Coronavirus, la rete degli studenti che si aiutano via webchat. E spunta l’idea dello sciopero dell’affitto
Camillo Chiappino ha 24 anni, studia Filosofia all’Università di Pisa e, come molti altri studenti universitari, non riesce più a pagare l’affitto. Per mantenersi lavora come fattorino e per sua fortuna l’emergenza Coronavirus non lo ha privato del lavoro, anche se adesso è occupato soltanto i weekend e le consegne si sono drasticamente ridotte. Per lui come per altri lavoratori autonomi non è prevista né la cassa integrazione, né il bonus.
Un problema che si somma alle difficoltà economiche dei suoi coinquilini. «Alcuni di noi hanno i genitori in cassa integrazione oppure con una sola pensione» – racconta – «Ci siamo trovati davanti ad una scelta. O davamo fondo a tutti i risparmi, oppure prendevamo atto del fatto che c’è una mancanza oggettiva e decidevamo di non pagare».
Chiappino fa parte, con altri colleghi universitari, di un movimento che si sta facendo strada sui social per affrontare l’emergenza affitti. Insieme hanno creato il gruppo Facebook Emergenza Affitti e Bollette Covid che attualmente conta oltre 2.600 membri e si riunisce in assemblee su Zoom a cui partecipano studenti e giovani lavoratori con problemi simili, anche dall’estero – in Spagna come in Francia. Ma il loro non è l’unico esempio: ci sono anche gli attivisti del blog Sciopero degli Affitti e altre associazioni analoghe spuntano ovunque in Europa.
«Inizialmente l’idea era semplicemente quella di avviare un confronto e un dibattito, ma col passare dei giorni invece abbiamo iniziato ad avere contatti con persone che fanno parte dei sindacati come l’Unione degli Inquilini, che hanno molta più esperienza di noi», racconta a Open uno dei gestori della pagina Facebook, Francesco Minerva. Nelle assemblee si affrontano problemi diversi: dalle difficoltà a pagare l’affitto e le utenze, al fenomeno di “mailbombing” delle amministrazioni regionali.
L’emergenza Covid, si sa, non colpisce solo gli studenti universitari, che certamente non sono l’unica categoria di persone che non riesce più a sbarcare il lunario e a star dietro alle scadenze. Ma gli studenti fuorisede, come spiega Alessandra Maggi dell’Unione Inquilini, vivono una situazione particolare: «Il problema è che l’universitario non è residente nella città in cui studia e quindi, visto che i buoni spesa e il contributo affitto si basano sulla residenza, non accede a questa forma di sostegno».
Al momento il governo è impegnato a individuare risorse per sostenere chi deve pagare un affitto – e dunque anche gli studenti fuori sede, che in Italia sono circa 500mila. Il decreto, che dovrebbe essere pronto entro fine aprile, fa seguito all’appello non solo dell’Unione Inquilini ma anche delle regioni, che hanno chiesto 550 milioni di euro (100 subito e 450 a seguire) proprio per questo motivo. Per superare definitivamente il problema dei fuori sede, come ricorda il segretario nazionale dell’Unione Inquilini Massimo Pasquini, bisognerà usare il contratto di locazione come base per gli aiuti. Nel frattempo, però, Chiappino come altri studenti fuori sede sta tentando varie strade.
L’emergenza in Italia: quali strumenti hanno a disposizione gli affittuari?
«Abbiamo chiesto di poter pagare circa 100 euro in meno a testa per il mese di aprile ed eventualmente anche maggio, e il proprietario ha accettato», racconta invece Benedetto Sensini, anche lui ventenne alle prese con lo stesso problema. Vive in zona Casilina a Roma con altri due coetanei che non percepiscono più uno stipendio da quando è partita l’emergenza.
Nel loro caso sono riusciti però a trovare un accordo con il proprietario: «Sicuramente un gesto di solidarietà ma forse anche di intelligenza, perché se ci avesse costretto a tenere il canone alto per due mesi, saremmo arrivati a non pagarlo». Dal sito del sindacato Unione Inquilini si può scaricare un modulo che certifica la riduzione temporanea del canone di locazione. Una soluzione che favorisce anche il proprietario, che può registrare la diminuzione del canone presso l’Agenzia delle entrate e pagare meno tasse sull’affitto.
Se le attività di sgombero e di sfratto sono sospese fino al 1 settembre, per quanto riguarda le utenze il divieto del blocco per morosità è previsto soltanto fino alla fine del lockdown, il 3 maggio. «L’altro ieri ho pagato 300 euro per la luce e il gas dell’inverno. Ora abbiamo altri 180 euro per il condominio e poi passeremo alle bollette di questi due mesi passati a consumare a casa», racconta Sensini. «Qui brancoliamo nel buio perché abbiamo a che fare con delle grandi multinazionali con cui non possiamo relazionarci direttamente».
Non tutti sono stati in grado di raggiungere un accordo con i proprietari di casa però, una soluzione che tende ad essere più facile con i piccoli proprietari. È il caso di Bianca Paolucci, 24 anni, studentessa all’Università di Padova, romana di origine.
«Ci abbiamo provato, più e più volte. Inizialmente il proprietario di casa ci ha dato una speranza, ma quando gli abbiamo proposto soluzioni alternative ci ha risposto che l’Agenzia delle entrate era chiusa, che non si poteva fare l’accordo per la riduzione delle tasse e che dovevamo pagare al più presto l’affitto di aprile. Quando ci è arrivato l’avviso che le lezioni non riprenderanno e che gli esami si svolgeranno online – forse addirittura anche nel semestre autunnale – abbiamo mandato la disdetta del contratto, ma probabilmente dovremo pagare comunque fino ad agosto».
«Nella mia famiglia lavora solo mio padre, che è dipendente dell’Atac, e non è escluso che possano metterlo in cassa integrazione. C’è anche da pagare la terza rata dell’Università, che è stata rimandata al 30 giugno», racconta. «Insomma venirsi incontro non sarebbe male, visto che anche 200 euro possono fare una differenza al momento».
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