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Berlino, la solidarietà dei deputati tedeschi all’Italia alla vigilia del Consiglio Ue

Alcuni deputati, tra cui anche Martin Schulz, si sono radunati sul prato dell’Ambasciata a Berlino, per esprimere un messaggio semplice: #Weareinthistogether

Nelle foto in primo piano appare Martin Schulz, deputato tedesco, ex leader della Spd ed ex presidente del Parlamento europeo, mentre parla ai giornalisti e dichiara che dopo una prima esitazione Angela Merkel «ha imboccato la strada giusta». Sullo sfondo, l’Ambasciata italiana a Berlino e una manciata di manifestanti. Tra loro ci sono altri deputati tedeschi, come Franziska Brantner dei verdi, e intellettuali come Ulrike Guérot. Insieme hanno steso una bandiera dell’Unione europea sul prato dell’ambasciata per ribadire un messaggio semplice, #Weareinthistogether, soltanto insieme possiamo uscire dalla crisi provocata dalla pandemia di Coronavirus, ed esprimere la loro solidarietà all’Italia.

Il Consiglio Ue di domani

Il riferimento è al summit del Consiglio europeo di domani, un giorno chiave per le trattative sugli aiuti economici europei ai Paesi colpiti dal Coronavirus – tra cui c’è anche l’Italia – e forse per il futuro dell’Unione stessa. Intervenendo ieri, 21 aprile, prima al Senato e poi alla Camera, il premier italiano Giuseppe Conte ha detto di essere aperto ad accettare i finanziamenti previsti dal Fondo salva stati europeo (pari a circa 37 miliardi di euro), da spendere senza condizionalità. Un’apertura che divide il Movimento 5 Stelle e quindi la maggioranza di governo.

In Europa, le divisioni tra chi, come Olanda, Austria e Germania, si oppone ai Coronabond e alla mutualizzazione del debito e chi invece, come Italia, Spagna e Francia, vorrebbe più Europa, più finanziamenti e più condivisione dei costi della crisi, sembrano arginarsi. Dietro questo riavvicinamento ci sarebbe proprio la Germania e in particolare, non tanto l’opposizione tedesca quanto la Cancelliera Angela Merkel, determinata ad arrivare a un accordo prima dell’avvio del semestre di presidenza tedesca della Ue a giugno.

La strada per la creazione di un “Recovery Fund” pare essere un pochino meno in salita, dunque. A differenza della originaria proposta francese, dovrebbe essere la Commissione a gestire il Fondo e – un punto cruciale – dovrebbe prevedere anche l’emissione di titoli di debito comune. Ma per farlo i leader europei dovranno trovare un accordo sul nuovo budget Ue che va dal 2021 al 2027.

Insomma, per trovare una quadra serve accelerare e, soprattutto cooperare. Proprio come auspicano i deputati e i manifestanti tedeschi che stamattina si sono radunati fuori dalla nostra ambasciata in Germania. «I Coronabond non arriveranno subito, quindi il Recovery Fund è un buon punto di partenza», ha spiegato Schulz, parlando alla stampa italiana. «L’Europa ha bisogno di titoli di Stato comuni», ha aggiunto, «questo non ha nulla a che vedere con il pagare i debiti degli altri, ma è uno strumento di consapevolezza della valuta comune».

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