Coronavirus. Prove di ripartenza nel mondo: dai fast food in Austria alle spiagge di Sydney, ecco cosa sta riaprendo
Mentre in Italia la Fase 2 della strategia anti-Coronavirus, è rimandata al 4 maggio – anche se, come ha sottolineato Luca Zaia nei giorni scorsi, si tratta di una definizione labile visto l’alto numero di imprese che hanno riaperto in Veneto e in Lombardia – cresce il numero di Paesi nel mondo che cominciano a riaprire. Però in Europa come in Oceania si tratta di una riapertura graduale, per settori, per attività o per aree geografiche.
Germania
In Germania già da oggi potranno aprire le attività commerciali con uno spazio vendita inferiore agli 800 metri quadrati. Nel Paese molte fabbriche e aziende non hanno mai chiuso e hanno svolto la profilassi sanitaria in autonomia. Dopo la fine del lockdown, se così si può dire, prevista per il 3 maggio, riapriranno le scuole, anche se gli asili probabilmente rimarranno chiusi fino all’estate, a differenza della Norvegia dove la riapertura, dopo un mese di chiusura, parte proprio dagli asili. Nel frattempo in Germania rimarranno chiuse varie attività commerciali che rappresentano un pericolo di assembramento, come i bar e i ristoranti.
Francia
In Francia, dove il periodo di chiusura è previsto fino all’11 maggio, il Governo ha già cominciato ad allentare alcune misure di distanziamento sociale, da oggi è permesso visitare i propri parenti nelle Rsa, anche se in gruppi ristretti. Sempre in Francia, come anche in Germania, dovrebbero riaprire scuole – lo aveva promesso il presidente francese Emmanuel Macron.
Spagna
In Spagna invece, dove il lockdown è stato esteso fino al 9 maggio, il Governo non pensa a riaprire le scuole, quanto a concedere “un’ora d’aria” ai bambini e ai ragazzi fino a 12 anni. Quando la Spagna – dove i contagi sono circa 198mila e i decessi da Covid superiori a 20 mila (dati John Hopkins) – riaprirà, probabilmente lo farà a fasi.
Austria
In Austria invece (dove i decessi da Covid sono 452), la riapertura sta avvenendo per settori commerciali. Oggi, per esempio, riapriranno i McDonald’s – le cui 195 filiali nel Paese sono chiuse da metà marzo – anche se soltanto in modalità drive in. Nei prossimi giorni seguiranno anche le altre catene di fast food.
Australia
Alcuni governi invece puntano sugli spazi all’aperto per far ripartire il Paese. È il caso dell’Australia, dove oggi riapriranno alcune spiagge a Sydney. Il comune di Randwick City infatti ne ha annunciato l’apertura solo per fare esercizio fisico, necessario per garantire «la salute mentale e fisica» dei cittadini, come ha dichiarato il sindaco. Rimangono in atto però le restrizioni per altre spiagge, come Bondi Beach, e nel frattempo il resto del Paese – dove ieri si sono registrati 53 nuovi casi, per un totale di 6.586 e 71 decessi – rimane in lockdown.
Nuova Zelanda
Nella vicina Nuova Zelanda, che da un mese sta osservando misure di lockdown più severe che in Australia – è stato vietato il cibo takeaway, per esempio, e molte più attività commerciali hanno chiuso – lunedì prossimo il governo potrebbe riaprire alcuni settori, come la silvicoltura e il settore edile. I dati sembrano dare ragione alla premier Jacinda Ardern, tra le prime a introdurre misure restrittive. Scelta che, secondo molti esperti, ha permesso di contenere il diffondersi del virus in Nuova Zelanda dove sono morte 12 persone a causa del Covid dall’inizio dell’epidemia e sono 1.440 i contagi. «Quasi tutti i casi identificati dal primo aprile sono il risultato di viaggi all’estero o contatti con qualcuno di infetto, spesso in cluster esistenti», ha detto Ardern. «I nostri test sono aumentati e ora abbiamo testato oltre 85.000 neozelandesi, una delle percentuali di test pro capite più elevate al mondo».
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