molto difficile capire quando sarà davvero possibile riaprire «perché la coda di un’epidemia così vasta potrebbe essere anche molto lunga». Quindi, ha detto il professore nel corso di un intervento ad Agorà su Rai3, «non parliamo di giorni, ma di settimane».
Lopalco, tra i primi a ipotizzare la pandemia in tempi non sospetti, ha riconosciuto che i numeri legati all’emergenza stanno effettivamente migliorando, ma con riserva: «I dati sono confortanti nel senso che la curva epidemica sta decrescendo – ha detto il professore -. Ma il numero dei morti lo dobbiamo commentare come sempre con grande tristezza». «C’è però da dire che – ha aggiunto nella sua analisi – i decessi non sono altro che il risultato di infezioni avvenute diverse settimane fa».
«Dobbiamo imparare a usare sempre la mascherina»
April 7, 2020
L’epidemiologo ha parlato anche dell’uso della mascherina e delle abitudini sociali che inevitabilmente cambieranno. «Se non saremo in grado di tenere una distanza di sicurezza, la mascherina da oggi in poi – inutile fare polemiche su obbligatorietà o meno – sarà semplicemente un gesto di buona educazione come negli anni ’20 era buona educazione non sputare per terra per evitare la tubercolosi», ha detto Lopalco.
«Dobbiamo imparare a usare sempre la mascherina. Quando ci si avvicina ad una persona bisogna indossare la mascherina a meno che non sia un convivente». Come sostiene il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, «Torneremo alla piena normalità quando ci sarà un vaccino. Fino ad allora, avremo accuratezza nei contatti e senso di responsabilità, che guiderà la ripresa e la riapertura delle attività».
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