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Coronavirus, verso il nuovo anno scolastico: a settembre l’ipotesi di tornare in classe una volta al mese

07 Aprile 2020 - 19:55 Redazione
La ministra Dadone e le parti sociali hanno discusso un protocollo per evitare il rientro nelle "classi pollaio", pensando un ritorno sui banchi solo una volta al mese e a turni

Se i rischi per la salute legati al Coronavirus non dovessero sparire del tutto in autunno, bisognerà capire come garantire la continuità didattica per tutti gli studenti e le studentesse italiane. Ma, parallelamente, sarà necessario organizzare al meglio anche la vita lavorativa di chi è nel settore pubblico dell’istruzione. A tal proposito, le organizzazioni sindacali e la ministra Fabiana Dadone hanno già firmato un protocollo riguardante tutto il pubblico impiego.

«La chiusura “prematura” di questo anno scolastico è sempre più vicina – ha detto all’Ansa Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola – e dobbiamo affrontare l’apertura del prossimo, condividendo con la ministra Lucia Azzolina un percorso». Il protocollo sulla sicurezza sottoscritto con la ministra Dadone, dovrà ora essere «tradotto con misure specifiche per organizzare la scuola da settembre».

Le ipotesi sul tavolo: sui banchi una volta al mese e turni per evitare le “classi pollaio”

Tra le necessità viene inserita quella di «contingentare l’accesso agli spazi comuni, come mense e aree di attesa, con la previsione di una ventilazione o aerazione continua dei locali, e di un tempo ridotto di sosta all’interno di questi spazi e con il mantenimento della distanza di sicurezza». Si ipotizza di tornare in classe una volta al mese, proseguendo parallelamente le lezioni a distanza. Per risolvere il tema delle classi affollate, inoltre, si pensa a ripristinare i doppi turni. Turni anche a mensa per evitare affollamenti nei refettori degli edifici scolastici.

«Le scuole in Italia non sempre sono strutturalmente adeguate», fa notare ancora Gissi. «La ministra Azzolina si dovrebbe preoccupare di avere, oltre ad un piano B e C , anche un piano di riserva concordato con la Protezione civile e i ministeri, partendo dal potenziamento degli organici: invece sono stati preannunciati dei tagli». Cristina Grieco, coordinatrice degli assessori regionali della Scuola che oggi hanno incontrato Azzolina, ha spiegato all’Ansa: «Ci aspettavamo un dialogo più costruttivo, richiederò un nuovo incontro. Servono investimenti strategici per l’edilizia scolastica».

Il nodo dell’organico e delle lezioni online

Un altro nodo è quello dell’organico: secondo le indiscrezioni, a fronte di una diminuzione di circa 70 mila studenti il prossimo anno, per la scuola sarebbero previsti complessivamente circa 8 mila docenti in meno, tra organico di diritto e di fatto. Francesco Sinopoli, segretario della Flc Cgil, ha dichiarato che i sindacati stanno scrivendo alla ministra Azzolina per chiedere un intervento specifico sulla sicurezza in vista del rientro nelle aule a settembre. «Si sta assecondando l’idea che la didattica a distanza possa essere sostitutiva della scuola, cosa che non è assolutamente», ha detto. «Servono maggiori investimenti».

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