Coronavirus, i numeri in chiaro. Pregliasco: «I test sierologici non saranno la soluzione. La Fase 2? Potrebbe partire dal 4 maggio»
Numeri particolarmente positivi quelli restituiti dal bollettino della Protezione civile di oggi, 7 aprile: dimezzati i nuovi positivi, in calo il dato dei nuovi morti e meno ricoveri anche in terapia intensiva. In conferenza stampa Giovanni Rezza dell’Istituto superiore di Sanità ha detto che «forse finalmente è iniziata la discesa». Dello stesso parare è Fabrizio Pregliasco, epidemiologo e direttore sanitario dell’istituto Galeazzi di Milano, che afferma: «Rispetto alle punte che abbiamo raggiunto, siamo arrivati a un dimezzamento di nuovi malati, quindi a una situazione che vede la collina che abbiamo creato verso la discesa».
«Siamo ancora in una situazione di casi nuovi che non è l’azzeramento, ma possiamo dire che le terapie intensive non sono più in una situazione critica e lo vedo anche nel mio ospedale: il Galeazzi di Milano dove la pressione si è ridotta», aggiunge Pregliasco. Non è il momento però di abbassare la guardia: «Siamo ancora in una fase in cui dobbiamo completare l’opera e come con le medicine amare dobbiamo continuarla a prendere quando funziona, come in questo caso».
Per quanto riguarda la Fase 2, secondo l’epidemiologo a fine mese i nuovi casi potrebbero tendere allo zero, quindi «è ragionevole pensare che si possa cominciare ad allentare le misure a partire da lunedì 4 maggio». Una ripresa che deve essere graduale e che deve prevedere un cambio del nostro stile di vita precedente. «L’approccio che dovremo avere per il prossimo anno è di sentirci tutti potenzialmente malati così da continuare a proteggere noi stessi e i nostri cari», dice Pregliasco.
Per quanto riguarda la cosiddetta “patente d’immunità”- che presto potrebbe partire dal Policlinico San Matteo di Pavia che sta elaborando e sperimentando i test sierologici – per Pregliasco non è la soluzione. «Questi test sono complementari. L’unica vera soluzione sono le misure di distanziamento sociale e l’attenzione all’igiene alla persona». Almeno fino al vaccino.
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