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Coronavirus, per l’ex commissario Ue Bolkestein l’emergenza non è un problema olandese: «Gli Eurobond ci inchiodano alla nostra bara»

In un editoriale, l'ex commissario Ue sostiene che l'Olanda avrebbe solo da perderci nell'introduzione degli Eurobond per fronteggiare l'emergenza Coronavirus

Le resistenze all’introduzione degli Eurobond in Olanda per fronteggiare l’emergenza Coronavirus sono ancora forti e decise, come i toni usati in un editoriale pubblicato sul quotidiano De Volkskrant dall’ex commissario Ue Frits Bolkestein, già famoso per la discussa direttiva che porta il suo nome sulla libera circolazione dei servizi commerciali, che da sempre vede soprattutto gli ambulanti italiani sul piede di guerra. Il titolo dell’articolo ben chiarisce la posizione dell’olandese Bolkestein, secondo il quale gli Eurobond «stanno inchiodando la nostra bara». Uno strumento che definisce «disastroso», del quale i Paesi Bassi «non dovrebbero mai innamorarsene», nonostante le pressioni di Italia e Spagna.

Bolkestein spiega quanto l’economia olandese avrebbe solo da perdere nell’uso degli Eurobond, visto che sarebbero finanziati con un tasso di interesse medio europeo: «Poiché l’economia olandese è affidabile – scrive l’ex commissario – il nostro Paese paga un tasso di interesse (relativamente) basso. Un asso di interesse europeo medio sarebbe più elevato. Ciò significa – aggiunge – che i Paesi Bassi dovrebbero pagare ogni anno diversi miliardi di euro in più di interessi».

Le richieste degli «Stati membri deboli», come li definisce Bolkestein, puntano a «mutualizzare il loro debito pubblico» e così «scompare l’incentivo per migliorare la loro politica fiscale». E invece «le responsabilità devono rimanere al loro posto», ribadisce l’ex commissario, perché la vera solidarietà sta nel «risolvere i problemi dove si presentano». E naturalmente per Bolkestein il problema dell’emergenza Coronavirus riguarda solo Italia e Spagna, non la virtuosa economia olandese.

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