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Quale governo italiano aveva avviato i preparativi e istituito il Mes? Sono due, Berlusconi e Monti

11 Aprile 2020 - 17:06 David Puente
Nella polemica politica sul Mes si sta facendo confusione su chi ha avviato e chi ha approvato il tutto. Facciamo chiarezza

In questi giorni persiste la polemica sul Mes, il Meccanismo europeo di stabilità o Fondo salva-Stati, in cui l’opposizione accusa il Governo Conte di averlo attivato. Ciò che è stato deciso dall’Eurogruppo è la creazione di una linea di credito per le spese sanitarie legate all’emergenza Coronavirus a determinate condizioni, attivabile dai paesi membri avanzando la richiesta al presidente del Consiglio dei governatori del Mes. Una cosa è l’accordo per la creazione della linea di credito messa a disposizione per gli Stati europei, l’altra è la richiesta del denaro che al momento il Governo Conte non ha presentato. Un’altra polemica è quella delle responsabilità sulla creazione del Mes. In un tweet il conduttore Andrea Purgatori sostiene che sia stato il Governo Berlusconi del 2012 a metterci la firma, seguendo anche quanto dichiarato erroneamente dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante una conferenza stampa. Successivamente corregge la data in un tweet successivo:

La firma per l’istituzione del #Mes nel 2012, governo #Berlusconi: #GiorgiaMeloni (FdI) ministro, #RobertoMaroni (Lega), ministro, relatore di maggioranza #GiancarloGiorgetti (Lega).

Il primo Mes votato e firmato è del 2011, governo Berlusconi.

Andrea Purgatori fa riferimento agli accordi del 2011, riportati anche in un dossier del Senato del 2 aprile 2012 sul disegno di legge per la ratifica delle modifiche dei trattati necessari per arrivare al Mes:

L’idea dell’istituzione di un meccanismo permanente per la gestione delle crisi dell’area euro è stata inizialmente prospettata dal Consiglio europeo del 28 e 29 ottobre del 2010 al fine di sostituire, a partire dal luglio del 2013, le soluzioni temporanee approntate per la gestione della crisi greca, l’EFSM e l’EFSF. Nel luglio 2011, al termine di una fase di trattativa tra gli Stati aderenti, si giunge ad un accordo. Un accordo successivo ha riguardato l’anticipazione di un anno l’entrata in vigore del MES, stabilendo che questi inizierà ad operare dal luglio 2012 (anziché nel 2013).

Nel luglio 2011 era ancora in carica il Governo Berlusconi IV, concluso a dicembre dando il via al Governo Monti che con il voto del Parlamento aveva dato l’approvazione del Trattato in data 19 luglio 2012.

2011 – Il Mes e il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea

Nel Consiglio europeo del 24-25 marzo 2011, presieduto dai leader degli Stati membri dell’Unione tra i quali anche Silvio Berlusconi, venne trovato l’accordo per il Trattato del Mes che poteva procedere attraverso una modifica al Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, il Tfue. Il 3 agosto 2011 il Governo Berlusconi IV, con il comunicato 149, annuncia l’approvazione del disegno di legge per la ratifica di tale modifica da presentare in Parlamento per l’approvazione definitiva:

su proposta del Ministro degli affari esteri, Frattini:

due disegni di legge per la ratifica e l’esecuzione dei seguenti Atti internazionali:

1. Decisione del Consiglio europeo 2011/199/UE, che modifica l’articolo 136 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea relativamente ad un meccanismo di stabilità (ESM- European Stability Mechanism) nei Paesi la cui moneta è l’euro; obiettivo della Decisione è far sì che tutti gli Stati dell’Eurozona possano istituire, se necessario, un meccanismo che renderà possibile affrontare situazioni di rischio per la stabilità finanziaria dell’intera area dell’euro;

2. Statuto dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA);

Il disegno di legge sulla ratifica della modifica del Tfue, utile per arrivare al Trattato sul Mes

Concluso anticipatamente il Governo Berlusconi IV, la legislatura prosegue con il Governo Monti, in carica dal 16 novembre 2011 al 28 aprile 2013, che ottenne l’appoggio della maggioranza dei partiti in Parlamento tranne che dalla Lega Nord (che passa da partito del Governo Berlusconi IV a partito di opposizione) e l’Italia dei Valori. Tra i partiti di Governo c’era anche il partito dello stesso Silvio Berlusconi, il Popolo della Libertà, di cui faceva parte l’ex ministro della Gioventù Giorgia Meloni che il giorno della fiducia votò a favore dell’esecutivo Monti. Gli unici voti «ribelli» riportati su Openpolis furono quelli di Alessandra Mussolini (PDL) e Domenico Scilipoti.

2012 – Il Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità

Mentre il Governo Berlusconi IV aveva tracciato i primi passi per avviare il Trattato del Mes, è il Governo Monti a presentare il disegno di legge di ratifica del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità (Mes) approvato a Bruxelles il 2 febbraio 2012.

Il disegno di legge del 2012 per la ratifica del Trattato sul Mes.

Il disegno di legge venne approvato dal Parlamento in via definitiva il 19 luglio 2012. Su Openpolis è possibile visionare i voti dei gruppi parlamentari della Camera dei Deputati dove notiamo il voto negativo da parte della Lega Nord e l’astensione dell’Italia dei Valori, ma anche l’assenza di Giorgia Meloni (risultata assente, non in missione) che di fatto non votò a favore o contro la ratifica. Matteo Salvini non poteva votare perché all’epoca era parlamentare europeo.

I voti dei gruppi parlamentari alla Camera per la ratifica del Trattato sul Mes.

La legge 23 luglio 2012 venne pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale ed entrò in vigore il 27 luglio 2012.

Conclusione

Sono due i governi che avevano preso gli accordi ed effettuato le varie attività legislative che hanno portato all’approvazione del Mes nel 2012. Il primo era quello di Silvio Berlusconi, di cui facevano parte la Lega e altri membri dell’attuale opposizione italiana come Giorgia Meloni, all’epoca Ministro. Il secondo, dopo le prime attività legislative del predecessore, ha approvato il Trattato che ha portato all’effettiva nascita del Mes nel 2012 con il voto favorevole dei partiti di destra ad esclusione della Lega Nord che si trovò in quel periodo nei banchi dell’opposizione.

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