Coronavirus. Il fantomatico «soggetto di diritto internazionale» non evita l’autocertificazione e le sanzioni
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Tra le richieste di verifica pervenute troviamo quella di Roberto in merito a un video pubblicato sul sito de Le Iene il 9 aprile 2020 dal titolo «Coronavirus: “Soggetto internazionale e diplomatico, non mi serve la certificazione”». Nel video osserviamo i carabinieri di Monzambano (provincia di Mantova) mentre effettuano i dovuti controlli a un guidatore e alle persone a bordo di un mezzo diretto verso Peschiera, i quali si rifiutano di compilare l’autocertificazione prevista nei giorni dell’emergenza Coronavirus.
Chiarisci questa situazione. Perché oggi dal balcone ho visto in strada persone parlare di questo fatto e dire: “se ti fermano non ti possono fare niente! Non è una legge!”. Ecc ecc.
L’autista, convinto di ciò che dichiara, nega di essere un cittadino e si presenta con il titolo di «soggetto di diritto internazionale» e «diplomatico» al fine di non dover – secondo le sue teorie – sottostare alla autocertificazione obbligatoria.
L’individuo a bordo dell’auto non è immune dalla sanzione, che è scattata come riportato da Il Dolomiti che ha contattato i Carabinieri di Monzambano, atto che era prevedibile siccome a fine video si comprende che gli verrà inviata comunicazione via Pec. Non solo, i militari dell’Arma, a seguito di quanto accaduto e secondo quanto riportato da La Voce di Mantova e successivamente da Il Gazzettino Nuovo, li avrebbero denunciati penalmente per resistenza a pubblico ufficiale.
DPCM incostituzionale?
Sono le stesse accuse mosse da altri personaggi e movimenti, come quello sovversivo chiamato Nuova Resistenza Italiana che utilizza questa teoria così come tante altre riportate da siti, canali Youtube e influencer vari. Secondo alcune delle teorie diffuse l’intervento del Governo violerebbe l’articolo 16 della Costituzione sulla libertà di circolazione dei cittadini:
Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche. Ogni cittadino è libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi, salvo gli obblighi di legge
Di fatto la libertà di circolazione nel territorio nazionale, e al di fuori, è possibile salvo limitazioni che la legge stabilisce per motivi di sanità e di sicurezza, proprio quello che stiamo vivendo con l’emergenza Covid-19. C’è bisogno di una legge che, secondo sempre le teorie diffuse, non ci sarebbe perché quanto approvato dal Governo sarebbe solo un atto amministrativo che non ha forza di legge. Peccato che la legge c’è, ossia il Decreto Legge n.6 del 23 febbraio 2020 convertito in legge il 5 marzo 2020 che istituiva le zone rosse e che delegava al DPCM per applicare le regolamentazioni utili ad affrontare l’emergenza in corso. Il DPCM, infine, non istituisce una nuova violazione, ma richiama un articolo del codice penale che prevede la mancata osservanza di un provvedimento amministrativo.
La citazione smentita
A sostegno dell’accusa di incostituzionalità circolarono anche testi e screenshot in cui venivano riportate delle presunte dichiarazioni del Professore Paolo Maddalena:
Nel mentre Mattarella era distratto due presidenti emeriti della Corte Costituzionale Valerio Onida e Paolo Maddalena intervistati dalla Rai hanno precisato che i provvedimenti emanati dal Presidente del Consiglio Conte e dai vari governatori delle Regioni sono illeciti e incostituzionali.
La segreteria del Professore, contattando la redazione di Open, ha smentito tale intervento: «il Professore non ha mai rilasciato tali dichiarazioni in questa fantomatica intervista fatta con la televisione nazionale».
Le teorie dietro il gesto dell’autista
Parliamo dei sostenitori dell’OPPT (One People’s Public Trust), i cosiddetti «sovranisti individuali», ossia personaggi che per «evitare» di sottostare a determinate leggi e condizioni giuridiche sostengono di essere «soggetto di diritto internazionale», «persone umane» o «legale rappresentante». In questo mondo di «dissenso» circolano alcuni bizzarri ragionamenti come quello sul «libero arbitrio»:
Se tu hai firmato un contratto di mutuo con la banca, che poi ti porta via la casa in caso d’insolvenza, hai dato il tuo CONSENSO (libero arbitrio) a quel contratto. Nessuno ti ha mai costretto. Se poi ti rechi in tribunale, per la causa di pignoramento e riconosci quegli organi legislativi e quindi quei tribunali e così facendo li legittimi, hai dato il tuo consenso (libero arbitrio) a quelle legittimazioni. Quindi, in parole povere, siamo noi a rinnovare il contratto con questo “sistema” ogni giorno, utilizzando dei mezzi “impropri e fraudolenti” che loro ci hanno fatto credere, con un ingegnoso mezzo inganno, indispensabili.
Tra le teorie c’è quella dove sostengono che non viviamo in una Repubblica, ma in una società privata:
Noi non siamo una Repubblica ma una società privata, grazie a bolle papali antiche mai abrogate, alla nascita noi diamo il nostro consenso per essere di fatto sfruttati come schiavi per tutta la vita, leggete con calma, fate le ricerche, questa è la chiave per uscire dalla schiavitù.
