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Coronavirus, De Luca avverte il Nord: «Pronto a bloccare anche i treni. Un’altra stagione come questa l’Italia non la regge»

Alcuni amministratori del Nord hanno avuto una specie di «crollo psicologico» dice De Luca, complice la pressione di chi chiede l'anticipo delle riaperture. Ma sbagliare adesso vuol dire chiudere più a lungo

L’ultima cosa da fare in questo momento è commettere errori, avverte il presidente della Campania Vincenzo De Luca, che al Corriere della Sera torna ad avvertire i governatori delle regioni del Nord che sperano di allentare il lockdown per l’emergenza Coronavirus. Aprire ora per poi provare a rimediare sarebbe impossibile, dice De Luca, e soprattutto rischioso: «Dovremmo chiudere tutto di nuovo. Ma dopo un mese e mezzo di quarantena, un’altra stagione come questa il Paese non la reggerebbe».

Le pressioni soprattutto da parte delle aziende per ripartire sono sempre più forti, nonostante i fatti dimostrino che la situazione sia tutt’altro che sotto controllo nelle regioni settentrionali, dove dice De Luca: «Ancora oggi si registrano da 400 a 1000 contagi in più. È evidente che non si può dire che il problema è alle nostre spalle nonostante alcune tendenze positive». E poi l’invito agli amministratori del Nord “sotto pressione”: «Ho avuto la sensazione di un collo quasi psicologico di tanti di loro», ma è in momenti come questi che va fatto non quel che è più comodo: «ma quello che è più ragionevole».

Come anticipato nei giorni scorsi, De Luca è pronto a una nuova ordinanza per blindare la Campania nel caso in cui venisse meno l’obbligo di restare almeno nella propria Regione, così come concordato nell’ultimo vertice con palazzo Chigi: «Sennò vorrà dire che dovremo limitare il numero di treni che arrivano dal Nord, pendere la temperatura corporea, fare controlli alle stazioni e obbligare alla quarantena chi viene dal Settentrione senza motivo».

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