Coronavirus. Il vaccino e il fantomatico microchip sottocutaneo dei complottisti
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Visto che la pandemia causata dal nuovo Coronavirus non è una fantasia, c’è stata comprensibilmente una maggiore attenzione nell’opinione pubblica verso gli esperti certificati, come quelli che abbiamo consultato per Open, trovate le nostre interviste agli scienziati in fondo all’articolo.
Tutto questo va a scapito degli esperti improvvisati, detti anche «ricercatori indipendenti», che spopolano nel Web. Così molti guru complottisti, si trovano di fronte alla necessità di riciclare vecchi cavalli di battaglia.
Ci sono i No vax, che cercano collegamenti tra vaccini antinfluenzali e Covid-19; i divulgatori di successo che negano gli allunaggi o la responsabilità di al-Qaeda negli attentati dell’11 settembre, che oggi indicano in un laboratorio di Wuhan l’origine della pandemia; presunti medici rilanciano integratori e medicine alternative varie; infine, chi da sempre protestava contro il 5G oggi lo vede correlato al Coronavirus.
Fact checking delle principali affermazioni sul vaccino e i chip per spiarci
Mancano solo le Scie chimiche e – perché no – gli alieni. In attesa di leggere anche di questi deliri, oggi trattiamo dei chip sottocutanei, riciclati dai complottisti in occasione delle sperimentazioni di un vaccino contro SARS-CoV2.
Qui di seguito riportiamo le principali affermazioni complottiste in merito, senza far riferimento a personaggi specifici, per non incentivarli.
Micro-aghi e tatuaggi quantici: «altrimenti non vi lasciano tornare al lavoro»
Secondo i complottisti esisterebbe una cospirazione, al centro della quale si troverebbe la fondazione di Bill e Melinda Gates, allo scopo di promuovere la produzione di un vaccino-cerotto, i cui micro-aghi servirebbero a marchiare con un «tatuaggio quantico» la popolazione.
«Il cerotto con 400 micro-aghi è quello finanziato e raccomandato dalla Bill e Melinda Gates foundation … Lascia nella pelle un tatuaggio quantico, a voi invisibile, ma leggibile da chi dispone dell’apposito lettore elettronico: il tatuaggio è fatto di microscopici cristalli semiconduttori, e informa il lettore di chi voi siete, e se avete ricevuto il vaccino – cosa essenziale, altrimenti non vi lasciano tornare al lavoro. Ma contiene un quantità di altre informazioni su di voi, sanitarie e no. Domani, potrà contenere informazioni sul vostro conto corrente, i vostri gusti sessuali, la vostra fedina penale».
Come succedeva già con George Soros, oggi viene preso di mira Bill Gates, che con la Fondazione gestita assieme alla moglie Melinda, finanzia diversi progetti filantropici, compresa la ricerca sui vaccini. Identificare una potente lobby è importante per preparare il pubblico suggestionabile alla propria narrativa. Una tecnica ben oliata nota a imbonitori e guru complottisti d’ogni epoca.
La suggestione è forte, tanto più se la questione dei «passaporti dell’immunità» viene semplificata parlando di un ricatto: se non ti vaccini non puoi lavorare. Passa in secondo piano tutta la complessità del fenomeno.
Ma gli autori complottisti puntano a storie semplici. In realtà senza misure adeguate per arginare la pandemia, la disoccupazione sarà l’ultimo dei nostri problemi. Non è un ricatto, ma una misura di salvaguardia dettata dal buon senso, e dall’interesse egoistico dei governi di preservare eccome il lavoro, oltre a ridurre i costi delle strutture ospedaliere.
Non è chiaro perché i complottisti parlano di «semiconduttori» o «tatuaggi invisibili». I micro-aghi a cui si fa riferimento sono solubili sotto-pelle, in modo da facilitare la reazione del sistema immunitario, in quanto contengono sostanze che imitano la struttura dell’antigene del virus.
Si tratta di MNAs, ovvero «novel microneedle array», come spiegato nello studio che presenta il nuovo vaccino testato. In che modo degli aghi solubili possano fungere da semiconduttori, tanto da comportarsi come chip che ci controllano, i complottisti non ce lo spiegano.
La «truffa dei vaccini»
Secondo i teorici indipendenti del Web, non servirebbe affatto un vaccino, visto che il virus può mutare con una frequenza tale da renderli inutilizzabili.
«Un vaccino contro il coronavirus è una truffa intellettuale, morale e scientifica. Per il fatto che il corona muta con frequenza frenetica – 30 volte l’anno. Il che significa che una settimana o due dopo che siete stati vaccinati, non siete comunque immunizzati perché il virus è cambiato».
