Truffa delle mascherine, arrestato l’imprenditore di Biocrea. Che al telefono diceva: «L’emergenza durerà poco ma durerà, ci guadagno il 30%» – Il video
L’imprenditore che gestiva l’azienda agricola che si era spacciata per salvatrice dell’Italia e capace di fornire in breve 24 milioni di mascherine – la stessa di cui aveva parlato Open in tre puntate (1, 2 e 3) – è ora agli arresti con l’accusa di turbativa d’asta e inadempimento di contratti in pubbliche forniture. Indagata anche quella che è risultata essere di fatto, scrive il gip, una prestanome, Stefania Verduci. Secondo quanto ricostruito dal comando provinciale della Guardia di finanza, coordinato dal procuratore aggiunto di Roma Paolo Ielo, Antonello Ieffi avrebbe fatto passare per “in arrivo dalla Cina” un carico di mascherine di fatto inesistente. Stiamo parlando del lotto 6 della gara Consip dell’importo di circa 15,8 milione di euro relativa alla fornitura di oltre 24 milioni di mascherine chirurgiche. Di cui i primi 3 milioni avrebbero dovuto arrivare entro tre giorni dall’ordine e di cui avevamo parlato.
Qualcosa non torna
Fin da subito dopo la gara, qualcosa non torna. Contattato da Consip per il primo corriere, il 13 marzo, l’imprenditore Antonello Ieffi comincia a sostenere che ha alcune difficoltà a far arrivare in Italia le mascherine nei tempi concordati. I problemi, dice, sono relativi al volo di trasferimento della merce, in teoria già disponibile in un punto di stoccaggio in Cina. Come racconta la Finanza, Ieffi scrive persino una mail al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, per chiedergli di aiutarlo a sbloccare il carico. Quando emerge questo problema, le Fiamme gialle, attraverso la collaborazione dell’Agenzia delle Dogane, fanno un controllo presso l’aeroporto cinese di Guangzhou Baiyun e scoprono che il carico di cui si parla in quell’aeroporto non c’è. Le mascherine non sono arrivate, non è chiaro se esistano. Secondo la procura, Ieffi sta aspettando l’anticipo di Consip per comprarle. Insomma, un “gioco d’azzardo” in cui l’imprenditore gioca su più tavoli in modo “spregiudicato” e badando ben poco al fatto che in Italia le protezioni non arriveranno per giorni. Consip, a quel punto, è obbligata a sospendere la gara e a farne un’altra, per un quantitativo minore, ma il danno è ormai fatto perché persino il mercato internazionale è arrivato ad un punto di saturazione.
Chi sono Ieffi e Verduci?
Per la verità, ad insospettire fin dal principio è proprio il ruolo di Ieffi, indagato e coinvolto in uno strano sequestro di persona molto noto a Roma (perché ad ordinarlo sarebbe stata l’ex moglie del popolare giocatore Daniele De Rossi). Ieffi vende l’azienda agricola Biocrea a Stefania Verduci proprio nei giorni della gara, ma è sempre lui, in quanto consulente, ad interloquire con Consip. E’ davvero in grado di procurare le mascherine di cui parla a Consip? Forse, ma non le ha al momento dell’assegnazione, scrive il gip: “Appare evidente, infatti, che Ieffi abbia deciso di partecipare alla gara non con la volontà di non adempiere e far mancare alla Pa le mascherine in parola, ma che abbia deciso di partecipare accettando il rischio di non essere in grado di adempiere nei tempi e nei modi previsti dalla gara”. Tant’è che quando l’azienda agricola Biocrea viene esclusa da Consip, anche in seguito alla pubblicazione degli articoli di Open, lui prova a partecipare di nuovo, attraverso un’altra società con cui è in affari, la Dental Express H24 che sarebbe in grado di fornire guanti sterili, occhiali e tute di protezione per 64 milioni di euro. Parallelamente, ovviamente, lavora ad essere riammesso alla fornitura di mascherine. Come spiega al telefono ad un socio è quella gara vinta la “referenza” per vendere protezioni a tutta Italia, con margini di guadagno anche ben più alti di quello pur consistente che – se le cose torneranno a posto – si è garantito con la gara Consip.
“Ci guadagno il 30%”
Anche la Dental Express H24 ha un problema, il titolare con cui lavora Ieffi, ha precedenti penali. Mentre prova a far sparire dalle carte questo particolare, Ieffi confida la strategia ad un collega: “Ho fatto una domanda al ribasso, ma a mia volta c’ho un 30% di margine su numeri esageratamente grandi… quindi ho detto perché non ci proviamo?”. Con la gara Consip formalmente ancora assegnata – anche se di fatto ferma – Ieffi si mette sul mercato e cerca di vendere mascherine e altro materiale sanitario a tutta Italia, con un catalogo Biocrea confezionato per l’occasione. Lo stesso catalogo inviato anche ad Open, per chiederci la rimozione degli articoli in cui parliamo di Biocrea. “C’è un margine alto da catalogo mo te lo mando – dice al collega – anche le mascherine dei mando c’ho il catalogo perché mi stanno ordinando mi stanno rovinando tutto comunque lo mando mi chiama gente perché non ce l’hanno. Ti faccio la premessa: il prezzo che tu leggi in catalogo… Io riconosco il 10% netto a chi mi segnala clienti”. Ovviamente tutto si regge su quella prima gara Consip vinta: “La gara vinta È molto importante come referenza perché è pieno di gente che si mette a vendere mascherine sto periodo. Ho tradotto praticamente in inglese le varie voci. Chi vuole partecipare fa una mail alla Pec di Dental a me che mi dichiaro essere agente… voglio anche il 3% l’ho detto a tutti quanti”. Dall’emergenza Covid c’è da guadagnare, è la considerazione di Ieffi: “Speriamo che ci riammettano alla gara in ogni caso c’è da poter lavorare col catalogo Biocrea. Durerà poco ma durerà per il momento …Quindi lo puoi rivendere a quanto vuoi, anche a 4 euro, a me non interessa”.
Le pressioni per far cancellare l’articolo di Open
Certo, il fatto che siano usciti articoli in cui si parla di Biocrea come una società in cui non tutto torna, non aiutano. Ieffi ne parla anche per telefono.
Ieffi: Siamo sotto l’occhio del…
Interloc: Eh beh quando lavori con Consip…
Ieffi: Si poi l’invidia abbiamo, vinto noi hanno già scritto qualcuno ha scritto… Eh ma questa azienda agricola Biocrea…nasce dalla società agricola, che un agricola che vince le mascherine… che c’entra è tutte ste cose le solite stronzate….
Sono gli stessi giorni in cui Stefania Verduci, che definisce Ieffi un “consulente” scrive ad Open per chiedere la rimozione degli articoli in cui abbiamo parlato di Biocrea.
Allega anche il catalogo, lo stesso che faceva girare tra le imprese italiane e di cui parla nelle intercettazioni. E, infine, i video delle aziende che produrrebbero mascherine a nome di Biocrea in Cina. Erano davvero in grado di produrre tutto il materiale necessario all’Italia in questa emergenza? Forse, dice la procura. Ma certamente non nei tempi richiesti ed indispensabili per affrontare la pandemia di Covid-19. L’avvocato di Ieffi, Andrea Coletta, respinge ogni accusa: “Consip non aveva il diritto di annullare l’assegnazione della fornitura, ricorreremo al Tar. E il fatto che la procura si sia mossa in modo così celere arrivando ad ottenere una custodia cautelare in carcere ci fa pensare che qualcosa non torni. La fornitura di mascherine era assolutamente regolare”.
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