Domati gli incendi a Chernobyl, dice il governo ucraino. Ma attivisti e Greenpeace denunciano il disastro
Le fiamme nella cosiddetta area di alienazione dell’ex centrale nucleare di Chernobyl, che si estende per un raggio di 30 chilometri attorno alla zona dell’incidente avvenuto il 26 aprile del 1986, si sarebbero estinte grazie alla pioggia caduta nella regione a nord di Kiev martedì mattina. Almeno così ha detto il servizio di emergenza ucraino, sebbene gli attivisti che monitorano gli incendi denuncino di non avere accesso all’area e di non poter verificare la gravità della situazione.
«Non ci sono fiamme libere» ma solo una «leggera combustione del suolo della foresta», si legge nella nota diramata dal servizio di emergenza, che precisa che nella zona sono ancora operativi più di quattrocento vigili del fuoco. La tanto attesa pioggia segue le crescenti preoccupazioni legate all’avvicinamento dei roghi alla cittadina di Pripyat, a soli due chilometri dall’ormai inattivo reattore nucleare e dal sito di stoccaggio di materiale radioattivo.
I dubbi di Greenpeace e degli attivisti
Eppure Greenpeace non è dello stesso avviso ed evidenzia come dalle immagini satellitari si evinca chiaramente che gli incendi sono molto più estesi di quanto dicono le autorità, mentre il tour operator e membro del comitato consultivo pubblico del servizio di emergenza, Yaroslav Yemelianenko, ha riferito che lui e la sua squadra hanno viaggiato nella zona per portare rifornimenti ai vigili del fuoco, ma un posto di blocco della polizia ha impedito loro di raggiungere l’area di alienazione di Chernobyl.
Solo pochi giorni fa, il 13 aprile, Yemelianenko ha pubblicato su Facebook delle foto e un video che mostrano le fiamme e una nuvola di fumo che si alza sopra la carcassa del reattore nucleare dell’Unità 4 di Chernobyl. «La situazione è critica. La zona sta bruciando. Le autorità locali riferiscono che tutto è sotto controllo, ma il fuoco si espande rapidamente sul territorio», scrive nel post, aggiungendo che «l’incendio ha raggiunto Pripyat ed è a due chilometri dal sito di stoccaggio Pidlisny – dove si trovano i rifiuti nucleari più attivi di tutta la zona – e da Chernobyl stessa».
I rischi per la salute e gli interessi economici in ballo
Gli incendi sono iniziati il 4 aprile e hanno rapidamente coperto un’area di 20 ettari, per poi raggiungere i 35 ettari il il 7 aprile. Subito dopo sarebbero stati misurati livelli di radioattività nella zona di circa 16 volte più alti del normale mentre a un centinaio di chilometri dall’incendio, nella capitale Kiev, i livelli sarebbero rimasti invariati. Ma se all’inizio la pioggia ha effettivamente aiutato i vigili del fuoco, il vento ha poi finito per contribuire alla diffusione delle fiamme, che destano preoccupazioni sia per le nuvole di fumo radioattivo che potrebbero spingersi sempre più a sud, sia per il danno economico che causerebbero.
Da Pripyat, infatti, partono le escursioni turistiche che rappresentano una garanzia per l’economia locale, soprattutto dopo il grande successo della serie di HBO Chernobyl, grazie alla quale quello che è stato il teatro del peggior disastro nucleare della storia è ora la più popolare meta turistica dell’Ucraina. Da quando è uscita la miniserie televisiva, le prenotazioni per le visite guidate “in sicurezza” delle rovine di Pripyat, che nel 2017 hanno mobilitato 60mila turisti, hanno registrato un incremento di oltre il 40%.
Le rassicurazioni del governo
Il governo ucraino chiede di mantenere la calma e lunedì il presidente Volodymyr Zelenskiy ha detto di essere assolutamente trasparente sulla situazione: «Il pubblico deve conoscere la verità ed essere al sicuro», ha dichiarato. Ma Yemelianenko non è l’unico ad accusare il governo di coprire la gravità degli incendi. Il 5 aprile Yegor Firsov, il capo del servizio di controllo ambientale statale, aveva fatto sapere attraverso un post su Facebook che i livelli di radiazione nell’area erano notevolmente al di sopra della norma ma, dopo che dal governo era arrivata la smentita, Firsov ha ritrattato tutto.
Leggi anche:
- Diminuisce il traffico aereo e calano le emissioni. È tempo di cambiare le nostre politiche dei trasporti?
- Coronavirus, in India cala l’inquinamento e la catena dell’Himalaya torna a essere visibile – Le immagini
- «Uniti per salvaguardare tutte le specie animali e vegetali del pianeta»: l’appello dei ricercatori per tutelare la biodiversità
- Come cambierà il nostro rapporto con l’ambiente? «Abbiamo solo premuto il tasto “pausa”. Per effetti duraturi occorrono cambiamenti strutturali» – L’intervista
- Coronavirus, slitta al 2021 la Conferenza sul Clima COP26. È una brutta notizia o un’opportunità?
- Il numero degli insetti cala del 25% dal 1990 a oggi. Un’ecatombe silenziosa che ci riguarda da vicino
- A Chernobyl si muore due volte. Come si sopravvive nella “terra di mezzo” dopo gli incendi dell’ultimo mese