Coronavirus, la Regione Sicilia dà 800 euro agli studenti fuorisede che non sono scappati
C’è chi faceva il cameriere, chi la babysitter: lavoretti per mantenersi all’università. Oggi, con l’epidemia di Coronavirus, è tutto fermo e i ragazzi fuorisede non possono più far fronte alle spese, soprattutto a quelle più onerose: basta pensare al costo di una stanza singola in una città del nord – a Milano per esempio si oscilla tra i 400 e i 600 euro. Molti di loro poi hanno lasciato il Nord per tornare a casa, al Sud, visto che le università sono chiuse da settimane e che è stata attivata la didattica a distanza.
«Io, studente a Milano, ho chiesto la riduzione del canone d’affitto»
Ma adesso chi paga gli affitti? Molti ragazzi sono in seria difficoltà: Sebastiano Pala, di Udu (Unione degli universitari) Milano, è uno di questi. Iscritto all’università Statale, è originario della Sardegna ed è tornato a casa perché nella sua stanza, nel capoluogo lombardo, «non aveva il wifi». «Ho un canone concordato per studenti, pago 360 euro più spese, e mi ritengo fortunato rispetto alla media. La proprietaria di casa si è anche detta disponibile a una rinegozazione del canone d’affitto ma non è sempre così. Ci sono le agenzie che ti chiedono di pagare 200-300 euro per la rescissione del contratto anticipato e ci sono anche i proprietari che dicono di no alla riduzione del canone». In altre parole, confessa, «siamo stati lasciati da soli» con i genitori che adesso «rischiano di non guadagnare più nulla con il mercato ormai fermo da settimane».
«Mio padre non lavora ed è in cassa integrazione all’80% dello stipendio», aveva raccontato Francesco La Spina, 23 anni, studente a Torino, che chiedeva di rientrare in Sicilia per poter «risparmiare su affitto, bollette e spesa»: «Non sono un “mammone”, chiedo un rientro organizzato al Sud».
La Regione Sicilia dà 800 euro a studente
Camilla Guarino di Link Coordinamento Universitario, invece, pone l’attenzione sul problema della rinegoziazione del canone d’affitto mensile: «Tutto viene rimesso al buon senso dei proprietari che, però, non essendo costretti, in alcuni casi si rifiutano. Per questo bisogna far sì che per gli oltre 500mila studenti universitari fuorisede si trovino altri soluzioni». «C’è chi sta agendo direttamente sul sistema del diritto allo studio come la Regione Toscana e chi, invece, come la Regione Siciliana ha stanziato 7 milioni di euro»
Si tratta di quattro milioni destinati «agli studenti iscritti in atenei al di fuori della Sicilia, anche all’estero»: «Per loro 800 euro, se hanno mantenuto la permanenza, in quelle sedi, dal 31 gennaio fino a oggi». Altri tre milioni, invece, andranno agli studenti fuorisede, ma residenti in Sicilia, «che abbiano richiesto il contributo alloggio all’Ersu – l’Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario – per l’anno accademico in corso e siano risultati idonei, ma non assegnatari del beneficio». «I destinatari del primo contributo dovranno, inoltre, essere regolarmente iscritti all’anno accademico 2019/2020, appartenere a un nucleo familiare con una certificazione Isee non superiore ai 23 mila euro annui e non godere di altri benefici economici erogati per le stesse finalità», spiega la Regione Sicilia.
Un “premio” a chi non è tornato a casa
Un sostegno, quasi un “premio” a chi ha deciso di non tornare a casa, che verrà erogato tramite gli Ersu. A spiegarlo è il governatore dell’isola Nello Musumeci: «Abbiamo ritenuto doveroso riservare una particolare attenzione a quei giovani che hanno affrontato il sacrificio della lontananza dalle loro famiglie in un momento particolarmente difficile, rinunciando a rientrare in Sicilia». Il bando sarà disponibile entro mercoledì 15 aprile sul sito del dipartimento dell’Istruzione e della formazione professionale della Regione Siciliana e su quelli degli Ersu regionali.
La proposta: «Congelare gli affitti»
Sebastiano di Udu Milano, invece, propone il «congelamento del pagamento degli affitti mensili senza incorrere in sanzioni». In altre parole, non pagare nulla in questo periodo per poi «spalmare la cifra non corrisposta nei mesi successivi». Ma c’è anche Stefano Chiappelli, segretario generale nazionale del Sunia, il Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari, secondo cui bisognerebbe «favorire la rinegoziazione dei contratti agevolando i proprietari con detrazioni fiscali. Altrimenti, finita l’emergenza, ci ritroveremo con un aumento vertiginoso degli sfratti».
La petizione
Infine è ancora online la petizione “Coronavirus, sospensione canoni di locazione per studenti universitari fuorisede” che ha già raggiunto oltre 77 mila firme e che è stata promossa da Giovanni Feo, studente della Luiss di Roma. Studenti, si legge, «dimenticati dal decreto “Cura Italia”».
Foto in copertina da Pixabay
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