Coronavirus, Facebook segnalerà agli utenti le fake news condivise tramite notifica
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Un recente report della Ong Avaaz mostra «importanti lacune rispetto ai provvedimenti presi finora da Facebook», in particolare sulla “infodemia” riguardante il Coronavirus. Forse però qualcosa sta cambiando nel social network, tanto che presto verranno segnalate tramite notifica le «rettifiche social». Spiegheremo a breve di cosa si tratta. L’Ong internazionale, impegnata nella lotta alla disinformazione online, aveva già messo in imbarazzo YouTube per le grosse falle dei suoi algoritmi, tanto da trovarsi a incentivare gli stessi contenuti che vorrebbe bandire. Ma anche Facebook non scherza, come l’Associazione ha avuto modo di mostrarci da almeno due anni.
Cosa sono i flag nei post e perché è importante notificarli
Forse questi sforzi non sono stati vani. Una delle idee maggiormente sostenute da Avaaz riguarda la possibilità di «flaggare» i post, in modo da permettere agli utenti di essere avvisati, col link a una rettifica, quando si trovano a condividere una fake news. Questo sistema esiste già, ma non sembra avere efficacia, non per il metodo in sé, quanto per il fatto che gli utenti non sono raggiunti da notifiche ad hoc. I dati riportati dall’associazione hanno dato una scossa al quartier generale di Facebook. Il social infatti «annuncerà un nuovo e cruciale provvedimento: tutti gli utenti esposti a misinformazione sul coronavirus riceveranno [tramite notifica] una rettifica».
Se prima si doveva tornare su un post «flaggato» per vedere l’avviso di rettifica, ora l’utente riceverà anche una notifica. L’efficacia della rettifica in sé è supportata anche da un ampio studio commissionato da Avaaz, condotto dai ricercatori della George Washington University e della Ohio State University, dove si suggerisce l’efficacia dei flag nei post.
«Pubblicare le rettifiche dei fact checker indipendenti ogni volta che un utente di Facebook viene a contatto con la misinformazione – spiegano i ricercatori – può ridurre le convinzioni che nascono dalla disinformazione mediamente nel 50% dei casi (49.4%) arrivando anche al 61%».
Milioni di utenti contagiati dall’infodemia
Secondo l’indagine di Avaaz, sarebbero milioni gli utenti Facebook continuamente esposti a contenuti che alimentano l’infodemia sul Coronavirus. Tutto questo senza essere raggiunti direttamente da un avviso da parte del social network. Ora si prevede invece un cambio di rotta:
«L’azienda ha deciso di intraprendere una delle azioni più significative contro la misinformazione della sua storia – continuano gli autori del report – l’invio di rettifiche retroattive ad ogni singolo utente che condivide o interagisce con misinformazione dannosa sul coronavirus, in ogni lingua».
«Facebook si trova nell’epicentro dell’infodemia – afferma il direttore della campagna di Avaaz, Fadi Quran – Ma oggi l’azienda sta facendo un passo cruciale per ripulire questo ecosistema di informazioni tossiche, diventando la prima piattaforma social ad inviare rettifiche a tutti gli utenti che sono stati esposti a misinformazione sul coronavirus e indirizzandoli verso informazioni sicure che possono salvare delle vite».
Dal report risulta che su 100 fake news è possibile costruire una diffusione virale pari a 1,7 milioni di condivisioni, con 117milioni di visualizzazioni, in sei lingue diverse. Tutto questo nonostante fossero stati pubblicati anche dei relativi fact checking indipendenti.
«Possono trascorrere fino a 22 giorni prima che l’azienda pubblichi le rettifiche per le notizie false sul coronavirus – spiegano gli attivisti di Avaaz – anche quando i fact checker partner di Facebook segnalano tempestivamente alla piattaforma il contenuto dannoso. Il 41% delle storie di misinformazione analizzate è rimasta sulla piattaforma senza nessun avvertimento».
Il problema di fondo è che le segnalazioni vengono applicate nelle condivisioni in maniera ancora troppo disomogenea: il 68% dei post in lingua italiana contenenti fake news non viene mai raggiunto da avvisi sulla scorrettezza; in lingua spagnola questa forbice si allarga al 70%; si restringe invece per i post in lingua inglese, arrivando al 29%. Ora il nuovo sistema di notifiche previsto da Facebook potrebbe risolvere il problema – o almeno sarebbe un primo concreto passo avanti – rendendo efficace la cosiddetta «rettifica social». Se tutto questo rappresenterà davvero una svolta avremo modo di vederlo nei prossimi mesi.
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