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Sequestrata una casa di riposo da incubo a Palermo, ospiti mai testati sul Coronavirus. Urla e botte agli anziani: «Se ti muovi ti rompo una gamba»

16 Aprile 2020 - 08:09 Redazione
Parallelamente si indaga sulla morte di una donna. Nella struttura non erano state messe in atto le misure per contenere i contagi da Coronavirus

Mentre l’Italia è ancora in piena emergenza Coronavirus e le residenze sanitarie assistenziali sono sotto il mirino di controlli e indagini per negligenze in termini di contenimento del contagio degli ospiti, in una casa di riposo di Palermo si perpetravano sevizie, violenze e maltrattamenti nei confronti degli anziani presenti nella struttura. Attraverso le telecamere di sorveglianza nascoste, la guardia di Finanza ha potuto raccogliere i ripetuti episodi di violenza fisica e psicologica contro gli anziani: schiaffi, calci, spintoni, bastonate, insulti, persone legate alla sedia a rotelle, che in alcuni anziani hanno innescato comportamenti di autolesionismo e tentativi di suicidio. 

«Se ti muovi ti rompo una gamba», «Devi morire», «Puoi crepare», «Sei una schifosa, devi dire che fai schifo», sono solo alcune delle violenze verbali perpetrate dalle “assistenti” della casa di riposo Bell’Aurora di Palermo. Ed è così che dopo 2 mesi di indagini il nucleo della Guardia di Finanza, coordinato dalla Procura della Repubblica, ha arrestato 6 donne, mentre il giudice per le indagini preliminari ha disposto il sequestro preventivo della società che gestisce la residenza per anziani palermitana.

Inoltre, secondo le prime rilevazioni, la società che gestiva la struttura risulta imputabile anche per bancarotta fraudolenta, riciclaggio e autoriciclaggio. Nell’ordinanza, il Gip sottolinea «l’urgenza di interrompere un orrore quotidiano», evidenziando come «l’indole criminale e spietata degli indagati impone l’adozione della custodia cautelare in carcere ritenuta l’unica proporzionata alla gravità e alla immoralità della condotta e l’unica a contenere la disumanità degli impulsi».

Gli arresti

A finire in manette sei donne: Maria Cristina Catalano, amministratrice della casa di riposo, nonché referente delle società precedentemente fallite che hanno avuto in mano la gestione della Rsa dal 1992 in poi. A lei si aggiungono: Vincenza Bruno, Anna Monti, Valeria La Barbera, Rosaria Florio e Antonina Di Liberto, il cui marito percepiva il reddito di cittadinanza (che gli è stato contestualmente revocato). Inoltre l’amministratrice della casa di riposo avrebbe potuto contare su alcuni appoggi esterni, tra cui amministratori esterni (incluso un impiegato comunale) e altri soggetti compiacenti.

Senza misure anti-Covid

Gli anziani presenti nella struttura verranno ora sottoposti ai dovuti controlli medici, poiché oltre ad aver subito ripetutamente violenza fisica e verbale, è emerso che nella struttura non sono mai state messe in atto le misure per contenere il contagio da Covid-19. In tutta Italia, sin dall’inizio dei controlli dei Nas presso le Rsa, sono state chiuse 15 strutture e 61 persone sono state denunciate per mancato rispetto delle procedure da applicare nelle residenze sanitarie assistenziali per il contenimento dei contagi da Covid-19: oltre il 17% di quelle sino ad ora controllate presenta irregolarità

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