Dietro questo movimento c’era una donna americana di nome Heather Ann Tucci Jarraf, arrestata e condannata per frode. Gli ideatori di tali ideologie non sono avvocati o persone legalmente preparate che hanno «scoperto cose», ma truffatori che hanno diffuso una teoria di complotto per fare denaro. Una teoria di complotto che, nonostante per i fondatori del movimento sia finita, continua a circolare sotto altre piccole entità convinte che avessero ragione. Se volete approfondire potete leggere il lungo spiegone sul sito di Pontilex.org.
Il ciclista fermato tre volte
In questi giorni si è parlato tanto del soprannominato «ciclista folle», Marco Modesto Brazzo, denunciato il 15 e il 19 marzo per aver violato – per ben due volte di seguito – le regole previste per il contenimento dell’epidemia (ormai pandemia). Nei video che ha pubblicato si dichiara «soggetto di diritto internazionale» e ritiene di non dover sottostare alle disposizioni del Governo per il contenimento del Coronavirus. Il 16 marzo 2020 dichiara di aver denunciato alla Guardia di Finanza gli agenti della Polizia di Stato che lo avevano fermato il giorno precedente perché, a detta sua, avrebbero violato le sue «libertà umane».
Esistono diversi movimenti in Italia che sostengono di poter dichiararsi «soggetto di diritto internazionale». Tra questi c’è quello chiamato Movimento Attivisti Italiani (M.A.I.) i quali sostengono di poter evitare le leggi italiane proclamandosi «Soggetti di Diritto Internazionale, Personalità Giuridiche, fuori dal sistema, uniti, per i Diritti Umani».
Il sito è di Marco Modesto Brazzo e in un video spiega perché bisogna cambiare «status giuridico», ma sono tutte condizioni prive di fondamento giuridico.
Marco Modesto Brazzo, ancora convinto di aver cambiato il suo status giuridico con la fantomatiche teorie legali diffuse da anni negli ambienti complottisti, il 5 aprile 2020 è stato beccato per la terza volta a violare la legge.
Il video «autorizzato» dall’autista
Tornando all’autista, si apprende che il suo nome è Marco Chevalier e dal suo profilo Facebook pubblica il link al video che «autorizza alla pubblicazione» dove leggiamo il seguente testo:
I volti e i nomi degli “attori” presenti nel filmato sono stati oscurati per questioni di privacy e nel rispetto del ruolo che rivestono.
Come mai questo post e il video con i volti censurati? A quanto pare, secondo quanto riportato da Il Gazzettino Nuovo, da parte degli agenti dell’Arma ci sarebbe stata anche la denuncia per le riprese non autorizzate:
I militari li hanno sanzionati per violazione del decreto ministeriale e denunciati penalmente per resistenza a pubblico ufficiale e per aver pubblicato un video, senza autorizzazione delle persone riprese, che per giunta sono militari in servizio.
Marco Chevalier, contestando la pubblicazione del video sulla pagina Facebook di Enrico Rizzi, pubblica la chat dove richiede la rimozione dello stesso ammettendo di esserne il proprietario e domandandogli da chi lo abbia ricevuto:
Purtroppo per Marco il video è diventato di interesse pubblico e già riportato da diverse testate giornalistiche. Chi ha fatto il video, o lo stesso Marco, potrebbe averlo condiviso a terzi che a loro volta potrebbero averlo fatto circolare giungendo infine a Enrico Rizzi e a tanti altri.
Nessun corpo diplomatico
Come si apprende da Il Gazzettino Nuovo, attraverso le indagini si è scoperto che le persone a bordo dell’auto non erano affatto diplomatici o appartenenti a un corpo diplomatico. In molti hanno segnalato un sito, Fruitevolution.it, dove tra i membri del team è presente Marco Chevalier:
Nato sulle rive del Lago di Garda nel 1977. Si definisce come fortunatissimo padre di un bambino vegano che gode di ottima salute. Da due anni Marco segue un’alimentazione fruttariana.
Marco Chevalier nel suo account Facebook riporta una foto profilo con dei simboli e dei riferimenti, tra i quali la scritta «Organismo Internazionale CHEVALIER MARCO»:
Tra i siti condivisi nel profilo Facebook troviamo anche quello chiamato Osservatoriodirittiumani.org dove nella sezione del team troviamo un tal Franco Spinella che si dichiara con un simbolo «Agente Diplomatico – Trustee», qualcosa di simile a quello pubblicato da Marco:
Insomma, sembra che tra le pratiche ci sia quella dell’autodeterminarsi come soggetti internazionali per poi essere i diplomatici di se stessi.
Conclusioni
Circolano diverse e assurde teorie che potrebbero portare le persone a credere di poter uscire legalmente senza violare le disposizioni messe in campo per contrastare la diffusione del virus. Di fatto, come abbiamo visto in questi due episodi, certe pratiche non funzionano e potrebbero rivelarsi estremamente pericolose se attuate da soggetti contagiati, rischiando dunque di creare nuovi focolai dell’epidemia nel nostro Paese. In passato anche alcuni NoVax avevano tentato questa strada, così come altri per evitare di pagare un mutuo, ritrovandosi in guai ancora più grossi.
Open.online is working with the CoronaVirusFacts/DatosCoronaVirus Alliance, a coalition of more than 100 fact-checkers who are fighting misinformation related to the COVID-19 pandemic. Learn more about the alliance here (in English)
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