Coronavirus, la strigliata del Viminale ai prefetti: «Controllata solo un’azienda su tre». Più ispezioni su quelle riaperte
Una nuova circolare del Viminale riorganizza i controlli legati al Coronavirus nelle aziende che hanno ricominciato a lavorare. O che non hanno mai smesso di farlo se è vero, come spiega una recente analisi dell’Istat, che nel mese di marzo, dunque in pieno lockdown, la metà dei lavoratori italiani è comunque andata a lavorare, il 55,7%. Numeri che hanno evidentemente allertato il ministero guidato da Luciana Lamorgese. Il capo di gabinetto, Matteo Piantedosi, ha scritto questa mattina, 15 aprile, una circolare a tutti i prefetti in cui le verifiche sulle aziende cambiano e accelerano i controlli.
La circolare del Viminale
D’ora in avanti le aziende dovranno comunicare alla prefettura che intendono continuare a lavorare perché fanno parte della cosiddetta filiera di quelle autorizzate preventivamente dal governo (e che non devono inviare nessun tipo di documento) inserite nell’elenco Ateco. Ma allo stesso tempo i controlli accelerano. Scrive infatti Piantedosi: «È stato rilevato un notevole divario tra il dato delle comunicazioni trasmesse alle Prefetture e quello delle relative attività istruttorie intraprese, che tuttavia – come noto – non debbono necessariamente concludersi con un provvedimento espresso, che invece si impone, nella forma della sospensione prefettizia soltanto qualora le risultanze istruttorie abbiano fatto emergere l’insussistenza dei presupposti legittimanti». Di che numeri stiamo parlando? «Secondo i dati complessivi aggiornati all’8 aprile scorso: n. 105.727 comunicazioni ricevute; n. 38.534 comunicazioni per cui è in corso l’istruttoria; n. 2.296 provvedimenti di sospensione», scrive ancora Piantedosi. Dunque, un’azienda su tre è stata controllata delle più di centomila che hanno presentato l’autocertificazione.
Un numero di verifiche troppo basso che spinge il Viminale ad accelerare, coinvolgendo anche la Guardia di finanza che farà controlli «circa la veridicità del contenuto delle comunicazioni prodotte dalle aziende, avuto riguardo all’inclusione nelle categorie autorizzate ovvero all’esistenza della relazione economico-commerciale tra le attività d’impresa appartenenti alle varie filiere consentite». Il ministero dell’Interno avrà d’ora in avanti il potere di sospendere le autorizzazioni alle aziende che siano fuori norma, semplicemente comunicandolo ai presidenti di Regione. Infine, aumenteranno i controlli sanitari: le aziende potranno essere obbligate a controllare la temperatura dei dipendenti con il termoscanner e in ogni caso per rafforzare i controlli sanitari potrebbero essere impiegati anche i medici militari.
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