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Coronavirus, pubblicato il decreto liquidità alle imprese. Stop ai processi fino all’11 maggio – Il testo

Approvato il 6 aprile autorizza liquidità immediata per 400 miliardi di euro alle imprese

Chi fino a ieri si interrogava sul perché gli aiuti alle aziende per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, annunciati il 6 aprile con il decreto Imprese, non fossero ancora arrivati al Quirinale, adesso potrà leggerli direttamente in Gazzetta ufficiale dove sono stati pubblicati oggi.

Con la firma del presidente Sergio Mattarella – arrivata ieri sera – entra dunque in vigore il decreto “bazooka” con il quale Giuseppe Conte aveva annunciato liquidità immediata per 400 miliardi di euro alle imprese, 200 per il mercato interno e altri 200 per potenziare il mercato degli export, in attesa che qualcosa si muova anche in Europa dove continuano i negoziati su Mes e coronabond.

Nuovi paletti, tutele anche per i dipendenti e incrementi contrattuali per i medici

Tra gli interventi previsti dal decreto, che conferma in gran parte quanto annunciato dal Governo lunedì, c’è il sostegno alle Pmi, che potranno beneficiare di prestiti garantiti da parte dello Stato al 100%, sia per gli autonomi sia per le imprese. Per quelle meno piccole la percentuale dell’impegno pubblico scende al 90%, ma resta fino all’80%.

Sono due i principali paletti: niente dividendi e riacquisto di azioni proprie per un anno e l’ obbligo di destinare il finanziamento per costi del personale e investimenti di attività localizzate in Italia. Meno vincolante la norma sul lavoro che impegna le imprese «a gestire i livelli occupazionale attraverso accordi sindacali».

Tra le novità contenute nel decreto troviamo anche un cambio alla governance di Sace, società di proprietà di Cassa depositi e prestiti che però, con il nuovo decreto, non sarà più coordinata da Cdp nell’attuazione delle misure di sostegno all’export, e una proroga allo stop dei procedimenti civili e penali dal 15 aprile, come era stato inizialmente fissato dal decreto “Cura Italia”, all’11 maggio.

Inoltre, sono state inserite due nuove norme che estendono le tutele previste dal decreto ‘Cura Italia’ anche ai lavoratori assunti dopo il 23 febbraio e fino al 17 marzo, come ha spiegato la ministra Nunzia Catalfo. «Con la seconda – ha dichiarato la ministra del Lavoro.- eliminiamo il pagamento dell’imposta di bollo che le aziende, secondo la vecchia normativa, avrebbero dovuto versare per presentare la domanda di cassa integrazione in deroga. Facciamo così altri due importanti passi avanti per garantire ai cittadini il massimo sostegno possibile nel delicato momento che il Paese sta attraversando».

Infine, sono stati sbloccati gli incrementi contrattuali per i medici di famiglia, specialisti ambulatori e pediatri di libera scelta, anticipando gli effetti economici previsti dall’Accordo collettivo nazionale 2016-2018, non ancora percepiti dalle tre categorie. Ma l’emergenza Covid ha accelerato i tempi e la misura è stata introdotta «per garantire la continuità assistenziale durante l’emergenza in corso», come si legge nel decreto.

Il decreto

Misure di accesso al credito

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