Coronavirus, perquisizioni al Pio Albergo Trivulzio e altre Rsa lombarde: sequestrati Pc e «ingente mole» di documenti. L’indagine per omicidio ed epidemia colposa
Sono scattate da questa mattina una serie di perquisizioni della Guardia di Finanza in diverse strutture Rsa della Lombardia, a partire dal Pio Albergo Trivulzio a Milano, al centro dell’indagine della procura di Milano per omicidio colposo ed epidemia colposa, nella quale è coinvolto il direttore generale della struttura, Giuseppe Calicchio. Altre perquisizioni sono in corso da parte della polizia giudiziaria anche negli ufficio della Sacra Famiglia di Cesano Boscone e in una residenza per anziani a Settimo Milanese. Gli inquirenti stanno verificando eventuali carenze nei protocolli interni e dei dispositivi di sicurezza per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Sono circa 12 le strutture coinvolte nell’inchiesta, tra le quali ci sono quelle in provincia di Bergamo, dove risultano altre perquisizioni secondo quanto riferito dal responsabile della Fp-Cgil provinciale, Roberto Rossi: «Già da qualche tempo, alcune strutture hanno ricevuto la visita dei carabinieri del Nas dopo alcune segnalazioni».
Stando ai dati raccolti dal sindacato, nelle 65 Rsa bergamasche ci sono stati almeno 1.500 morti dall’inizio dell’emergenza «pari al 25% degli ospiti». Intanto, i pm del pool “salute, ambiente, sicurezza, lavoro”, stanno procedendo con diverse iscrizioni nel registro degli indagati dei vertici delle Rsa in cui si sono contati vittime e contagi, tra cui quelle dei quartieri milanesi Affori, Corvetto e Lambrate. Queste iscrizioni serviranno a procedere alle perquisizioni, come sta accadendo al Trivulzio e in altre due Rsa (già iscritti nei giorni scorsi).
Le perquisizioni
Oltre ad acquisire le cartelle cliniche degli ospiti morti nelle case di riposo, i finanzieri analizzeranno anche i documenti relativi alle direttive interne disposte dai vertici delle varie strutture, oltre che quelli su eventuali scambi di informazioni tra le Rsa e la Regione Lombardia, che sulle strutture ha il compito di vigilanza. In breve tempo i finanzieri hanno acquisito una «ingene mole di documenti», oltre ad aver sequestrato computer e altri dispositivi dove possono essere state memorizzate email e fascicoli relativi alle cartelle cliniche degli ospiti. Il dg Caliccio ha intanto ricevuto ora l’avviso di garanzia relativo all’indagine a suo carico.
La delibera della Regione Lombardia nel mirino
L’indagine della Procura di Milano si concentra anche sugli effetti della delibera della giunta lombarda dell’8 marzo scorso, con la quale si dava la possibilità, su base volontaria, alle case di riposo di ospitare pazienti Covid dimessi dagli ospedali, perché era ormai necessario: «liberare rapidamente i posti letto degli ospedali per acuti (terapie intensive, sub intensive, malattie infettive, pneumologia, degenze ordinare)». Dopo quel provvedimento della Regione Lombardia, il Pio Albergo Trivulzio era diventato un centro di “smistamento” dei pazienti Covid in altre case di riposo, anche se dalle carte non sarebbe risultato nessuno colpito dal Coronavirus. Secondo le disposizioni della Regione, i pazienti dovevano essere accolti nelle case di riposo in strutture diverse da quelle in cui soggiornavano gli ospiti già presenti.
Le denunce degli operatori sanitari
Negli ultimi giorni alcuni operatori sanitari avevano infatti denunciato la mancata messa a disposizione di dispositivi di protezione individuale, come le mascherine, che sarebbero stati addirittura invitati a non indossare «per non creare allarmismi». In una lettera, una novantina di medici della struttura ha asserito che le mascherine sarebbero state invece messe a disposizione «a partire già dal 23 febbraio». Ritardi diffusi su numerose strutture per anziani lombarde, come denunciato anche dalla Federazione dei medici regionale che nei giorni scorsi hanno lanciato un duro attacco contro l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera che ha poi respinto ogni addebito. Accuse ribadite anche dai dati emersi da una indagine dell’Istituto superiore della Sanità, secondo la quale almeno un terzo dei decessi nell’ultimo mese all’interno delle Rsa sia stato legato ai contagi di Coronavirus.
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