Certamente è nota la filogenesi del virus di cui è noto il genoma, e sono stati isolati vari ceppi nel Mondo, tanto da escludere al 100% una origine artificiale. Ma a noi interessano solo le mutazioni che potrebbero portare ad una glicoproteina spike in grado di non essere riconosciuta subito dal nostro Sistema immunitario. Questo ha permesso lo spillover, ovvero il salto di specie dagli animali dei coronavirus umani.
I virus a Rna hanno genomi piuttosto “fragili” rispetto a quelli a Dna. Gli errori ad ogni replicazione sono frequenti, solo una minima parte però riguardano la protenina Spike. Un esempio di un virus a Rna che muta, ma non negli antigeni che inducono immunità anticorpale, è quello del morbillo.
Infatti, per fortuna, lo stesso spillover dagli animali all’uomo è un evento piuttosto raro. Non è quindi escluso, ma sostenere che cercare un vaccino sia inutile è in primo luogo una tesi infondata, inoltre trasmette un pericoloso messaggio contro una vaccinazione che invece farebbe eccome la differenza. Immaginate se fosse stato fatto lo stesso ragionamento col vaiolo o la poliomielite.
Il «mistero» della Sars e dell’influenza suina
Si cita la precedente emergenza sanitaria della Sars, anche se l’anno in cui viene collocata dai complottisti corrisponde alla pandemia di influenza suina.
«Come già avvenne per la SARS del 2009, dichiarata pandemia dall’OMS, e per cui furono venduti agli Stati decine di milioni di dosi di un vaccino completamente inutile, perché il virus era mutato (e poi svanì)».
Come spiegano nel loro ultimo libro il virologo Roberto Burioni e l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco (Virus – La grande sfida, Rizzoli, 2020; pag. 169), l’epidemia di Sars cominciata nel 2002, si spense lentamente fino a quando l’Oms dichiarò il 5 luglio 2003 che «l’epidemia è ufficialmente interrotta».
«Questo terribile virus si estingue grazie agli interventi di identificazione e isolamento dei malati – spiegano Burioni e Lopalco – Il virus aveva sbagliato un dettaglio strategico: riusciva a trasmettersi da uomo a uomo solo quando il malcapitato infetto aveva già sviluppato sintomi evidenti».
Nel 2009 ci fu in particolare una pandemia di influenza H1N1, meglio nota come influenza suina. Leggiamo cosa riporta in proposito il Cdc americano (Centers for disease control and prevention):
«Poiché il virus … era molto diverso dai virus H1N1 circolanti, la vaccinazione con vaccini influenzali stagionali offriva poca protezione incrociata contro l’infezione … Anche se venne prodotto un vaccino monovalente (H1N1) pdm09, non era disponibile in grandi quantità fino alla fine di novembre, dopo che il picco della malattia durante la seconda ondata era arrivato e scomparso negli Stati Uniti».
«Il 10 agosto 2010 – continua il Cdc – l’OMS ha dichiarato la fine della pandemia di influenza H1N1. Tuttavia, il virus pdm09 (H1N1) continua a circolare come virus influenzale stagionale e causa ogni anno malattie, ricoveri e decessi in tutto il mondo».
Quindi, il virus non è svanito, ma il pericolo globale sì. Il portale online dell’Istituto superiore di sanità (Epicentro), dà una spiegazione un po’ più articolata sulla questione del vaccino:
«Anche se è disponibile un vaccino per i maiali contro l’influenza suina, non esiste alcun vaccino per proteggere l’uomo dal nuovo virus influenzale di tipo A/H1N1. Ci sono alcune somiglianze tra i virus influenzali H1N1 umani coperti dal vaccino stagionale e il nuovo virus influenzale A/H1N1, ma le evidenze attualmente non suggeriscono una protezione crociata significativa».
Chi non è stato vaccinato verrà deportato
Le misure prese dai governi per limitare la diffusione dei contagi, sarebbero in realtà i preparativi di una deriva autoritaria, in cui gli «untori» saranno deportati.
«Dopo una quarantena e chiusura totale che ha rovinato ciascuno di noi economicamente, i media vi spiegheranno che con il vaccino riaprono i negozi e le fabbriche, e voi rivedrete il salario – altrimenti no, segregati. E separati anche dai vostri coniugi e figli, che possono essere deportati per “salvarli” da voi infetto untore».
La narrazione deve avere una conclusione, che possa toccare quante più persone nel profondo. Perché non prendere allora le misure di distanziamento sociale semplificandole? Presto fatto: uno dei massimi esempi di come si possa coinvolgere tutti all’impresa scientifica, avvicinando il cittadino comune alla Scienza, diventa una sorta di premessa di una dittatura volta a controllarci tutti, togliendoci le nostre libertà.
Il distanziamento sociale serve a rendere difficile il gioco del virus, impedendogli di provocare nuovi contagi, intasando i reparti di terapia intensiva. Non durerà per sempre e si vorrebbe anche prevenire una seconda ondata della pandemia. A cosa serve la libertà a un paziente intubato? Come possiamo apprezzare una passeggiata al parco, se i nostri pazienti più anziani o immunodepressi sono morti?
Suggerire derive reazionarie, con tanto di deportazione degli «untori», va ben oltre la libera opinione, perché invita le persone a violare la quarantena, rischiando di vanificare i progressi finora raggiunti. Qualcuno potrebbe vederci addirittura una apologia di reato, ma non sta a noi sostituirci ai magistrati.
Bill Gates vuole chippare la popolazione mondiale
Si rilancia così la teoria del complotto dei chip sottocutanei. In questo modo i coniugi Gates vorrebbero controllare la popolazione mondiale.
«Quindi avrete, avremo tutti, e volontariamente, il tatuaggio elettronico voluto e finanziato da Bill Gates sul braccio, perché possa essere letto dall’Autorità».
Gli autori a questo punto – conoscendo le regole del buon marketing – rimandano ai vecchi cavalli di battaglia, aggiornati occasionalmente al trend attuale. Si riparla quindi di chip sottocutaneo.
Parliamo di un classico del complottismo. Potete leggere un interessante fact checking del decano dei debunker italiani Paolo Attivissimo, risalente al 2013.
Erano i tempi della riforma sanitaria di Barack Obama, che voleva un giorno avvicinarsi il più possibile a una assistenza universale di tutti i malati negli Stati Uniti. Così in ambito conservatore cominciò a emergere questa nuova tesi di complotto.
Effettivamente i cosiddetti Rfid non sono fantascienza, esistono davvero. Possono aiutarci anche nell’ambito di terapie mirate a una medicina personalizzata, per esempio nel modulare nel tempo la somministrazione di un farmaco, rendendone gli effetti più efficienti. In altri contesti si parla anche di «tecnologia indossabile».
Quel che non si può fare invece è usare gli Rfid per ottenere informazioni a distanza. Si tratta di un limite fisico. Basta dare un’occhiata alle specifiche tecniche per capirlo. Si basano sui campi elettromagnetici: possono raccogliere dati attingendo dalle onde emesse da dispositivi nelle vicinanze, oppure occorrerebbe una batteria.
Parliamo di 13,56 MHz con portate non oltre i 10 centrimetri. Ma certo, impiantando anche delle batterie o dei pannelli fotovoltaici sulle persone potrebbero funzionare anche per spiarle, sempre che i diretti interessati non se ne accorgano. Immaginate cosa non si potrebbe fare con dei micro-aghi solubili.
Vogliono censurare la clorochina
Tra gli indizi della cospirazione in atto ci sarebbe la presunta censura della clorochina, la quale sarebbe sufficiente a bloccare definitivamente la pandemia. Altrimenti – secondo i complottisti – non avrebbe senso distribuire un vaccino.
«Vediamo ora di capire perché, dopo che Bill Gates aveva detto che ci volevano almeno 18 mesi, invece il suo vaccino arriva “prima del previsto”. La mia ipotesi [che può essere una fake news, censurabile dalla CommissioneVerità] è che ormai i progettisti dovevano affrettarsi, perché la clorochina era stata sdoganata. Da Trump, che ha vinto l’accanita resistenza dell’uomo dei Gates nel governo, Anthony Fauci».
Non è questione di censurare i farmaci antivirali, che frutterebbero molto più di un vaccino, in quanto i cittadini immuni non necessiterebbero di cure. Ma se dobbiamo somministrare delle sostanze alle persone queste devono essere testate – ed il processo non è semplice, né immediato – dimostrando di non avere effetti avversi accertati, come quelli che invece spaventano tanto i complottisti quando invece non ce ne sarebbe motivo, per esempio nei vaccini, o in certe medicine alternative dove si propongono soluzioni a base di bicarbonato contro il cancro.
La clorochina, principio attivo già noto per la cura della malaria, è uno dei farmaci ritenuti più promettenti, ma non è privo di rischi. Pensiamo alla coppia di coniugi americani che hanno avuto la sventurata idea di farsi un beverone di clorochina in casa: il marito è morto e la moglie ha occupato quel letto di terapia intensiva che pensava invece di evitare, togliendolo ai pazienti Covid.
Per questo è stata creata recentemente, su iniziativa del Governo, quella che i complottisti chiamano «CommissioneVerità»: per evitare che l’attività irresponsabile di certi autori possa nuocere gravemente al prossimo.
Open.online is working with the CoronaVirusFacts/DatosCoronaVirus Alliance, a coalition of more than 100 fact-checkers who are fighting misinformation related to the COVID-19 pandemic. Learn more about the alliance here (in English)
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